24' Capitolo

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La riunione di quella sera del giornale era finita; coloro che avevano concluso il loro lavoro prima se ne erano già andati da tempo, ma Arden, Miles (e di conseguenza anche Harry e Cora) erano gli ultimi ad uscire dalla biblioteca.

"Grazie dell'aiuto, Arden.. e Grazie Harry e Cora.. per qualsiasi cosa voi abbiate fatto." Rise Miles mentre agitava la mano in aria dirigendosi verso il suo dormitorio. "Ci si vede domani."

"Andiamo anche noi?" chiese Cora guardando la sua compagna di stanza.

"In realtà devo dire delle cose ad Harry. Vi raggiungo tra poco." e mise su un sorriso troppo finto perché riuscisse a scacciare l'espressione sbalordita di Cora.

"In questo caso.." sussurrò lei cominciando ad allontanarsi "Ci vediamo? Suppongo." e filò via in modo frettoloso.

"Beh, avanti Mr. So-Tutto-Quello-Che-Tu-Non-Sai-Di-Te-Stessa, parla." si sedettero sui gradini della struttura una accanto all'altro. Arden si strinse di più nel suo maglione ed appoggio la borsa accanto a se, Harry invece sembrava alquanto perso. Quasi terrorizzato all'idea di quello che avrebbe dovuto raccontare. Ma doveva farlo, per il bene di Arden.

"Ok. Ma prima di qualsiasi cosa promettimi che non farai nessuna delle cose che sarà Pogar a chiederti, ok?" e la guardò.

"Tu parla." lo incalzò lei.

"Ok.." e prese una grossa boccata d'aria notturna. Sembrava che il cielo fosse troppo cupo e minaccioso. Poteva quasi sentire i tuoni in lontananza e non gli piaceva affatto. Come l'avrebbe presa? Gli avrebbe detto che era solo un pazzo e se ne sarebbe andata portandosi via anche l'unica possibilità che lui aveva di tenerla al sicuro? "Sarò corretto in tutto, te lo prometto. E tu devi essere consapevole che quello che sto per raccontarti io non è il mio punto di vista ma la verità universale con cui avresti a che fare."

"Harry non farla troppo lunga e non rendere tutto così drammatico." Arden cercò di lasciarsi uscire una risata. Ma le si strozzò in gola perché sentiva la pesantezza dei pensieri di Harry accarezzarle ogni singola parte del corpo, facendole venire i brividi.

"Mi hai chiesto, tempo fa, con chi vivo a Portland. Io ti ho risposto che vivo lì con mio fratello maggiore, e tu sei l'unica a sapere che ne ho uno. Di fratello intendo. A tutti gli altri, come Irbel, Miles e chiunque si sia mai interessato al mio nucleo famigliare ho semplicemente detto cose vaghe. C'è da dire che non sono stato sincero con nessuno. Adesso voglio esserlo con te. Vivo a Portland, si, ma non ci ho sempre vissuto con mio fratello. Grabriel a dire il vero frequentava l'università nel North Carolina fino a circa cinque anni fa. Poi è tornato a casa, da me e dai nostri genitori. Leena e Quentin."

Adesso si potevano sentire dei temporali in sottofondo, ma nessuno dei due ci faceva caso. Arden lo guardava con occhi stregati. Accogliendo il suo racconto con estrema attenzione.

"Beh, lo chiamai in piena notte cinque anni fa, per l'appunto. Ero solo in casa in quel periodo siccome i miei erano venuti a Boston per incontrare un parente (così avevano detto almeno). Ma fui svegliato da un rumore e quando andai a controllare di chi si trattasse trovai i miei genitori, seduti una accanto all'altro sul divano di casa, a fissare il vuoto. Gli occhi non battevano nemmeno una volta, erano come cadaveri che respiravano. Lo sono ancora.." la voce andò progressivamente abbassandosi.

"Quindi preso dal panico chiamai Gabriel. Non abbiamo buonissimi rapporti con i nostri parenti, c'è da dirlo: così quando oramai perdemmo le speranze-"

"-Perdemmo le speranze?" lo interruppe Arden. Era seduta a gambe incrociate verso di lui, adesso si guardavano negli occhi mentre parlavano.

"Non rispondevano a domande, non si muovevano dalle loro diavolo di posizioni troppo rigide sul divano, per due giorni non sono nemmeno andati in bagno e non hanno chiesto di mangiare, figurati..- scosse la testa riccioluta- Hai presente quella pratica orribile che eseguivano sulle persone tempo fa?" chiese guardandola diritto negli occhi. Il suo interesse lo faceva sentire meglio.

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