Sally
È la voce preoccupata di mia madre a darmi il bentornata a casa quando scendo lentamente dalla macchina, con il miglior sorriso di finzione che riesco a formare sul mio viso irrigidito dal pianto.
«Amore... che ti succede?»
Mia madre e il suo impeccabile radar materno. Ha sempre capito tutto quello che mi passava per la testa, intuendo se i miei malumori fossero solo frutto di "cambiamenti mensili" o se si trattava di qualcosa di più serio. Non sono mai stata un tipo loquace, e nemmeno lei in realtà, eppure era sempre riuscita a capirmi; con il tempo avevamo formato un particolare tipo di rapporto che mi ha sempre permesso di contare su di lei al cento per cento. Sapevo che lei ci sarebbe sempre stata per me, anche se in silenzio, anche solo per donarmi una carezza; era lei che mi era stata più accanto, alternandosi con Ian quando gli attacchi di panico si erano fatti più frequenti e pesanti qualche anno fa.
Qualche istante prima ero scesa dalla macchina cercando di mostrarmi al meglio, non voglio farla preoccupare inutilmente, ma il mio meglio fa evidentemente schifo abbastanza da farle notare che c'è qualcosa che non va. Papà non c'è, deve essere fuori per lavoro: preferisco di gran lunga così, visto che sarà già abbastanza difficile evitare mia madre per rinchiudermi in camera mia e non uscirne fino al secolo prossimo.
«Sto bene, mamma... sono solo stanca», provo a mentirle.
Giro la testa per afferrare la mia valigia dal sedile posteriore e nascondermi dal suo radar, ma ormai è troppo tardi.
«Oh, no... tesoro, hai di nuovo quella faccia», commenta raggiungendomi.
Ian fa il giro della macchina e mi prende la valigia dalle mani.
«Non ho nessuna faccia, mamma», provo ancora con la sceneggiata, «sto bene.»
«Che cosa è successo?» Mamma, insoddisfatta delle mie risposte, decide di rivolgersi a Ian.
Quando fanno così lei e mio fratello, che confabulano tra loro come se io non ci fossi e non potessi dire la mia, mi irrita e non poco.
«L'hanno licenziata e ora non si sente molto bene... forse ha la febbre o quelle... quelle cose lì di voi donne», spiega un po' imbarazzato, le guance che gli si chiazzano di rosa. Se mia madre riesce a indovinare perfino le mie bugie - e mi sono sempre considerata abbastanza brava a raccontarle -, con Ian vince già in partenza: mio fratello è la tipica persona a cui puoi leggere l'intera vita in una singola espressione del viso. È completamente trasparente.
Mia madre finge solo di credergli e, con un cenno, ci invita a entrare in casa; percorro la scalinata che porta all'entrata, attraverso il salone principale della villa, con Ian al mio fianco e mia madre dall'altro; in silenzio mi accompagnano verso la mia camera al piano di sopra, e sono grata della capacità rispettosa di mia madre di non fare domande, di non chiedere quando sa che non saprei cosa risponderle. Ormai è abituata.
Rientrare nella mia camera dell'infanzia, nonostante i brutti ricordi racchiusi entro queste quattro pareti, mi fa sentire più calma, più al sicuro, e so che qui posso riposare qualche giorno per potermi rimettere in sesto, ritornare la Sally che devo essere e ricominciare una nuova vita.
Mia madre si fa davanti a Ian e, delicatamente, lo lascia fuori dalla mia camera, chiudendo la porta alle sue spalle dopo aver preso la mia valigia e avermi lasciato il tempo di ringraziarlo per quanto ha fatto per me.
Anche se mia madre non dice nulla, so che mi sta scrutando molto attentamente. Mi accompagna al letto, mi fa sedere come se credesse sul serio al mio malessere fisico e insiste per fermarsi con me.
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Harry ti presento Sally
ChickLitCOMPLETA «E poi, quando ti accorgi che vuoi passare il resto della vita con qualcuno, vuoi che il resto della vita cominci il più in fretta possibile.» «È un film?» mi informo, visto che quella frase mi sembra di averla già sentita da qualche parte...