2.12 Sfida accettata

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Con slancio, Sally apre la porta della camera senza bussare. «Sei pronto, Sam?»

Annuisco, finendo di abbottonare la camicia bianca e Sally resta impalata a fissarmi. «Ma dove mi vuoi portare, scusa? Non avevi detto che era una festa di studenti universitari?»

Entra dentro indossando i pantaloni e la maglietta che aveva quando è arrivata qui, gli unici indumenti suoi che possiede e che non siano troppo fuori misura come quelli che le ho comprato io. Con i capelli legati e il viso completamene struccato come sempre, pare essere ancora più giovane di quanto in realtà già è.

«Andiamo alla Festa di Primavera; la organizzano su una collina poco fuori città», le spiego. «Ci sarà alcol, musica, alcol, idioti che ballano, alcol, magari qualche rissa...»

«E perché cazzo ti metti la camicia? Sei troppo elegante e sei... strano», dice con una mezza smorfia, come se vedermi con la camicia la disgustasse oltre ogni immaginazione.

Alzo le spalle e controllo di aver infilato i lembi adeguatamente dentro i jeans. «Ormai, mi vesto sempre così, sai?»

Le sue piccole mani prendono a gesticolare. Ha trascorso l'intera giornata di oggi inquieta al pensiero della serata da passare fuori, ha paura che le venga qualche attacco di panico o di ansia, ma è combattiva e si è ripetuta più e più volte di tenere duro il più possibile. «Beh, dovresti cambiarti», sentenzia arrivando al mio armadio e prendendo a ficcanasare all'interno come fosse roba sua.

Inizia così a estrarre magliette e jeans a caso, buttando il tutto sul letto alla rinfusa fino a scegliere un paio di vecchi jeans neri strappati e una t-shirt che non ricordavo nemmeno di possedere, anch'essa nera.

«Ma non metto questa roba da una vita», ribatto prendendoli in mano.

Sally mostra un mezzo sorriso. «Lo so... ma il giorno in cui ti ho conosciuto, eri vestito esattamente così.»

Aggrotto la fronte, sorpreso che si possa ricordare di un dettaglio tanto insignificante. «Davvero? E come fai a ricordartelo?»

«Ho buonissima memoria... e poi, vorrei ricordarti che quella sera ti ho tolto io quella roba con le mie stesse mani, quindi direi che me la ricordo mooooolto bene», afferma uscendo infine dalla stanza. «Ti aspetto di là! Muovi il culo!»

Mi ritrovo a scrollare la testa per il suo comportamento e non posso fare a meno di aprirmi in un sorriso. Certo, è ancora evidente che Sally non stia bene, ma questo passo che lei ha voluto fare, il suo provare a tornare in parte la ragazza che era un tempo, non posso che considerarlo come un enorme progresso. E questo, nonostante tutto, la mia testa e il mio cuore non possono fare a meno di considerarlo come un passo avanti per un possibile noi due.

Mi vesto con i jeans e la maglietta che ha pescato Sally dall'armadio e infilo la giacca di pelle prima di andare in cucina; Sally è appoggiata al ripiano accanto ai fornelli e sta fissando insistentemente la sua mano che giocherella con le forbici, sovrappensiero e con lo sguardo puntato davanti a sé. Si estranea spesso quando siamo insieme, e posso immaginare a che cosa stia pensando. Devo richiamarla più volte dai suoi pensieri prima che torni ad ascoltarmi, ma alla fine mi segue fuori di casa fino al parcheggio.

È silenziosa mentre procediamo con l'auto nella strada immersa nella notte, riesco a percepire solamente il suo respiro irregolare e agitato, visto che mi ha chiesto di spegnere la musica e la radio. Dice di non riuscire più ad ascoltare nulla in macchina... so che sta facendo molto, ma non voglio nemmeno dovermi rendere conto che Sally abbia esagerato con le sfide progettate contro se stessa.

La strada che esce dalla città continua ancora per poco sulla copertura dell'asfalto e ben presto dobbiamo orientarci tra stretti sentieri sterrati che risalgono le morbide colline che si alzano fuori Los Angeles. Ho dovuto riallacciare numerosi rapporti che avevo reciso per trovare questa festa, pensando fosse l'ideale per Sally per ritornare gradualmente al mondo, visto che un locale claustrofobico e pregno di persone non sarebbe di certo stato l'ideale per lei.

Harry ti presento SallyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora