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TITOLO: 63 HARRY TI PRESENTO SALLY
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Sally
Quel sogno; quel maledetto sogno è tornato a farmi visita e, come ogni volta, riesce a rituffarmi a capofitto dentro il pomeriggio di quel giorno lontano; rivedo tutto, risento tutto come un osservatore esterno, e dentro quel sogno non posso fare altro che rivivere ogni istante con una perfida e precisa successione negli eventi e nelle emozioni che ho provato.
Stavo camminando velocemente nel corridoio di casa mia diretta al piano sottostante, i miei piedi nudi si inseguivano rapidi uno dopo l'altro sulla lunga scalinata che io avevo iniziato a scendere con trepidanti saltelli. Sapevo già da qualche ora che lui sarebbe dovuto arrivare e la mamma mi aveva avvisata che lei e papà non sarebbero riusciti a rientrare prima di cena per un imprevisto al lavoro. Ian era dai suoi amici a fare i compiti e io... io sentivo il mio cuore scoppiare nel petto per l'impazienza di rivederlo.
Io e lui non eravamo mai stati completamente soli.
Balzai giù dall'ultimo gradino e il viso sorridente di zio Fred comparve nella sala. «Ehi, piccolo splendore.»
Sorrisi a quel nomignolo che da tempo mi aveva affibbiato e saltellai fino a lui, tutta impegnata a mostrare il vestito bianco e nuovo che avevo voluto a tutti i costi comprare per quando lui sarebbe tornato. Mi era sempre piaciuto il suo modo di guardarmi: nessuno mi aveva mai guardata con così tanta intensità e così tanto a lungo, come se io fossi così bella da non poter distogliere lo sguardo nemmeno per un secondo.
«Ciao, zio... mamma dice che lei e papà torneranno tardi dal lavoro», cinguettai tutta su di giri.
Indossava un paio di jeans e una semplice camicia a quadri grigia e bianca, i primi due bottoni slacciati a mostrare la placchetta dell'esercito che portava da sempre appesa alla catenina di metallo. «Sì, lo so; tuo padre mi ha avvertito che hanno avuto un imprevisto a lavoro... vorrà dire che li aspetteremo per cena. Tuo fratello?»
Gongolai in cucina mentre lui mi seguiva e si sedeva su una sedia. «Ian è andato da un suo amico a fare i compiti. Zio, ti posso offrire qualcosa?» domandai provando a imitare il modo di essere gentile e servizievole che mia madre usava con gli ospiti.
Gli angoli della sua bocca si alzarono mentre il suo sguardo scrutatore percorreva il mio corpo, e io mi ritrovo ora dilaniata tra il piacere che l'essere osservata mi aveva provocato realmente al tempo e la consapevolezza dolorosa che questo sogno, che ripeto ormai da troppi anni, mi provoca nel sapere che cosa sono in procinto di rivivere. Cerco sempre di svegliarmi, di essere cosciente almeno un poco in questi sogni per poter prendere finalmente in mano la situazione, ma non ci riesco mai; posso solo seguire i miei passi in giro per casa nell'attesa dell'inevitabile.
«No, splendore, non voglio nulla... vieni solo un po' qui dallo zio e raccontami della scuola. Quanti anni hai ora?»
Mi misi davanti a lui e torturai il lembo inferiore del vestito, inconsapevolmente sollevandolo appena sopra il limite del ginocchio. «Dodici compiuti da un mese e mezzo», risposi orgogliosa.
Annuì pensieroso e io iniziai a raccontargli delle ultime novità della scuola fino a quando, con un gesto gentile della mano, mi prese per il polso e mi invitò a sedermi sulle sue ginocchia con lo sguardo sereno e tranquillo. «Non stare in piedi così... vieni a sederti qui, sei più comoda. Così dopo vado in macchina e ti prendo il tuo regalo... so che lo aspetti da un po', vero?»
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Harry ti presento Sally
ChickLitCOMPLETA «E poi, quando ti accorgi che vuoi passare il resto della vita con qualcuno, vuoi che il resto della vita cominci il più in fretta possibile.» «È un film?» mi informo, visto che quella frase mi sembra di averla già sentita da qualche parte...