2.7 Sarò sempre qui quando tornerai

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Canzone per il capitolo:

From the dining table – Harry Styles

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Perché cazzo non rispondi?! Ti devo parlare!

Leggo il messaggio prima ancora di rendermi conto che è mezzogiorno passato e io sono ancora nel letto con Sally. Apro gli occhi lentamente e sono costretto a rileggere il testo più volte per capire il senso di quelle parole e, soprattutto, il mittente alquanto alterato.

Ian.

Trovo venti chiamate senza risposta arrivate dal suo numero e il fatto mi preoccupa non poco.

Sally sta dormendo ancora appoggiata al mio petto, così la sposto delicatamente per non svegliarla e vado in cucina, deciso una volta per tutte di chiamare Ian e iniziare a capire un po' di cose.

Non so di preciso come comportarmi o che cosa dirgli, anche perché immagino senza difficoltà che cosa voglia sapere e il motivo di tutta questa urgenza: avrà scoperto che sua sorella è sparita e la starà cercando. Ma io ho fatto una promessa a Sally: ho promesso che l'avrei protetta e che avrei mantenuto il segreto; lei è venuta qui perché si è fidata di me e io non me la sento di venire meno alla parola data: per me non c'è cosa più importante.

Mi chiudo la porta della stanza alle spalle cercando di fare il meno rumore possibile e vado a sedermi sul divano. La casa è silenziosa, così come è diventata da quando tutti i ragazzi se ne sono andati per iniziare a vivere le rispettive vite, mentre io sono rimasto indietro, fermo.

Resto a fissare le chiamate del fratello di Sally per qualche lungo minuto prima di prendere coraggio e chiamarlo io stesso. So bene che Sally mi ha fatto promettere di non dire nulla, ma non posso di certo lasciare un amico all'oscuro di tutto, preoccupato che le possa essere successo qualcosa di grave.

«Brutto coglione che non sei altro! Si può sapere dove cazzo eri?!» Ian è fuori di sé e la sua voce esagitata arriva prepotente al mio timpano ancora addormentato

«Ciao, Ian», cantileno con la bocca impastata dal sonno.

«Ciao Ian, un cazzo. Ti ho chiamato ottanta volte e»

«Erano venti, per la precisione. Che succede?» domando, fingendomi né troppo preoccupato né troppo annoiato.

Lo sento sospirare e allontanarsi dal baccano che lo circonda. Sembra essere in un qualche ristorante, forse in procinto della pausa pranzo da lavoro. «Sally è sparita.»

Prendo un respiro profondo e cerco di recitare nel miglior modo possibile. «Che significa?»

«Mi ha chiamato stamattina Harry. È disperato.»

Non riesco a impedirmi di alzare un sopracciglio con fare scettico alla parola disperato accomunata nella stessa frase con il nome di Harry. «Cos'è successo?!»

Ian trae un sospiro profondo che sbatte fastidiosamente sul telefono. «Non lo so che cazzo sia successo, mi sembra tutto così irreale. Dice che si sono lasciati, che lei è partita da casa loro una settimana fa dicendo che sarebbe venuta a stare dai miei. Stamattina Harry ha detto di aver chiamato i miei genitori perché il telefono di Sally è sempre spento, ma io non sapevo che fosse sparita e loro nemmeno. Non la vedo da gennaio e... Cristo... ho il terrore che le sia successo qualcosa, Sam. Ho dovuto inventare una cazzata con i miei per tenerli buoni ma... ma se vengono a scoprire che Sally è sparita, tagliano le palle a me e a quel coglione di Harry.»

«Calmati, Ian...», non posso sentirlo così spaventato quando so che non dovrebbe esserlo perché Sally sta bene. Nonostante tutto, lui è mio amico e non posso lasciarlo solo in questo stato. «Senti io... io so che Sally sta bene.»

Harry ti presento SallyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora