56. Siamo arrivati

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Sally

Il viaggio è proseguito per tutto il giorno e abbiamo appena superato la metà del tragitto. Siamo tutti stanchi e Ian è molto taciturno; praticamente non ci ha rivolto la parola per tutto il tempo e si è semplicemente immerso a giocare con il telefono. Sembra essersi davvero offeso per il nostro scherzo, anche se la sua reazione mi sembra inizi a essere un po' troppo fuori luogo. All'inizio pensavo che, nonostante un po' di gelosia fraterna comprensibile, ci fosse implicato anche qualcosa di più, come un gioco o il semplice divertimento di cogliere me e Harry in fragrante; ma ora non capisco che cos'abbia, visto che prima d'ora non si era mai comportato così e per di più con Harry, che è un suo amico e lo conosce bene.

Ma non sono stupida, e immagino che ciò che lo rende pensieroso sia riferito a quanto è successo in casa, a Harry che ha attaccato nostro zio per quello che Ian immagina essere un suo colpo di testa.

E se invece sospettasse qualcosa?

Il dubbio si è fatto strada nella mia testa da parecchi minuti e non posso fermarlo, eppure mi chiedo come possa essere possibile che sospetti qualcosa. Di tanto in tanto durante il viaggio l'ho trovato a studiarmi di nascosto, quando ci siamo fermati a mangiare per una sosta, oppure quando era seduto nel posto passeggero e mi scrutava dallo specchietto del parasole. Appena incrociavo il suo sguardo, però, ecco che lui ne fuggiva, nascondendosi da me.

Ormai lo conosco meglio di quanto possa conoscere me stessa e so che vorrebbe parlarmi di qualcosa, ma si sta trattenendo e io, da brava fifona quale sono, non vado di certo a chiedergli nulla in proposito, terrorizzata da quello che potrei sentirmi dire. Riuscirei mai a mentire a mio fratello?

«Con chi stai messaggiando di continuo da un'ora a questa parte?» domanda Harry in tono infastidito.

Sono coricata comodamente sui sedili posteriori dell'auto e alzo lo sguardo per ritrovare i suoi occhi che mi scrutano intensamente dallo specchietto retrovisore.

«Sei geloso, per caso?» domando divertita.

«Certo che lo sono. Chi è?»

«È Sam. Dice che mi ama alla follia e che vuole sposarmi. Cosa gli dovrei rispondere secondo te?» scherzo finendo di digitare la mia risposta.

Sto bene, Sam, non preoccuparti per me. Sono con Harry e sono sicura che le cose andranno meglio. Grazie che mi stai sempre vicino...

Non riesco a credere di essere riuscita a trovare un amico del genere in Sam, il ragazzo che si vuole solo far credere superficiale, ma che in realtà è tutt'altro. Sapendomi partita, mi ha subissato di messaggi per sapere come sto, dove sono diretta...

«Sei proprio simpatica, sai? E comunque, non mi va che adesso tu ti senta ancora con lui.»

«Stiamo parlando dello stesso uomo anti-storia seria per eccellenza? Stai tranquillo, Harry, siamo solo buoni amici.»

«Che cosa ti ha detto?»

«Niente, mi ha chiesto dove siamo diretti; poi dice che Lewis ha fatto la domanda per la laurea e che a gennaio dovrebbe riuscire a laurearsi prima del tempo.»

Borbotta qualcosa a proposito degli amici che non dovrebbero aver fatto in passato certe cose, ma io sogghigno divertita e la cosa non mi infastidisce, anzi: è bello sapere di essere importante fino a questo punto per qualcuno.

Nonostante il caldo che prende a scemare più ci dirigiamo verso nord, passando attraverso i paesaggi fatti di sabbia e deserto fino a incontrare i primi accenni di umidi boschi mentre l'autunno sembra accoglierci a braccia aperte, il viaggio continua ancora fino a sera e poi per tutta la giornata seguente dopo una sosta notturna appena fuori Salt Lake City. Ovviamente, due camere di nuovo ben separate.

A essere sincera, più ci avviciniamo al Montana e alla cittadina natale di Harry, e più inizio a sentirmi in apprensione per quello che incontrerò. Posso rigirare la situazione quante volte voglio, vederla come una fuga temporanea, ma le cose alla fine possono essere viste in un solo modo: e cioè, che sto andando a conoscere i genitori di Harry.

E l'ansia per l'incontro che inizia a incombere su di me e sulla mia insicurezza come un'ombra minacciosa arriva al culmine quando, dopo essere entrati nel piccolo paesino in riva al lago e aver percorso strade larghe e umide di pioggia, Harry ferma la macchina di fronte a un piccolo e accogliente diner: è posizionato di fronte a un meraviglioso lago racchiuso dalle basse montagne, ormai illuminate soltanto da un lontano tramonto che riesce a malapena a sfuggire alla copertura di deboli nuvole piovose.

Siamo arrivati.

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Harry ti presento SallyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora