14. Harry 1, Sally 0

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«E poi?» chiede Sam, appollaiato sul bracciolo del divano, facendomi ombra con la sua enorme curiosità.

«E poi siamo andati al suo appartamento», spiego con calma, lanciandomi in bocca di tanto in tanto i pop corn e snocciolando il racconto della notte precedente come un contagocce.

«E poi?» continua Sally. È seduta sul divano accanto a me, le ginocchia strette al petto come se stesse guardando un interessantissimo film e con la mano che si intrufola nella ciotola dei miei pop corn quando pensa che io non me ne accorga.

«Mi ha chiesto di salire da lei per offrirmi qualcosa da bere», continuo con eccessiva calma.

«Evvai», esclama Sam tirandomi un pugno sulla spalla nemmeno troppo delicato, «lo sapevo che andavi a segno. E poi?»

«E poi, cosa vuoi che sia successo, Sam? Siamo stati un po' sul divano...»

Sono perfido: mi piace tenerlo sulle spine.

«Cazzo, Harry, cosa mi importa del divano?! Ci hai provato o no?»

Guardo Sally che, dapprima concentrata sul mio racconto, ora sembra aver diretto tutta la sua attenzione alla ciotola dei pop corn che tengo sulle gambe. «Certo che ci ho provato», esclamo, fingendo un profondo sdegno.

«Dai, non farti pregare, racconta come è andata!» sbotta infine il mio amico.

Sono appena tornato da una notte passata fuori e non mi ha nemmeno dato il tempo di fare una doccia prima di pranzo; sono soltanto riuscito a estorcergli i pop corn in cambio del racconto completo e particolareggiato.

Devo essere sincero? Non ho voglia di raccontare tutti i dettagli; primo perché non sono mai stato come Sam, che ama fare i resoconti dettagliati delle sue avventure sessuali, e secondo, perché Sally è qui ad ascoltare. Anche se sembra non importarle più di tanto, non mi piace l'idea di parlare di quello che ho fatto con Carol con una ragazza davanti, e in particolare con Sally.

«Senti, l'ho baciata e me la sono scopata, fine della questione», concludo tentando di alzarmi in piedi, ma Sam mi respinge indietro, facendomi rimbalzare sui cuscini.

«Aspetta... mi nascondi qualcosa», mi accusa Sam. «Sputa il rospo.»

Appoggio la testa allo schienale: questa volta non mi lascerà stare se non lo accontento almeno un po'. «Dunque... eravamo impegnati sul divano, ero quasi riuscito a metterle le mani sotto al vestito e... e lei se ne esce con: "ma non dovremmo parlare un po', Harry?"»

Sam sbuffa, come se per lui non fosse una novità, mentre Sally scoppia a ridere. «E perché ti ha detto una cosa del genere?»

Sospiro, sollevato nel vedere che a lei sembra non importare di tutta questa faccenda; oppure sono un po' infastidito dalla sua indifferenza? È reale o solo simulata? Non riesco a capirlo...

«Ma che ne so; ha iniziato a dire che le sembrava squallido fare certe cose con uno che conosceva appena e che dovevamo parlarci e conoscerci un po' prima.»

«Oh, povero Harry. E poi, cosa hai fatto?» Sam sembra sinceramente preoccupato.

«L'ho accontentata: ha voluto parlare della sua vita, dell'università, del suo ex, delle sue allergie alimentari... e poi non lo so, so che ero su quel maledetto divano e stavo per scoppiare.»

Sally sogghigna malignamente. «Immagino la sua sofferenza», aggiunge, puntando lo sguardo al cavallo dei miei pantaloni.

«Immagini bene... per fortuna quella tortura è poi terminata», concludo.

«E bravo il mio ragazzino! Sei tornato libero dopo tette di zucchero», esclama Sam colpendomi con una pacca sulla spalla. «Lo scoglio più importante è stato superato. Ora sei pronto per tornare definitivamente in pista.»

Harry ti presento SallyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora