38. Fino alla fine

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Sono seduto sul divano, non so come io ci sia arrivato, e sono grato del fatto di non dover usare le gambe: non credo che mi reggerebbero.

Mi ha lasciato.

Sally mi ha abbandonato, proprio adesso che potevamo avere un futuro. Perché?

Cazzo, perché?!

La sensazione della mano di Lewis sulla mia spalla arriva al mio cervello in ritardo; vedo la sua figura a lato del mio campo visivo, seduto vicino a me a studiare i miei tratti e le mie reazioni, ma non ho il coraggio di guardarlo: quei suoi maledetti occhi azzurri mi farebbero scoppiare a piangere, e non ho alcuna intenzione di farlo davanti agli altri.

«Sally è andata via? Alla fine lo ha fatto?»

Prendo un respiro profondo, anche se è debole e tremolante; mi pizzicano gli occhi e forse sono rossi, ma devo resistere.

«Alla fine?» domando.

Si appoggia con i gomiti alle ginocchia, accarezzandosi i palmi delle mani giunte. «Ti ricordi quel pomeriggio? Quando io e Sally siamo usciti e abbiamo bevuto un po' troppo?»

Annuisco; devo massaggiare gli occhi per controllare che le lacrime di rabbia e delusione non siano realmente sgorgate.

«Beh, quel giorno abbiamo parlato molto... principalmente di te; di quello che prova per te.»

«Quindi, tu sapevi», commento con voce piatta. Ormai, tutto sembra aver perso improvvisamente importanza e colore. Sono passato dall'euforia, alla gioia, allo spavento, alla delusione e infine al dolore con scatti così repentini che il mio corpo sembra essere andato in tilt: se il mio cervello fosse attaccato a un elettroencefalogramma, credo che la linea visualizzata in questo momento non mostrerebbe alcun movimento.

Mi appoggio allo schienale e continuo a prestare ascolto alle sue parole. Sam viene a sedersi silenziosamente sul bracciolo e posa una mano sulla mia spalla, in silenzio.

«Sì... ero l'unico a sapere tutto, a dire il vero.»

«Anche Sam sapeva», osservo.

Ma il diretto interessato scrolla rapidamente la testa. «Sally me ne ha parlato soltanto ieri sera, quando tu e Dakota ve ne siete andati.»

«Ah», posso solo commentare, la voce spenta, lontana. Riesco persino a non arrabbiarmi o infastidirmi per il fatto che quella che credevo esser stata una sceneggiata tra Sally e Sam... poi tanto sceneggiata non era; almeno, non lo era stata per Sam.

Toglie la mano dalla mia spalla per iniziare a gesticolare, provando a enfatizzare le sue parole. «Beh, ecco, io e Sally eravamo in macchina e io le stavo per...»

«Sam!» lo sgrida Lewis.

Io resto con lo sguardo fisso davanti a me.

«Oh, che coglione, scusa Harry. Beh, eravamo in macchina e stavamo per fare quello che puoi immaginare, e lei, di punto in bianco, è scoppiata a piangere. Al che ho pensato di essere stato troppo rude e di averla toccata dove lei non...»

«Sam!» ribadisce con veemenza Lewis.

«Ok, ok... le ho chiesto che cosa aveva, allora si è sfogata con me.»

«Cosa ti ha detto?» gli chiedo.

«Ha detto che non resisteva a vederti con Dakota, che ci soffriva troppo.»

«Ma perché cazzo se ne è andata via, allora!?» irrompo. «Ho lasciato Dakota per lei!»

«Ian non ha detto niente a riguardo?» domanda Lewis. Occhi dolci ha l'incredibile capacità di infondere calma nel prossimo, e infatti mi ritrovo a fare un respiro profondo e a riprendere a raccontare con più tranquillità.

Harry ti presento SallyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora