«Mi piace... un... sacco... questo... posto», borbotta Sally con la bocca piena, sputacchiando dappertutto pezzi di pane e ketchup. Non che io sia da meno in fatto di bon ton.
«Le rare volte in cui non lavoro, passo le sere qui... o meglio, passavo: è un sacco di tempo che non ci torno.»
«Capisco... è un posto così grande eppure è accogliente», ammette guardandosi intorno nell'ampio locale cosparso di tavolini e gente sazia e ubriaca.
Lo so, il Crazy song non è niente di che, è molto di verso dal Lounge dove lavoro, dove passano per lo più persone in giacca e cravatta e ragazze con la puzza sotto il naso; qui si mangiano ottimi panini e cucina casalinga, e si fa karaoke, principalmente. Non che io abbia qualcosa a che fare con il cantare davanti a un gruppo di persone, ma quando si è in compagnia, non c'è niente di meglio che ridere di gusto a spese degli ubriachi che si alternano sul palco.
Non torno qui da quando mi ero fidanzato con Dakota: in pratica, da quando l'avevo portata la prima volta e lei era rimasta per tutta la sera a sbuffare e a dire quanto si mangiasse male o quanto i cantanti facessero pena.
«Ma è proprio quella la parte divertente», le avevo risposto pizzicandole la coscia per farla rinvenire e sorridere un po'.
Ma non aveva funzionato. «E poi, mi sono sporcata con quel panino... era troppo grosso! Ma chi mangia un panino così?» si era messa a borbottare.
Evidentemente Sally, vorrei risponderle ora, visto che lo ha appena finito e scorre ancora lo sguardo lungo il menù stampato sulla tovaglietta, alla ricerca di qualcos'altro da ingurgitare.
«Che ne dici dei nachos con formaggio fuso e salsa piccante?»
«Una porzione in due?» propongo, immaginandomi già la sua risposta.
«Non ci pensare nemmeno!» esclama indignata. «A casa mi rubi sempre tutti i pop corn sul fondo della ciotola, che per di più sono i più buoni.»
«Ha parlato quella che mangia il mio gelato al cioccolato e poi non dice niente per non farsi scoprire», la rimbecco.
«Beh, non mi interessa, i nachos sono miei e non li dividerò con nessuno», conclude determinata.
«Sai che non ho mai visto una ragazza mangiare tanto quanto te?»
Alza un sopracciglio. «Davvero?» Sembra quasi imbarazzata.
«Sì... a parte il fatto che tu sei minuscola e non capisco come faccia uno stomaco proporzionato alla tua corporatura a trattenere tutto quello che ingurgiti. Però, di solito le donne ordinano un'insalata, o mangiano metà piatto e dicono di essere sazie.»
Lei sbuffa e si rilassa appena sulla sedia. «Guarda che quella è tutta finzione.»
«E cioè?»
«Le donne, in presenza di testosterone da accalappiare, fingono di non aver fame e di mangiare come degli uccellini, ma non è vero; poi arrivano a casa e si ingozzano di dolci.»
Spalanco gli occhi per la sorpresa. «E perché mai lo farebbero?»
Il cameriere ci interrompe per prendere i nuovi ordini e togliere i piatti vuoti. Poi Sally si fa avanti con le braccia incrociate appoggiate al tavolo e l'aria da professoressa appena prima di una spiegazione.
«Dunque, le ipotesi sono due: o sono rimaste ferme al secolo scorso, quando una donna doveva essere mantenuta dal marito e, di conseguenza, se mangiava poco era considerato un pregio degno di nota. Oppure è perché le donne sono convinte sempre di essere più grasse di quello che sono in realtà, e mangiare troppo, nella loro mente contorta, equivale a confermare le loro paure.»
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Harry ti presento Sally
ChickLitCOMPLETA «E poi, quando ti accorgi che vuoi passare il resto della vita con qualcuno, vuoi che il resto della vita cominci il più in fretta possibile.» «È un film?» mi informo, visto che quella frase mi sembra di averla già sentita da qualche parte...