3. Non devo

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«Mia sorella riesce sempre a mandarmi il cervello in pappa», sbotta nervoso Ian al suo ritorno dalla ricerca del cellulare volato in giardino.

Lewis, dopo aver gettato l'ennesima occhiata al corridoio nella speranza che dalla porta in fondo riesca a intravedere qualcosa dalla camera di Sally - magari la stessa nuda -, si fa avanti con Ian. «Certo che sei proprio un cretino. Non pensavo fossi il tipo che picchia le ragazze.»

Sinceramente, non posso dargli torto. Ian è sempre stato il buono tra noi, quello che nelle risse veniva a tirare fuori me e Sam, e non ce lo vedo proprio ad alzare le mani contro sua sorella.

Ian pare scioccato da quell'affermazione. «Ti riferisci a poco fa? Io non picchio le ragazze, cosa credi? Io picchio Sally e basta», spiega con calma, come se sua sorella e l'universo chiamato le ragazze non avessero nulla in comune. «Io e Sally siamo gemelli e ci picchiamo probabilmente da quando eravamo nell'utero di nostra madre. Tra gli otto mesi e i dodici anni non abbiamo fatto altro che litigare, farci i dispetti e prenderci a sberle. Beh, principalmente è lei a darmele di santa ragione, se devo essere sincero; abbiamo smesso a tredici anni, dopo che lei aveva iniziato a praticare karate regolarmente. Da allora, purtroppo non c'è mai più stata storia... anche se a volte mi verrebbe voglia di tirarle un bel calcio nel culo.»

«Un gran bel culo, oserei dire», specifica Sam. Allunga le gambe sul tavolo e si accende una sigaretta.

Lewis si gratta la guancia, sovrappensiero, e si allontana dai piedi nudi di Sam con espressione disgustata. «Beh, ma è comunque una donna, e le donne...»

«Non si toccano nemmeno con un fiore», conclude Sally al suo posto, arrivata di soppiatto in cucina per origliare i nostri discorsi. Tra le braccia porta una piccola montagnola di vestiti e asciugamani, ma dietro l'ammasso di stoffa, mi sembra di intravedere soltanto un paio di slip e un reggiseno. Vedo diversi tatuaggi sparsi ovunque sulla sua pelle chiara, disegni di fiori e fauna e scritte che da questa distanza non riesco a decifrare. «Come sei premuroso, Orsacchiotto; ma so difendermi egregiamente da sola: non ti preoccupare per me.»

E così dicendo si sporge, veloce come un battito d'ali, verso Lewis e lo lascia con un bacio sulla guancia prima di saltellare in bagno.

«Potresti almeno vestirti per girare per casa?» le urla dietro il fratello.

La porta del bagno viene lasciata appena socchiusa. «Capisco la tua frustrazione, fratellone, visto che scopa-in-culo te la dà con il contagocce; ma non credo che qui dentro ci sia qualcuno che non abbia mai visto una ragazza in mutande. Dico bene?» chiede infine alzando il tono della voce per rivolgersi a noialtri.

«Io non mi scandalizzo nemmeno per la nudità, per essere precisi e corretti», suggerisce astuto Sam, spingendo lo sguardo fino allo spiraglio della porta che, con un ultima risata sincera, si richiude.

«Harry, stasera lavori?»

Sam mi parla senza guardarmi, lo sguardo puntato con enorme attenzione alla porta chiusa come potesse vedere attraverso il legno.

«No, è venerdì e sono di riposo. Riprendo domani. Perché?»

Sam riporta l'attenzione su di me, lasciando a terra i piedi e sporgendosi sul tavolo con fare confabulatorio. «Allora, ascoltami con estrema attenzione. Stasera devi mettere in pratica tutte le tue magiche abilità di barman e daremo una festa qui!»

Si è rincretinito. «Ma se non è rimasto nessuno in città; sono tutti partiti per le vacanze estive.»

«Cosa vuoi che me ne importi degli altri: la festa la faremo noi! Qualcosa di intimo, più come una cena e un dopocena. Dobbiamo festeggiare l'arrivo della dolce Sally, no?» borbotta alzando ritmicamente le sopracciglia.

Harry ti presento SallyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora