2.22 Ricominciare da capo

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Sam

Apro gli occhi nel buio della stanza per la terza volta in pochi minuti. Continuo a sentire dei rumori intermittenti e non riesco a capire da dove diamine arrivino. L'ora sul telefono segna le due e mezza di notte e solo dopo parecchi secondi inizio a intuire cosa siano quelli che sembrano proprio essere dei lamenti. È la voce di Sally.

Mi alzo a fatica dal materasso e barcollo fino in salotto, dove la ritrovo addormentata sul divano che si contorce nella coperta leggera e geme continuamente a occhi chiusi. Sta avendo un incubo, uno dei tanti che aveva la notte quando dormiva con me.

Non ho nemmeno il tempo di connettere i miei pensieri per avvicinarmi al divano e svegliarla che, improvvisamente e spaventandomi non poco, lancia un urlo disperato. Grida no con così tanta forza che credo rischi di svegliare tutto il palazzo.

Sto per fiondarmi su di lei e provare a svegliarla senza spaventarla eccessivamente, ma la porta della camera in cui dorme Harry si spalanca e lui mi supera a lunghi passi. Si accuccia accanto al divano con fare sicuro e determinato e la scrolla delicatamente per svegliarla.

«Sally... Sally, svegliati. È soltanto un incubo.»

Lei sbarra gli occhi di scatto nel sentire la sua voce, si mette immediatamente a sedere guardandosi intorno con fare spaesato, come fosse stata catapultata in questo momento da un altro luogo. Lo sguardo è confuso quando arriva anche su di me, che resto alle sue spalle in silenzio a guardarla, ma lei sembra non vedermi nemmeno. Torna solamente a guardare Harry e gli butta le braccia al collo per stringerlo. «Harry», sussurra a malapena, ma abbastanza perché io lo senta.

Vedo di nuovo quello sguardo perso, il respiro accelerato e l'agitazione che ho già conosciuto nei giorni in cui è stata qui insieme a me... ma ora è Harry che le sta vicino. È lui che l'abbraccia stretta, che si siede accanto a lei e le accarezza la testa, che tenta di tranquillizzarla sussurrandole all'orecchio parole che non riesco a sentire,

Mi avvicino al lavandino e, in silenzio, prendo un bicchiere di acqua per me e uno per lei. Ho bisogno di rinfrescarmi le idee e riprendermi da questo brusco risveglio. Nel frattempo, passo una piccola dose di acqua fredda sul viso per svegliarmi del tutto e cercare di calmare il mio cuore dall'agitazione... e forse, anche un poco dal senso di abbandono che lo attanaglia.

Quando torno da loro, li ritrovo abbracciati stretti l'uno all'altro sul divano, Sally che continua a respirare ma con sempre meno affanno, e Harry che riesce pian piano a tranquillizzarla. Mi sento del tutto inutile e superfluo in questo momento... così come in fondo sono sempre stato.

«Come sta?» chiedo soltanto.

Harry muove la testa su e giù e mi lancia un'ultima occhiata molto eloquente. «Ci sono io, adesso. Starà bene.»

La migliore scelta di parole di sempre, vorrei dire, ma purtroppo è anche quella più vera. Ora che Harry è qui, io a Sally non servo più.

Annuisco, posando il bicchiere sul tavolino davanti a loro. «Ok... le lascio qui un bicchiere d'acqua, io torno a dormire.»

Sono già a metà dello stretto corridoio che conduce alle camere, ma la voce di Sally mi ferma un'ultima volta. «Grazie... Sam. Scusa se ti ho svegliato.»

«Spero starai meglio», riesco solamente a dirle.

Muove appena la testa per mostrarmi quello che immagino debba essere nelle sue intenzioni un sorriso, ma di certo questo non riesce ad assumere una forma finale adeguata. Impiega solo un paio di secondi per sparire di nuovo. Torna a posare la testa sulla spalla di Harry e lui lascia andare il capo su di lei.

Harry ti presento SallyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora