48. Minacce alle parti basse

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Harry

Ian infila le mani in tasca e mi guarda dritto negli occhi. «Io voglio soltanto sapere perché non me lo hai detto», il suo tono è serio, ma non più arrabbiato come ieri; forse è soltanto deluso dal fatto che gli ho mentito, per non avergli mai detto quello che provo per sua sorella.

Alzo le spalle e cerco di fargli capire dalla mia espressione quanto io me ne penta. «Mi dispiace, hai tutte le ragioni del mondo per avercela con me. Il fatto è che avrei voluto dirtelo solamente quando avrei avuto la sicurezza di quello che potevo avere con Sally. Non volevo che pensassi che la stavo prendendo in giro o altro...

Fino alla sera del tuo compleanno stavo provando a far funzionare le cose con Dakota; è stata Sally a convincermi a riprovarci, e non avrebbe avuto senso parlartene prima, parlarti del fatto che da qualche settimana a questa parte non faccio altro che pensare a tua sorella. Mi dispiace di averti fatto incazzare, Ian; mi sono comportato da coglione», ammetto facendo un passo verso di lui.

Alza lo sguardo verso gli alberi, i suoi limpidi occhi azzurri incontrano per un istante un fascio di luce solare. Anche se il colore è completamente diverso, la forma degli occhi è la stessa nella sorella: appena arrotondati, grandi, dolci. «Avete chiarito voi due?»

«Sì, credo di sì; a meno che in questo momento mentre sono qui fuori con te, lei non stia fuggendo dalla finestra. Ora mi sembra più calma.

Sei ancora incazzato con me?» domando infine.

Sbuffa profondamente e si mette a calciare un paio di ghiande cadute sul sentiero, facendo alcuni passi in avanti. «Non sono mai stato incazzato con te, Harry.»

Aggrotto le sopracciglia. «Ehm... ieri sera non mi sembrava proprio», osservo.

Le sue mani prendono a muoversi davanti a lui in gesti agitati. «Mi dispiace di aver reagito così... ma era il mio compleanno, ci tenevo a quella festa... e Jessica mi ha lasciato così, su due piedi... davanti a tutti...

Dice che non mi vuole più, che penso solo al lavoro, che la trascuro e... e tutte quelle puttanate solite. Poi mi sveglio per andare a pisciare e ti trovo che ti sbatti mia sorella sul tavolo. Cazzo, la mia reazione credo sia stata più che comprensibile», sbotta agitato, sputando le parole il più velocemente possibile per toglierle dalla sua lingua e dai suoi pensieri.

«A dire il vero, non mi stavo sbattendo proprio niente l'altra sera», preciso, e sono sinceramente sollevato di sentirlo più tranquillo. Io e Ian non abbiamo praticamente mai litigato da quando ci conosciamo e l'idea di aver all'improvviso rotto l'amicizia per un mio errore non mi andava proprio giù.

«Harry, io non sono mai stato un fratello geloso per Sally; lei si è sempre fatta la sua vita giustamente, si è divertita così come ho fatto io prima di incontrare Jessica. Ho sempre pensato che se io mi vedevo senza impegno con qualcuna di tanto in tanto, allora non c'era motivo per cui lei non potesse fare altrettanto. In ogni caso, conosci Sally ormai: anche se mi avesse dato fastidio il suo modo di comportarsi con i ragazzi, secondo te sarebbe cambiata?» domanda in tono scettico.

Sorrido appena all'idea della furia che avrebbe scatenato Sally a un no immotivato del fratello. «Direi proprio di no.»

«Appunto... però ricordo quando non è stata bene, quei mesi in cui non voleva più uscire di casa, la depressione e gli attacchi di panico; per qualche anno è tornata normale, ma l'ho vista peggiorare in quest'ultimo periodo e... mi dispiace, Harry, ma quando l'ho vista insieme a te, ti ho dato la colpa», spiega con rammarico sedendosi sulla panchina.

«Grazie», rispondo sarcastico sedendomi accanto a lui.

Ian si appoggia con i gomiti alle ginocchia e si passa entrambe le mani tra i capelli spettinati. «Lo so... Sally mi ha detto che non è stata colpa tua ma... te l'ho detto, sono successe troppe cose ed ero fuori di me. L'altra notte, dopo che ha parlato con te e che tu le hai detto tutte quelle cose, lei era più giù del solito. Mi ha detto che si è sentita in trappola, che aveva fatto il passo più lungo della gamba, e la paura le ha suggerito di fuggire. Così abbiamo deciso di venire via insieme, pensando che mi sarei anche potuto staccare da Jessica e da tutto il resto per un po' di tempo: mi è sembrata la scelta migliore. Anche se staccarsi da te non è stato affatto facile per lei.»

Harry ti presento SallyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora