22. Insoddisfatto

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«Dakota, è meglio che ti riaccompagni alla porta», le dico ignorando la sua mano.

Lei si accorge della mia espressione di finta calma, ma non commenta ulteriormente. Anche lei sa benissimo che non posso dimenticare ogni cosa nel giro di cinque minuti e, soprattutto, ancora non so se voglio farlo.

Prima di uscire dalla stanza, però, mi chiede: «Mi prometti che ci penserai?»

La accontento. «Ci penserò, ma non ti prometto niente.»

Ora che usciamo dalla mia camera, sentiamo di nuovo il familiare rumore delle sedie strisciate sul pavimento che ci ricordano di quanto i miei amici siano dei gran ficcanaso.

«Ciao, ragazzi... a presto», mormora Dakota prima di uscire, poi si avvicina e mi prende la mano, tirandomi verso di lei. «Ci vediamo domani?»

Mi sento gli occhi di tutti addosso e prevedo di dover dispensare una miriade di spiegazioni inutili da qui a breve. Alla fine annuisco e la saluto, ma non mi avvicino come lei pensa: non so bene come comportarmi, ma di certo non la bacerei ora. L'Harry rincretinito non è ancora tornato del tutto.

Quando mi chiudo la porta alle spalle, ritrovo Sam già in preda a un minaccioso sfregamento di mani, Ian con gli occhi azzurri spalancati in una richiesta di maggiori e succulenti informazioni e Lewis che lo imita, senza fingere alcun riserbo. Ma di Sally, in cucina, non c'è traccia.

«Allora... che succede?» cantilena Sam, balzandomi al fianco e mettendomi un braccio sulle spalle con aria solenne. «Tette di zucchero si è accorta che le manca il suo bambolotto?»

Sorvolo su bambolotto e tette di zucchero, altrimenti la questione potrebbe dilungarsi a dismisura. «Ha lasciato quel cretino», spiego soltanto.

Dal bagno si leva il rumore del phon e capisco che Sally si è infilata lì per asciugarsi i capelli. Devo andarle a parlare e spiegare la situazione.

Forse non dovrei farlo... ma sento di volerlo. Odio quando le situazioni rimangono in sospeso e non vorrei che lei fraintendesse.

«E quindi, pensa di poter tornare da te così, come niente fosse?» domanda Lewis indignato. «Ma per chi ti ha preso? Per un cane?!»

«O per un verme?» aggiunge Ian.

«O un'ameba?» continua Sam.

«Ok, ok, ho capito!» tento di bloccarli. Sono già nervoso, soprattutto nervoso con me stesso e per il fatto di non aver buttato fuori casa Dakota a calci come meritava, lasciandola pure con la promessa che avrei pensato alla sua offerta...

Ma quanto sono idiota?!

«Era per rendere l'idea», si scusa Ian per poi riprendere con più energia, battendo con vigore una mano sul tavolo. «Non può fare quello che le pare e usarti a suo piacimento, no?»

Mi fissa per sondare la mia espressione e ricomincia, con fare alquanto preoccupato. «Ci sei tornato insieme?»

Sospiro e incrocio le braccia. «No... lei vorrebbe ma non so cosa fare», ammetto. «Forse dovrei... pensarci.»

«Non c'è niente da pensare, Harry», sbotta Sam. «Dakota è una stronza, lasciala crogiolare nella stronzata che ha costruito con le proprie mani.»

«Beh, ma sono stati tanto tempo insieme», ragiona Ian, «quindi ti posso capire in un certo senso, Harry. Se Jessica facesse quello che Dakota ha fatto a te, e poi tornasse indietro a chiedermi di stare di nuovo insieme... non lo so, forse una seconda possibilità potrei provare a dargliela. Siete stati tanto tempo insieme.»

«Cazzate», sbotta Sam, tornando a sedersi al tavolo. «Il tradimento è sempre tradimento. In qualunque modo tu lo veda.»

«No, tu non capisci Sam; tu non hai mai avuto una ragazza come si deve, non ti sei mai innamorato... a volte si fanno delle cazzate quando si è innamorati», riprende Ian e Sam, a quelle parole, abbassa appena la testa.

Harry ti presento SallyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora