Il Lago Seneca era estremamente calmo, nessuno soffio di vento. Tutto di quel bellissimo paesaggio era fermo immobile come se fosse rimasto impresso all'interno di una foto e non fosse la realtà. Il cielo plumbeo era ricoperto da uno strato spesso di nuvole che infondevano una falsa calma. L'unico rumore a sentirsi sulla ghiaia che portava davanti alla casa erano i passi di Arden che si avvicinava alla porta della casa di sua madre con addosso, oltre alla tristezza, la consapevolezza che non avrebbe vissutto nulla di buono nei giorni che sarebbero seguiti.
Sistemò la borsa che aveva con se meglio sulla spalla prima di bussare leggermente.
Si guardò attorno mentre aspettava che qualcuno rispondesse. Tutto quello era un panorama così triste.. e lei non era nemmeno consapevole di farvi parte.
Aprì una donna che non aveva mai visto in vita sua. Nonostante le fosse sconosciuta, il suo viso tondo e le guance piene le infusero una strana calma che le fece venire voglia di piangere ancora. Sicuramente, per lo sguardo che la donna le stava rivolgendo, doveva essere molto evidente che avesse pianto quasi per tutto il tempo che aveva preceduto il suo presentarsi a quella porta. Si rese conto che la donna si aspettava una presentazione. Si schiarì la gola, la sua voce però risultò comunque troppo roca.. "Sono Arden Ibsen. La figlia di Lauren." tentò di sorridere ma fece solo una smorfia così depressa da infondere depressione persino nell'animo gioviale e vivace della donna che aveva aperto l'uscio.
Quest'ultima si spostò per farla entrare in casa e poi richiuse la porta alle sue spalle. "Piacere di vederla Miss." aveva uno strano accento. "Suo padre non ha avvisato che ci sarebbero state visite, mi dispiace non averla riconosciuta." doveva essere francese. "Io sono la governante- si indicò il petto, era parecchio più bassa di Arden e anche molto incarne, ma aveva un volto bellissimo e dei capelli biondi che parevano seta- mi chiamo Brigitte Dumont." e porse la mano verso Arden.
"Arden Ibsen." stavolta sorrise davvero, ma in modo così tirato e stanco che subito si pentì di averlo fatto.
"So che lei è già stata qui. Me lo ha riferito Annalise." Brigette si fermò sui suoi passi.. "Intendevo dire Mrs. Hollister, l'infermiera di sua madre."
"Non si preoccupi, non mi piacciono troppo le formalità. Non sono mio padre." Brigitte rise sommessamente. La casa era estremamente silenziosa e dalla grande porta a vetro lavorato non riuscì a scorgere sua madre nel soggiorno, dove il camino era stato acceso. "Sa dirmi dove si trova mia madre?" chiese con un fil di voce. Sapeva che solo la vista della donna che l'aveva messa al mondo l'avrebbe rilassata davvero. Le sarebbe stato più facile piangere, essere quella che stava reprimendo.
"Oh si, Mrs. Murphy sta riposando in camera sua in questo momento. A breve però dovrebbe scendere per il pranzo." parlò ancora Brigitte senza smettere di percorrere il corridoio che avrebbe portato in cucina. Murphy era il cognome della madre di Arden da nubile, e non l'aveva cambiato una volta sposata.
"Bene, la vedrò non appena sveglia."
"Soggiornerete qui per molto Miss. Ibsen?" chiese Brigitte.
"Un paio di giorni o poco più." le sue risposte erano brevi e concise. Forse stava dando l'idea di una maleducata ma non poteva proprio reggere un discorso come quello che aveva in mente la testa logorroica di Brigitte Dumont.
"Bene. La stanza degli ospiti a volte è occupata da Annalise, cioè da Mrs. Hollister, ma non avrà nulla in contrario nel liberarla a lei per questo breve periodo di tempo."
"Nessuno si deve disturbare- rispose Arden mentre entravano in cucina e lei lasciava la borsa su una sedia- posso benissimo dormire su un divano." sussurrò l'ultima parte della frase sicché vide che non erano sole. Mrs. Hollister, della quale Brigitte stava parlando, era seduta al tavolo della cucina e un uomo con un camice bianco era dietro ai fornelli e stava trafficando con un coltello. Poteva essere confuso per un medico un po' pazzo, ma in realtà era solo un cuoco.

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The Fear
Hayran KurguLa Paura non è solo una cosa astratta. La Paura non è il mostro nell'armadio, ne il fantasma sotto al letto e tanto meno quella sensazione spiacevole dell'essere osservati da qualcuno. La Paura è qualcosa di vivo e concreto. Qualcosa che si svela a...