20' Capitolo

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"Come procede la serata?" chiese Orlando ad Harry quando questo tornò al tavolo dopo essere stato via per più di un'ora senza che nessuno lo avesse visto. Sembrava strano il suo comportamento. Sopratutto ad Orlando e Kevin che erano abituati a vederlo in situazioni come quella. Sembrava freddo e distaccato dalla realtà che lo circondava. Non sembrava nemmeno lui a dirla tutta. Una sua brutta copia, si, ma non lui.

"Magnificamente." sorrise in modo palesemente falso mentre si metteva a sedere sulla sedia che aveva occupato parecchi minuti prima. "La vostra?" lo chiese come se non gli importasse davvero molto della risposta.

"Per quello che può interessarti, Ruthie è passata qui più o meno quattro volte chiedendo dove ti fossi cacciato. Non è male quella ragazza." ed annuì per accentuare quello che aveva detto. "Ma tu dai l'impressione di volerla evitare a tutti i costi."

"Va avanti." sussurrò Harry prendendo un sorso dalla birra che qualcuno dei loro amici aveva lasciato sul tavolo, incustodita.

"Beh, Kevin e Felicia stavano parlando animatamente e lei pareva piacere a lui ma.. ehi, è magnificamente fidanzata con un giocatore di football." scoppiò in una fragorosa risata che quasi trascinò dentro di se anche Harry. Quasi.

"Ok.."

"Senti, Styles: ma che diavolo ti prende stasera?" chiese Orlando abbassandosi in modo da poterlo guardare in faccia. "Del tipo: amico siamo in un dannatissimo club, con delle signorine per niente male. A proposito- sorrise mentre beveva dal suo bicchiere- Arden.." e scosse la testa come farebbe uno che ha preso una botta "Wow?" rise.

Harry non lo degnò di uno sguardo a quella affermazione, fece del suo meglio per andare oltre e non fermarsi lì. Sperava che Peace non insistesse. Tutto lì. Non avrebbe sopportato di parlare di lei con un ragazzo sotto quel aspetto. L'aveva sempre trovata carina, lui, mentre gli altri ragazzi parevano accorgersi della sua bellezza solo adesso che aveva addosso un vestito sensuale, adesso che i suoi capelli frusciavano ogni volta che si muoveva, adesso che il suo viso era truccato e risaltato, adesso che la pelle chiazzata di lentiggini delle sue spalle era esposta..

"Mi sa che è andata da qualche parte con quel ragazzo, presente? Quello..-"

"-So di che diavolo stai parlando. Va avanti adesso." lo interruppe bruscamente il ragazzo riccio lanciandogli un'occhiata furibonda.

"Okay, okay..- Orlando mise le mani avanti- come vuoi. Per Dio, studiare in quell'università da cervelloni non ti fa bene." sbuffò davvero sorpreso dal modo in cui Harry l'aveva aggredito. "Come vanno le cose a casa?" chiese invece.

"Come sempre."

"Gabriel, Leena e Quentin stanno bene?" Harry si sentì un po' trasalire alla domanda. Non perché non volesse parlare con Orlando della sua famiglia, ma perché era così abituato ad avere quella reazione quando qualcuno chiedeva che adesso era tramutata in vizio.

"Bene. Gabriel ti saluta, e.. mamma e papà lo farebbero se solo potessero." fece un sorriso amaro mentre beveva altra birra. Le mani incrociate sul ripiano scuro del tavolo e gli occhi persi tra la folla che ballava a ritmo di musica.

"Uno di questi giorni porto a tua madre una torta. Le adora ne sono sicuro.. e dovremmo guardare la partita dei New York Yankees con Quentin. Quella vecchia volpe gioisce interiormente." rise mentre osservava con attenzione come l'amico reagiva a quelle parole. "Se ne sta prendendo cura Gabe da solo o..insomma: c'è qualcuno che lo aiuta?" Orlando si strinse nelle spalle.

"Da solo. Non sopporta avere intorno nemmeno me, figurati." Harry bevve ancora. Si accorse di una cosa alquanto strana: preferiva parlare dei suoi genitori piuttosto che di una ragazza..

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