10' Capitolo

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C'era una cosa strana nell'aria.
All'olfatto pareva fumo, ma nessuno fumava in quell'area del campus.. dovevano essere i camini che le confraternite cominciavano ad accendere non tanto perché avessero freddo ma perché faceva più scena postare foto delle loro riunioni davanti ad un bel focolare.
Era assurdo pensare che ci fossero tante confraternite con una sede ben precisa, stanze belle (alcune addirittura singole), bella carta da parati ed un bellissimo focolare, quando la sede del 'The Harvard Crimson' era una parte della biblioteca (o in casi estremamente urgenti la stanza di Irbel o quella di Miles).

Questa era una di quelle cose che non tutti riuscivano ad accettare, anche perché quelli delle confraternite avevano un non-so-che di snob che li rendeva insopportabili.

Miles guardò Cora per un po', Ruthie sbuffò un paio di volte, Felicia si stava sistemando il trucco tenendo alto uno specchietto piccolo piccolo.. Arden si guardava attorno per riuscire a vedere quando sarebbero arrivati i due che mancavano al gruppo: Irbel ed Harry.

Avevano deciso di fare una cosa alternativa quella sera. Sarebbero andati a vedere uno spettacolo teatrale.
A dire il vero ad insistere così tanto era stata proprio lei, Arden, mentre risistemava alcuni dei suoi libri su uno scaffale polveroso. Aveva proposto l'idea e sicché solo Ruthie l'aveva definita 'una barba', avevano deciso in unanime accordo che sarebbero andati a teatro quella sera. Si sarebbero goduti anni di studio materializzarsi davanti ai loro occhi.

"Ma dove sono?" sbuffò ad un certo punto Cora lanciando in contemporanea uno sguardo truce a Miles.

Erano messi tutti un po' in tiro quella sera, infondo non ci si va tutte le sere a teatro. Eccetto Cora, le altre ragazze indossavano o gonne o abiti. Miles aveva una camicia bianca stirata alla meno peggio infilata nei pantaloni e una giacca presa da qualche suo compagno, tutta spiegazzata.

Irbel ed Harry apparvero dopo un bel po' di tempo di attesa. Nessuno dei due pareva affannato, il che fece incavolare parecchio gli altri che se ne erano stati lì ad aspettarli per due quarti d'ora o più.

"Perdonate il ritardo.. Per bacco! cos'è tutta questa eleganza?" Irbel sorrise mentre porgeva una mano ad Arden e la guardava con un sorrisetto. Avrebbe fatto questo anche con le altre ragazze se solo fosse dipeso da lui, ma non dipendeva da lui il fatto che Felicia fosse fidanzata o che a Cora piacesse un'altra ragazza o che Ruthie avesse il terrore di lui (si, forse questo dipendeva da lui). Arden era sempre disponibile e aveva sempre tutte le sue attenzioni a causa dei suoi precedenti con le altre ragazze.

"Era ora." sbuffò Miles alzandosi, adesso i suoi vestiti erano ancora più sgualciti. "Cioè le ragazze sono qui da mezz'ora, e sono.. ragazze.." sussurrò indicando le tre alle sue spalle.

"Abbiamo avuto dei contrattempi." Irbel fece spallucce mentre tutti si incamminavano verso l'uscita del campus. Ruthie non si fece attendere e ben presto si mise al fianco di Harry e cominciò a cinguettare come sempre faceva.

"Sei particolarmente carina quest'oggi." la voce di Irbel fece un complimento che invece di far arrossire Arden come una bambina la fece sorridere.

"Ti ringrazio." rispose con aria solenne. Ma guardò Ruthie e il suo vestito particolarmente corto e attillato, al modo in cui Styles stava sorridendo a qualsiasi cosa stesse dicendo, al modo in cui Felicia sembrava così carina in quel rosa pastello o nel modo disinvolto in cui Cora portava i pantaloni. E si sentì piccola, ancora.

"Non fare quello sguardo." la rimproverò Irbel.

"Che sguardo? io non faccio nessuno sguardo." si difese. Ma sapeva di che cosa stava parlando il suo amico.

"Sei impaziente per questo spettacolo? Quand'è stata l'ultima volta in cui sei stata a teatro?" La prese a braccetto.

Non rispose, guardò il cielo buio e poi i cancelli di Harvard, la statua di John.. Era tutto così famigliare, si sarebbe sentita a suo agio in un diverso momento, si sarebbe sentita a casa sua, perché Harvard era un po' casa per lei. Ma c'era qualcosa, una sensazione che ribolliva dentro di lei, qualcosa a cui non riusciva a dare un perché che la logorava. Era come compressa dentro una morsa.

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