2. La mia camera è salva

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Sam è già accanto alla macchina, mentre Ian segue la sorella con fare annoiato e io mi aggrego dietro di loro. Sally è venuta a vivere con noi nel nostro appartamento, visto che è in cerca di una lavoro e deve essersi stancata di vivere ancora con i genitori. Beh, a dire il vero l'appartamento non è davvero nostro: è quello della famiglia di Ian e Sally, gli Scott, maledettamente ricchi sfondati. Di conseguenza, nessuno di noi ha avuto nulla da ridire sulla nuova coinquilina, visto che la casa è anche di Sally. L'idea di dover condividere gli spazi con una donna non mi va molto, visto che non ho intenzione di inciampare in scarpe col tacco lasciate in giro, o ritrovare il lavandino del bagno ricolmo di trucchi, creme e profumi.

Io, Sam e Ian ci siamo conosciuti al primo anno di università e, in un paio di mesi, Ian ci aveva offerto di andare a vivere con lui e il suo coinquilino, Lewis, pagando una cifra ridicolmente bassa di affitto. Ovviamente, noi avevamo accettato su due piedi, da bravi spiantati e squattrinati che siamo sempre stati. Al tempo, io avevo iniziato a seguire il primo anno di Economia con Sam, ma avevo capito subito che studiare non faceva per me; così ho mollato dopo il primo semestre, anche se ho continuato a vivere insieme a loro: l'unico non studente in tutta la palazzina di universitari.

Ho preferito di gran lunga lavorare, anche se fare il barista di un pub notturno non dovrebbe essere la massima aspirazione di un ragazzo di venticinque anni. Ma è la vita, e la mia è andata così e ormai mi adeguo.

Per lo meno, posso vantarmi di essere uno dei migliori barman della zona. Su questo non si discute.

Samuel, detto Sam altrimenti si incazza, invece sta ancora rincorrendo la laurea; ha venticinque anni ma è rimasto ancora un ragazzino come al liceo: pensa solo alle feste, scopare, bere, fumare e... scopare. Immagino sarà quella la sua specializzazione post laurea.

Ian, invece, appena laureato in Economia perfettamente entro i tempi, è sempre stato l'ago di mezzo del nostro trio: né troppo posato, né troppo esuberante; ma, da quando si è fidanzato con Jessica un paio di mesi fa, è caduto in un baratro di noia e placidità al limite della sopportazione. E pensare che era stata la mia ex a insistere per far conoscere la sua migliore amica a Ian... non dovevo darle ascolto, lo sapevo...

Mi avvicino alla BMW serie 3 decapottabile nuova, rossa e tirata a lucido, probabilmente regalo dei suoi genitori per il diploma; Ian ne ha una uguale ma nera. Dal bagagliaio aperto non vedo tutte le valigie che mi sarei immaginato da una donna che si trasferisce in un nuovo appartamento: ci sono solo un trolley e una borsa a tracolla più piccola.

Sam prende la valigia, mostrando attentamente tutta la forza nei bicipiti abbronzati per fare colpo, mentre Ian afferra un paio di sacchetti dai sedili posteriori, così a me non resta che darmi da fare con la borsa nera a tracolla appoggiata con cura sul fondo del bagagliaio. È abbastanza pesante nonostante sia così piccola.

«Aspetta, quella la porto io», esclama Sally bruscamente, cercando di prendermela dalle mani.

«Guarda che sto attento», la avverto mettendomela comunque a tracolla nonostante le sue lamentele.

Sospira appena e mi avverte con lo sguardo di non farla cadere, ma è così bassa e minuta che la sua occhiataccia minacciosa non suscita alcun timore. Ma per chi mi ha preso?

Attraversiamo la stretta striscia di prato che circonda la palazzina e arriviamo al portone, mentre Sam non la smette di ronzare attorno a Sally come un calabrone in astinenza. Certo, Sally è carina, ma di certo non da perderci la testa. Di certo non è Dakota...

«Ehi! Harry!» strilla Ian.

Cazzo, mi ero perso nei miei pensieri di nuovo. «Che palle, che vuoi?»

Harry ti presento SallyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora