13' Capitolo

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Arden si guardò attorno forse per un quarto di secondo: quanto bastava per farle intravedere lo sguardo incuriosito di Irbel e quanto bastava per guardare ancora Harry. Poi prese a sua volta la giacca, chiuse i libri e li prese con se mentre Irbel guardava ora il ragazzo riccio ora lei come se insieme avessero avuto quattro teste.

"Che fate?" chiese in un sussurro mentre osservava come l'amica lo fissava dall'alto chino sui suoi assegni.

"Andiamo a fare un giro." spiegò in fretta senza voler rimanere lì molto di più, anche perché Harry sembrava spazientito da quel gioco di domanda-risposta che scattava ogni volta che Arden entrava in qualche modo in contatto con lui. "Perciò ci vediamo.. quando torno." e, datogli un bacio sulla guancia, si affrettò a seguire Harry fuori dall'edificio della biblioteca.

"Odio Irbel." annunciò quando furono uno affianco all'altra camminando verso l'uscita e verso il solito parcheggio della macchina di Harry.

"Come mai?" chiese lei mentre lo guardava con la coda dell'occhio. Sistemò meglio quello che aveva addosso e i libri pesanti sulle braccia mentre gli stava dietro.

"Perché crede di poter controllare tutto e tutti quando non è così. Credo che dovrebbe farsi un po' di più gli affari suoi. Ah- continuò quando arrivarono alla macchina- ho letto il tuo testo su Umbert, gran bella roba, complimenti." annuì assorto mentre, vedendo che le braccia di lei erano entrambe occupate, faceva il giro della macchina per aprirle la portiera.

"Grazie, e grazie." parlò lei un po' imbarazzata dalla situazione. Se chiunque altro avesse potuto vederli avrebbe pensato solo ad una cosa: 'stanno uscendo insieme'. E per qualche strana ragione lei non voleva che lo pensassero.

Le portiere vennero chiuse, i libri sistemati da qualche parte in modo che non dessero fastidio, ed Harry mise in moto andando dalla parte opposta di Spring Hill.

"Dove sei stato ultimamente? Sempre se non risulto troppo ficcanaso a chiedertelo." e guardò fuori dal finestrino alla sua destra sistemando gli occhiali sul naso.

Lui sorrise mentre si passava il pollice sul labbro inferiore guardando il traffico fermo davanti a loro. Abbassò gli occhiali da sole sul naso e si schiarì la voce. "Come mai chiedi? Ti sono mancato?" E la guardò continuando a sorridere.

"Idiota. Sei mancato a Ruthie, più che altro." e sorrise anche lei, fiera di se.

"Oh, si, è una cara ragazza."

"Mi spieghi una cosa, Styles, se non ti è di troppo disturbo?" e lo guardò allargando gli occhi. "Che problema hai con me?"

Stavolta si zittì e non la guardò nemmeno. Così Arden si sentì in dovere di continuare.. "Perché è palese che tu abbia un problema con la sottoscritta visto e considerato che sei passato dal fare il mio migliore amico 'ti accompagno in giro per Salem' a qualcosa che non so nemmeno definire." e rise nervosamente.

"Non ho un problema con te." continuò Harry in modo poco convincente.

"Io credo di si, ma mi sembra di ricordare che tempo addietro ci siamo messi d'accordo sul fatto che entrambi noi possiamo avvalerci del diritto di non parlare, quindi non voglio insistere. Sappi solo che sono ancora arrabbiata con te per il trattamento da schifo." Harry alla sua sinistra scoppiò in una fragorosa risata che la fece sorridere mentre lo guardava. "Non ridere di me, Styles. Se una donna ti dice che è arrabbiata tu non le ridi in faccia!" lo rimproverò mentre a sua volta si metteva a ridere.

"Prima dovremmo andare a trovare una persona- informò il ragazzo- spero non ti dispiaccia. Non è Pogar, comunque."

"Ah, no?"

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