2.10 Insieme a me

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Se prima di questa chiamata ero confuso da quello che è successo tra loro due, ora lo sono ancora di più. Non sono riuscito a decifrare le parole del mio amico, o di quello che un tempo chiamavo come tale perché credevo di conoscerlo. Credo che ormai, l'unica persona che può chiarire i miei dubbi sia chiusa nel mio appartamento e devo riuscire a convincerla a parlare.

Ancora non riesco a credere di aver visto il mio amico cambiare così tanto e in un lasso di tempo così breve. Solo qualche mese fa, loro due parevano la coppia più vomitevolmente felice dell'universo, ho sofferto come un cane a vedere Sally annunciare il matrimonio, a sopportare il sorriso che entrambi non si accorgevano nemmeno di scambiarsi... Ma ora ho solo un pensiero al quale mi voglio attaccare: lei è in casa da sola e io voglio tornare da lei. Non voglio pensare a nient'altro.

Dai sedili posteriori afferro la borsa colma di tutto quello che ho pensato di comprare per lei, visto che è arrivata all'appartamento senza valigie o altro, e mi assicuro di chiudere l'auto prima di dirigermi a passo svelto verso l'appartamento.

Le chiavi che tintinnano, lo scatto della serratura e la porta si apre mentre il mio sguardo vaga subito alla sua ricerca. Sally non è in salotto, né in cucina, ma individuo subito la porta del bagno che sembra essersi appena richiusa di scatto.

«Sally?»

La voce si affretta a levarsi. «Sono... in bagno... un... un minuto ed esco», balbetta rapidamente.

Appoggio la borsa del negozio sul tavolo e vado in camera per cambiarmi; quando passo davanti alla porta chiusa del bagno, sento l'acqua scorrere nel lavandino.

Una volta di ritorno in cucina dopo un paio di minuti, trovo finalmente Sally, china con la testa infilata nel frigorifero e i miei vestiti ancora indosso; non l'ho sentita uscire dal bagno. «Che cosa mangiamo oggi?» domanda afferrando del formaggio a fette per controllarne la data di scadenza.

Sono appena stato fuori a pranzo con Julie, e lei dovrebbe saperlo bene, ma per qualche ragione sembra esserselo dimenticato. «Io ho già mang... Ehi, ma che hai fatto al braccio?» le dico avvicinandomi di scatto quando noto la stoffa della garza medica che spunta dalla manica della felpa.

Le prendo la mano e, anche se lei si ribella un poco nella mia presa, riesco ad alzarle la manica per constatare che la garza le ricopre quasi tutto l'avambraccio. «Che ti è successo?»

Lei si fa indietro con uno scatto nervoso e si ricopre subito. «Non è niente, Sam. Mi sono fatta male e mi sono messa la garza prima in bagno», borbotta rapida evitando il mio sguardo indagatore.

«Come hai fatto a farti male?»

I suoi occhi saettano di nuovo verso il frigorifero quando richiude lo sportello; si affaccenda sul piano di lavoro per tirare fuori due bicchieri, le posate... «Mi sono bruciata con il pentolino mentre preparavo il té caldo... non è niente.»

La sposto afferrandola per una spalla per guardarla negli occhi; non sopporto quando le persone evitano il mio sguardo. «Ti sei ustionata, vorrai dire?»

«Ti ho detto che non è niente, Sam, lasciami in pace!» esplode all'improvviso, sbattendo il coltello sul ripiano con forza. Quasi le tremano le mani dalla rabbia; una reazione davvero eccessiva.

«Ehi, calmati, ero soltanto preoccupato», cerco di placarla, visto che sembra essersi arrabbiata esageratamente per una faccenda di poco conto. «Se mi dici che stai bene, allora ti lascerò stare.»

Dopo il litigio al telefono con Harry, ci mancava soltanto questo a completare il quadretto irritante. Mi volto scrollando la testa e sto per andare a sedermi sul divano, ma sento improvvisamente la mano di Sally cingermi il polso. «Scusa, Sam», pigola con la voce ridotta a un sussurro.

Harry ti presento SallyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora