2.18 Bisogno

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Sally

Sento le braccia pizzicare sotto la felpa, il cerotto che tiene fisse le garze mi infastidisce. È la felpa di Sam, ha insistito per darmela questo pomeriggio quando mi hanno dimessa dall'ospedale, visto che la maglietta che avevo quando mi hanno portata con l'ambulanza al pronto soccorso devono averla buttata via perché imbrattata di sangue. Deve essere passato lui all'appartamento per prendermi i pantaloni e una maglietta, ma sosteneva che l'aria fuori fosse troppo fredda, così mi ha praticamente obbligata a indossare anche la sua felpa, di comune accordo con Harry.

Sbircio il suo sguardo dallo specchietto retrovisore e, ogni volta in cui riesco a intravedere i suoi occhi neri che mi cercano, sento il cuore contrarsi appena. Ho finito per ferire anche lui... vorrei parlargli ancora e chiedergli scusa, ma con Harry qui con noi non posso. Devo prima chiarire con Harry, capire che cosa deve dirmi e, soprattutto, come raccontargli di ciò che è successo in questi giorni per togliermi il senso di colpa; e poi, spero di poter parlare chiaramente con Sam, nella speranza che possa perdonarmi per ciò che ho fatto.

Stringo la mano di Harry, seduto accanto a me nei sedili posteriori dell'auto di Sam, ma tiene lo sguardo puntato fuori dal finestrino e, dopo ieri notte, sembra volermi guardare il meno possibile. Ha detto che oggi avremmo parlato di alcune cose... e io ora ho paura di dover ascoltare qualcosa che non ho voglia di sapere.

Per fortuna, di tanto in tanto Lewis e i suoi occhi azzurri si voltano a guardarmi dal sedile passeggero per donarmi piccoli spicchi di dolcezza, che io accetto ben volentieri. Stasera ceneremo a casa tutti insieme, verrà anche Ian e dovrò spiegare anche a lui che cosa ho combinato negli ultimi giorni; non sarà facile ma mi ripeto che devo tirare fuori le forze e ricominciare da capo.

All'arrivo nel parcheggio davanti all'appartamento, Harry scende rapidamente per aprirmi la portiera, ma Sam lo fa per primo perché è dalla mia stessa parte. Cerco di non badare agli sguardi glaciali che si scambiano ed evito abilmente la mano di Harry. «Riesco a camminare da sola,» affermo con sicurezza quando lo sento tenermi per il braccio, nemmeno fossi zoppa e potessi cadere da un momento all'altro.

«Harry?» lo richiama Lewis appena sceso dall'auto. «Posso parlarti un attimo?»

Sento il suo sbuffo lambirmi la spalla. «Non mi puoi parlare in casa?»

«No... è solo questione di un secondo. La accompagnerà dentro Sam, stai tranquillo.»

Il problema è che sembra proprio essere quell'ultima parte della frase a non lasciarlo tranquillo. Quando Sam mi si avvicina per dare il cambio a Harry nel sostenermi, faccio un passo avanti verso la porta principale. «Uffa, vi ho detto che so camminare da sola...»

«Ehi, il sangue della trasfusione era per caso andato a male?»

«Perché?»

«Perché sei acida. Forse era rancido.»

Sospiro e mi fermo davanti alla porta dell'appartamento, in attesa che Sam estragga le chiavi dalla tasca dei jeans. Ha un taglio sul labbro, è da questa mattina che l'ho notato e posso solo immaginare come se lo sia procurato... o chi ne è il responsabile. «Scusami, ma è che mi state tutti addosso e io mi... agito.»

«Forza, andiamo dentro. Sei pallida peggio di tuo fratello e non vorrei che svenissi qua in mezzo al corridoio.»

Prendo un respiro profondo e lo seguo. Sam mi fa sedere sul divano e, una volta assicuratosi che non ci sia pericolo per il mio equilibrio, sta già per andarsene in camera sua; ma io lo fermo per il polso. Volevo aspettare, ma forse questo è il momento migliore che potrò trovare nei prossimi giorni e non posso lasciarmelo sfuggire. «Aspetta... siediti un minuto, per favore. Vorrei parlarti.»

Harry ti presento SallyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora