Quando Harry ed Arden varcarono la soglia della casa entrambi con i capelli umidi e con alcuni vestiti bagnati in mano, Canyon e Walsh sgranarono gli occhi. "Mi ha pregato di fare il bagno con lei." 'Spiegò' Harry. Questa sua spiegazione distorta gli costò un schiaffo sulla nuca da parte di Arden. "Okay, riformulo: sono caduto nel lago molto accidentalmente." Sorrise guardando Arden andare verso l'attaccapanni e mettere lì la sua pelliccia e la maglia (aveva preso con se i propri vestiti e adesso si sentiva molto meglio con i suoi jeans e la sua maglia).
Canyon la guardava, poi guardava Harry, infine sorrideva, benché il suo amico non sembrasse troppo felice di rivederlo. Il sorriso sornione di Harry, difatti, si spense non appena incontrò gli occhi di Canyon. Entrambi sapevano perché. Harry non gli aveva detto nulla del fatto che avesse tirato in mezzo Eveline Pichwalk con Arden mentre lui non era lì per chiarire quello che davvero era stato, ma solo perché era troppo scosso da Arden che si dissanguava. Adesso che lei stava bene e che le sue emozioni avevano raggiunto un equilibrio accettabile aveva tutto il tempo per perdersi e riversare il suo rancore sulle spalle di Canyon; il quale, essendo intelligente, capiva benissimo il perché della rabbia di Harry nei suoi confronti.
Smisero di guardarsi quando Arden si sedette accanto a Walsh su uno dei bauli e il professore, appoggiando le dita sul mento, le fece voltare lentamente la testa perché potesse osservare bene il morso. "Notevole, davvero notevole.." Sussurrava mentre socchiudeva gli occhi per poter osservare meglio. Arden capiva benissimo i suoi problemi di vista: ne aveva avuto parecchi da quando erano atterrati in quella dimensione e lei aveva perso i suoi occhiali chissà dove. "A quanto pare l'Ardenisia non è solo un frutto prelibato capace di donare forza e vigore con solo pochi morsi, ma ha anche straordinarie capacità curative in campo medico, per quanto poco io ne capisca." Sospirò lasciando andare il mento di Arden e abbassando le spalle come se si fosse rilassato solo in quel momento. "I segni dei denti si stanno cicatrizzando in fretta." Annunciò poi alla ragazza che gli sedeva accanto, la quale, senza nessuna previsione di quello che stava per fare, avvolse le braccia attorno al collo del professore e l'abbracciò come avrebbe fatto con uno qualunque dei suoi nonni se solo ne avesse conosciuto qualcuno di essi. "Grazie" sussurrò con una voce roca e malferma mentre sentiva le mani del vecchio ricambiare l'abbraccio. "Non sforzare la gola per ringraziarmi di qualcosa che era mio dovere fare, Miss. Ibsen." La fece sorridere mentre si allontanava. "Tutti noi siamo felici che tu stia bene." Annuì stringendole una mano in entrambe le sue.
"Commovente, chi ha un fazzoletto?" Canyon tirava su con il naso prendendoli in giro. Arden mosse semplicemente gli occhi al cielo mentre si alzava e camminava vicino alle finestre osservando il cielo buio, più nero che blu notte.
"Sono stata attaccata da un branco di Umanoidi." Parlava così debolmente che per riuscire ad ascoltarla tutti quanti si zittirono. "Anche se è bastato uno solo di loro per ridurmi in questo stato." E si indicò il collo voltandosi verso i tre che l'ascoltavano attentamente. "Erano loro a spiarci." Dichiarò infine.
"Ook.." Canyon socchiuse appena gli occhi "allora perché non hanno attaccato uno di noi prima? Non era certo la prima volta che uscivi." Si strinse nelle spalle.
"C'è una ragione." Continuò lei mentre si appoggiava al muro e si massaggiava piano la parte di collo dove non era presente la ferita. Le costava un po' parlare ma era come fare riabilitazione: più utilizzava la voce e meno sentiva il fastidio di parlare. "Quando siamo stati fuori nelle volte scorse siamo sempre stati scortati."
Canyon rise, mentre Walsh ed Harry si lanciavano un'espressione un po' confusa ed allibita. "E da chi?" Chiese poi Harry attento.
"Da loro-" ed Arden puntò un dito su un'Anima che le volava vicino alla testa. "-dalle tue ammiratrici." E sorrise. Si perse ad assaporare per un attimo tutti loro che la fissavano increduli. "Quando sono stata attaccata dall'Umanoide che mi ha morso- si fermò, come percossa da un brivido di disgusto al solo ricordo- quella cosa poteva uccidermi, ma qualcuno glie lo ha impedito: ero da sola quando sono uscita di qui a pensare. Le Anime erano tutte intorno ad Harry e siccome non c'era proprio buon sangue tra di noi credo non abbiamo voluto seguirmi." Harry abbassò la testa arrossendo leggermente alla luce pallida dei batuffoli fluttuanti. "Di conseguenza per gli Umanoidi sono stata come un free-buffet." Fece una smorfia. "Ma quando il mostro che avevo addosso ha fatto per mordermi una seconda volta un'Anima solitaria si è frapposta tra me e le sue fauci salvandomi da una morte orribile in questa Dimensione e ad una vita vuota nell'altra." Abbassò gli occhi. Si toccò di nuovo la gola. "Credo abbia vegliato su di me per parecchio." Aggiunse infine.
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The Fear
FanfictionLa Paura non è solo una cosa astratta. La Paura non è il mostro nell'armadio, ne il fantasma sotto al letto e tanto meno quella sensazione spiacevole dell'essere osservati da qualcuno. La Paura è qualcosa di vivo e concreto. Qualcosa che si svela a...