2.34 La carrozza vi attende

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Sam

Dopo le due settimane appena trascorse, la convivenza tra me, Harry e Sally sembra aver raggiunto un equilibrio. Sorprendendomi non poco, mi sto rendendo conto che Harry ha ricominciato a parlarmi come faceva un tempo. Ovviamente, la consapevolezza di quello che è stato con Sally è sempre sottesa e continua a irrigidire i nostri rapporti, ma per lo meno di facciata fingiamo che non sia successo niente e cerchiamo di parlare insieme il più normalmente possibile. Harry non mi racconta molto di Sally, e sinceramente preferisco così. Viviamo le nostre vite nello stesso ambiente, ma come pianeti che viaggiano su differenti orbite.

Oramai vedo Julie quasi tutti i giorni, la sento al telefono spesso e la penso ancora di più; mi sto legando a lei in un modo che forse non credevo nemmeno possibile, visto che sono sempre stato refrattario alle relazioni serie e, soprattutto, visto che il pensiero di Sally è sempre presente; vivendo nello stesso spazio, credo sia inevitabile. Sono giunto alla conclusione che, forse, lei abbia trovato una collocazione adeguata nella mia testa, nel mio petto, nella consapevolezza che ormai è tutto finito.

Sto andando avanti come tutti mi hanno suggerito di fare, ho imboccato il sentiero verso il quale i miei amici mi hanno spinto con affetto e preoccupazione, e mi sto rendendo conto che forse è davvero la direzione più giusta: passare il tempo con Julie, portarla fuori a cena e preoccuparmi di tutta una lunga serie di questioni da classico fidanzato modello, mi sta facendo sentire diverso; un ragazzo che non sono mai stato prima: più maturo, più voltato al futuro. Credo che sia una buona cosa...

«Sam?» mi chiama Harry.

«Mh?» rispondo cambiando canale per l'ennesima volta, ma senza trovare nulla di decente da guardare alla televisione. Do un'occhiata all'ora sul telefono per regolarmi su quando iniziare a prepararmi per l'uscita con Julie. Devo andare a prenderla in macchina alle nove, ma sono solo le otto e mezza e ho ancora un sacco di tempo.

Harry toglie i piedi dal tavolino e si mette seduto meglio sul divano per potermi parlare. Durante l'ultima ora passata davanti alla televisione con me, è stato particolarmente silenzioso: la questione inizia a insospettirmi. Per di più, quando si mette in quella posizione, con i gomiti sulle ginocchia e l'espressione grave in volto, significa che la cosa è davvero seria. «Credo che tra due giorni tornerò a casa.»

Alzo le sopracciglia e infilo l'ultimo pezzo di hot-dog in bocca. «Hai sentito i tuoi genitori?»

«Sì, hanno bisogno di me al ristorante. Sono rimasto qui per troppo tempo ed è ora di tornare a casa.»

«Immagino che Sally sarà contenta di partire», la mia voce è piatta e ci metto così tanto impegno per far risultare indifferente il mio tono che quasi, quasi finisco per credere pure io che non mi importi della sua partenza.

«Non gliel'ho ancora detto», ammette con fatica. «Gliene parlerò stasera. Prima, devo capire alcune cose...»

«Come vuoi», commento fingendomi tranquillo, anche se non riesco bene a interpretare ciò che sento dentro. In parte, sapere della partenza di Sally non mi piace affatto, non posso di certo negarlo; ma dall'altra parte, ammetto candidamente di sentirmi sollevato. Una volta distante da me e dalla mia vita, credo proprio che le cose andranno decisamente meglio con Julie.

«C'è una cosa che volevo chiederti», aggiunge a denti stretti.

«Spara.»

Il fatto che prenda un respiro profondo, che incroci le dita tra loro, che guardi il tavolino a lungo prima di puntare i suoi occhi nei miei con determinazione, ammetto che mi faccia preoccupare, e non poco. «Se Sally non venisse via con me...»

«E perché mai non dovrebbe?» lo interrompo.

«Di questo non devi preoccuparti, è una cosa tra me e lei. Ti sto solo chiedendo, se per caso io dovessi partire senza di lei, tu pensi che... che potresti tenerla ancora qui per un po'? Almeno fino a che non si riprenderà del tutto?»

Harry ti presento SallyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora