«Porca puttana, Sally!»
Non appena rientro in casa dopo aver passato il pomeriggio con Dakota, sento Ian imprecare dal bagno. «Come cazzo fai a essere già così ubriaca prima di cena?!»
Lewis è appoggiato alla porta del bagno socchiusa, oltre la quale sento alzarsi un coro disgustoso di versi riconducibili a conati di vomito.
«Che succede? » gli chiedo.
Alza le spalle in maniera strana, come se fosse irrigidito, e ha uno strano luccichio negli occhi. Mi guarda a lungo e trattiene un mezzo sorriso pinzando il labbro inferiore tra i denti.
«Allora?» lo incalzo.
Sto per avvicinarmi per cercare di intuire quello che sta succedendo, quando dal bagno esce Ian come una furia, sbattendo la porta e iniziando a inveire contro il nostro comune amico.
«Hai visto come l'hai ridotta? Cazzo, Lewis, e io che mi fidavo di te.»
Lui alza le mani in alto, stranamente divertito dalla faccia minacciosa di Ian. «Io non ho fatto niente, mi ha costretto lei a bere: lo giuro!»
Sta biascicando le parole come se avesse una pallina da ping pong al posto della lingua; dovrei capirlo subito che è ubriaco, eppure la mia mente impiega qualche secondo in più a elaborare l'informazione su quello che, una volta, era l'astemio Lewis.
«Ian, ha ragione lui, lascialo stare», biascica Sally trascinandosi lentamente fuori dal bagno, il viso lavato nascosto dietro a un asciugamano.
«Non me ne frega un cazzo di chi è la colpa», la rimprovera il fratello strappandole la salvietta dalle mani. «Si può sapere quanto cazzo hai bevuto per ridurti così?»
Sally si appoggia allo stipite della porta del bagno e sorride divertita e complice verso Lewis. «Un pochetto», spiega misurando l'ipotetica quantità di alcol tra indice e pollice, mettendo poi le dita davanti agli occhi di Ian. «Tanto così.»
Ma lui le toglie in malo modo. «Levati di torno o questa volta non te la perdono.»
Sally continua a sogghignare, guardando il gemello e poi mimando le sue rigide espressioni a beneficio di Lewis, che scoppia irrimediabilmente a ridere ogni volta; poi lei mi nota, ancora fermo e impalato davanti alla porta d'entrata. «Abbiamo bevuto per dimenticare e ci siamo divertiti un mondo, vero Lewis?»
Il soggetto in questione deve appoggiarsi alla parete per restare in equilibrio. Guarda prima me, poi di nuovo Sally, e infine scoppia improvvisamente a ridere, per l'ennesima volta. «Sì... per dimenticare!»
Vorrei dire qualcosa ma... sono a corto di parole. Ed è meglio, forse, perché l'idea che quei due abbiano passato la giornata insieme, chissà dove, a bere e ubriacarsi da soli... cazzo!
È meglio essere a corto di parole.
«Vaffanculo, Lewis, vattene in camera a dormire», lo spinge Ian, e poi si volta verso Sally con l'indice sguainato in minaccia. «E tu, mettiti immediatamente sul divano!»
Lei, mimando un veloce saluto del soldato ma finendo per toccarsi il naso anziché la fronte, inizia a ciondolare per il soggiorno. Per fortuna il mio istinto mi suggerisce di avvicinarmi e, quando inevitabilmente inciampa nel lembo del tappeto, riesco ad afferrarla in tempo prima che sbatta la testa sull'angolo del tavolino.
«Grazie, Capellone», farfuglia mentre la porto sul divano quasi di peso.
«Grazie un corno; lo sai che tra due ore devi venire a lavorare?»
Aggrotta la fronte con aria confusa, come se quell'evenienza non le fosse nemmeno passata per la testa. Si porta l'orologio a un centimetro dagli occhi, ma alla fine ci rinuncia. «Perché? Che ore sono?»
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Harry ti presento Sally
ChickLitCOMPLETA «E poi, quando ti accorgi che vuoi passare il resto della vita con qualcuno, vuoi che il resto della vita cominci il più in fretta possibile.» «È un film?» mi informo, visto che quella frase mi sembra di averla già sentita da qualche parte...