«È tempo di regali!» esclamo d'un tratto. Mi sento particolarmente euforico e non vedo l'ora che Sally apra il suo finto regalo per godermi la sua reazione.
O scoppierà a ridere, o mi schiaffeggerà selvaggiamente.
Dopo vari problemi e intoppi, siamo riusciti ad accendere un piccolo falò abbastanza vicino alla riva, ma non troppo; tutto merito delle abilità di Ian e del piccolo boy scout che era stato in passato, e ora ci godiamo la luce e il lento calore che salgono verso il cielo stellato, accompagnati dalla sua chitarra, che strimpella di tanto in tanto per riempire il silenzio della notte. Per fortuna, a parte il caldo, oggi il tempo è stato clemente e ora l'aria fresca ci fa rabbrividire tutti, soprattutto la freddolosa Dakota, che ha passato l'ultima ora attaccata a me, probabilmente prendendomi come suo termosifone personale.
«Dakota, riesci a prendermi la borsa?» le chiedo gentilmente.
Come c'era da aspettarsi, le bottiglie di liquore sono quasi a metà, e tutti siamo abbastanza alticci da poterci divertire con qualsiasi stupidaggine ci passi per la testa. C'è la musica offerta dalla chitarra che Ian si porta sempre appresso, la brezza fresca in arrivo dal mare, alcol a fiumi, panini e cibarie di ogni tipo, e ci stiamo divertendo a sentire le cretinate che ogni tanto Sam si concede, ritornato nuovamente di buon umore. Insomma, siamo tutti euforici; tutti, eccetto Sally.
Non so che cosa le sia preso, ma si è semplicemente impossessata di una bottiglia di vodka ed è da almeno un'ora che fisso il livello del liquore trasparente che scende sempre di più. Più di una volta io e Ian abbiamo tentato di levargliela dalle mani, ma lei non ce lo ha mai permesso, trafiggendoci con sguardi glaciali.
Dakota, ben più alticcia di me, riesce a malapena a spingere il braccio fino alla borsa dei regali, e poi torna ad appoggiarsi nuovamente alla mia spalla per riuscire a mantenere l'equilibrio.
«Questo è per Ian e questo è per Sally», spiego soddisfatto.
I pacchetti passano di mano in mano fino ai rispettivi destinatari. Intorno al fuoco ci siamo disposti relativamente vicini: Dakota alla mia destra, Jessica alla mia sinistra con accanto Ian, e dalla parte opposta ci sono Sam e Sally. L'immagine di questa divisione a coppie non mi va molto giù, ma penso di poter tranquillamente resistere ancora per questa sera dopo aver stretto i denti per una settimana. Per lo meno Lewis oggi non c'è perché è andato dai suoi genitori, così non sono stato costretto a vedere pure lui vicino a Sally.
«Ehi! Grande! Due biglietti per la prima dei Lakers! Grazie, Harry!» esclama Ian, sinceramente sorpreso.
Il suo temporaneo entusiasmo, però, viene completamente cancellato da uno strillo di Jessica. «Ma è il mio compleanno quel giorno!»
Ian resta a bocca a aperta, i suoi occhi azzurri guizzano verso di me e poi tornano dalla ragazza. «Vieni con me, allora! Potremmo festeggiare insieme alla partita.»
Jessica, i capelli rossi tutti scompigliati dall'aria della sera, si alza improvvisamente in piedi. «Di me non ti importa più niente! Mi ignori e mi lasci sempre sola! Sei sempre al lavoro, ti fai comandare a bacchetta dai tuoi genitori... non ne posso più!»
«Ma non è vero!»
«Sei solo uno stronzo!» sbraita la rossa.
Alla fine, dopo l'ultimo insulto, Sally si alza di scatto, restando a dondolare appena sui suoi piccoli piedi come una banderuola sospinta dal vento. «E tu sei una maledetta scopa in culo; lascia in pace mio fratello e sparisci una buona volta! Stai dando spettacolo e qui ormai non ti sopporta più nessuno.»
La fissa con gli occhi appannati dall'alcol e brandisce la bottiglia di vodka davanti alla faccia come una ridicola spada laser.
Jessica è talmente presa alla sprovvista dagli insulti di Sally che le mancano le parole per ribattere, così inizia a boccheggiare, fissando prima Ian in cerca di qualche forma di aiuto, e poi la sorella.
Infine, senza trovare alcun aiuto, ritorna sul suo ragazzo, inacidendo al massimo lo sguardo. «E tu le permetti di parlarmi così?»
«Calmiamoci tutti un attimo», mi intrometto io. «Siamo a una festa.»
«Tu fatti i cazzi tuoi, Harry. E tu», continua Jessica, fuori di sé, prima di girarsi di nuovo verso Sally. «E tu, brutta nana senza significato, come credi di potermi parlare in questo modo. Chi ti credi di essere?»
Sally scatta in avanti e, se Sam non l'avesse afferrata al volo, sono quasi sicuro che avrebbe distrutto
la bottiglia sulla testa di Jessica.
«Jessica, cazzo, è mia sorella! Non ti permetto di trattarla così!» sbotta Ian indignato.
La rossa, fingendo una disperazione a dir poco fuori luogo, scoppia a piangere e corre via, verso la strada.
In tutto questo trambusto, però, i miei occhi continuano a fissare Sam che tiene ferma Sally, trattenendola con le braccia intorno alla vita; e qualcosa mi dice che stia continuando a farlo anche quando non ce n'è più bisogno.
«Mi sto divertendo un mondo», sogghigna Dakota. Non riesco a capire se sia davvero ubriaca, cosa probabile perché ha sempre bevuto molto poco, o se finga.
«Ian, che vuoi fare?» gli chiedo.
Si passa le mani tra i capelli biondi. «Non lo so.»
«Ma vaffanculo, Ian», sbraita Sally mettendosi di nuovo seduta, a gambe e braccia incrociate. «Vai là e mollala. Se lo merita quella stronza».
Ian è combattuto. Ci guarda tutti ancora una volta. «Forse è meglio che io vada da lei e la riporti a casa...».
E così dicendo afferra tutte le sue cose, l'ombrellone ripiegato e i suoi regali non ancora scartati, e se ne va, diretto verso Jessica e la sua macchina.
E la conclusione che arriva da Sally è soltanto una; l'unica possibile: «Che compleanno del cazzo.»
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Harry ti presento Sally
ChickLitCOMPLETA «E poi, quando ti accorgi che vuoi passare il resto della vita con qualcuno, vuoi che il resto della vita cominci il più in fretta possibile.» «È un film?» mi informo, visto che quella frase mi sembra di averla già sentita da qualche parte...