11. Incredibilmente fastidiosa

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«Mi piace... un... sacco... questo... posto», borbotta Sally con la bocca piena, sputacchiando dappertutto pezzi di pane e ketchup. Non che io sia da meno in fatto di bon ton.

«Le rare volte in cui non lavoro, passo le sere qui... o meglio, passavo: è un sacco di tempo che non ci torno.»

«Capisco... è un posto così grande eppure è accogliente», ammette guardandosi intorno nell'ampio locale cosparso di tavolini e gente sazia e ubriaca.

Lo so, il Crazy song non è niente di che, è molto di verso dal Lounge dove lavoro, dove passano per lo più persone in giacca e cravatta e ragazze con la puzza sotto il naso; qui si mangiano ottimi panini e cucina casalinga, e si fa karaoke, principalmente. Non che io abbia qualcosa a che fare con il cantare davanti a un gruppo di persone, ma quando si è in compagnia, non c'è niente di meglio che ridere di gusto a spese degli ubriachi che si alternano sul palco.

Non torno qui da quando mi ero fidanzato con Dakota: in pratica, da quando l'avevo portata la prima volta e lei era rimasta per tutta la sera a sbuffare e a dire quanto si mangiasse male o quanto i cantanti facessero pena.

«Ma è proprio quella la parte divertente», le avevo risposto pizzicandole la coscia per farla rinvenire e sorridere un po'.

Ma non aveva funzionato. «E poi, mi sono sporcata con quel panino... era troppo grosso! Ma chi mangia un panino così?» si era messa a borbottare.

Evidentemente Sally, vorrei risponderle ora, visto che lo ha appena finito e scorre ancora lo sguardo lungo il menù stampato sulla tovaglietta, alla ricerca di qualcos'altro da ingurgitare.

«Che ne dici dei nachos con formaggio fuso e salsa piccante?»

«Una porzione in due?» propongo, immaginandomi già la sua risposta.

«Non ci pensare nemmeno!» esclama indignata. «A casa mi rubi sempre tutti i pop corn sul fondo della ciotola, che per di più sono i più buoni.»

«Ha parlato quella che mangia il mio gelato al cioccolato e poi non dice niente per non farsi scoprire», la rimbecco.

«Beh, non mi interessa, i nachos sono miei e non li dividerò con nessuno», conclude determinata.

«Sai che non ho mai visto una ragazza mangiare tanto quanto te?»

Alza un sopracciglio. «Davvero?» Sembra quasi imbarazzata.

«Sì... a parte il fatto che tu sei minuscola e non capisco come faccia uno stomaco proporzionato alla tua corporatura a trattenere tutto quello che ingurgiti. Però, di solito le donne ordinano un'insalata, o mangiano metà piatto e dicono di essere sazie.»

Lei sbuffa e si rilassa appena sulla sedia. «Guarda che quella è tutta finzione.»

«E cioè?»

«Le donne, in presenza di testosterone da accalappiare, fingono di non aver fame e di mangiare come degli uccellini, ma non è vero; poi arrivano a casa e si ingozzano di dolci.»

Spalanco gli occhi per la sorpresa. «E perché mai lo farebbero?»

Il cameriere ci interrompe per prendere i nuovi ordini e togliere i piatti vuoti. Poi Sally si fa avanti con le braccia incrociate appoggiate al tavolo e l'aria da professoressa appena prima di una spiegazione.

«Dunque, le ipotesi sono due: o sono rimaste ferme al secolo scorso, quando una donna doveva essere mantenuta dal marito e, di conseguenza, se mangiava poco era considerato un pregio degno di nota. Oppure è perché le donne sono convinte sempre di essere più grasse di quello che sono in realtà, e mangiare troppo, nella loro mente contorta, equivale a confermare le loro paure.»

Harry ti presento SallyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora