2.14 Resistere

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Il seguito è solo un attimo, rapido, desiderato, concitato... una breve successione di sospiri e di movimenti che ci fanno ritrovare sui sedili posteriori dell'auto senza nemmeno rendercene conto.

Sono così profondamente felice che continuo a baciarla e a sorridere, e poi a baciarla di nuovo... e Sally si lascia toccare e sfiorare senza dirmi nulla, nel silenzio della foga che le fa artigliare la mia maglietta sulla schiena per non lasciarmi scappare via.

Assaggio tutto di lei come se questa fosse la prima volta ma, allo stesso tempo, come fosse il bentornato che non aspettavo altro di ritrovare: assaporo il suo respiro forte ed energico, che cambia a ogni mio bacio, a ogni mia carezza; il gusto della sua lingua, che si muove con muta attenzione con la mia; la pelle delicata e sottile del suo collo, della quale godo con le mie labbra quando mi allontano dalla sua bocca per scendere sempre più giù. Sally geme della mia irruenza e io faccio lo stesso, perché il desiderio e la gioia frammisti insieme mi stanno facendo impazzire e perdere completamente il controllo.

La festa non è lontana da noi, ma abbiamo il buio a proteggerci e io sento solamente il corpo di Sally sotto al mio, il suo bacino che si solleva per ricercarmi e richiamarmi a sé, e il gemito frustrato che lascia le sue labbra prima che io spinga i fianchi contro di lei fa scendere il sangue dalla mia testa così prepotentemente da darmi il capogiro.

Con una mano arpionata alla portiera per tenermi sollevato e l'altra che vaga sul suo corpo, torno a baciarla sulle labbra, torno a morderle, leccarle e dare sfogo alla voglia che nei miei sogni si è accumulata in tutto questo tempo... e mentre il mio corpo è già sulla via del non ritorno, quando ormai sarei pronto a prenderla qui, in macchina, incurante di tutta la gente che ci circonda visto che non mi importa assolutamente nulla dell'intero universo in questo esatto istante, riesco a fermarmi nel momento in cui sento le sue labbra sussurrare tra le mie: «Ti voglio, Sam.»

Rallento... rifletto mentre lo ripete ancora una volta, e io...

Io... con il mio cuore ferito, gli anni che sono passati dal ragazzo che ero... so che sto commettendo un errore. E finisco per odiare me stesso perché me ne sto accorgendo proprio ora, perché sto ritrovando la lucidità proprio nel momento più sbagliato che il mio egoismo avrebbe potuto trovare.

Così, eccitato all'inverosimile, mi scosto bruscamente da lei ed esco dalla macchina di getto.

Mi costringo a camminare, a fare dei passi intorno all'auto, a scalciare l'erba che incontra la suola delle mie scarpe. Mi passo freneticamente le mani nei capelli e prendo lunghi respiri profondi. Perché non posso, non posso farlo... non posso per Sally, che ancora non pensa a me come vorrei e lo so bene... non posso per Ian, che non ha la più pallida idea di ciò che sta attraversando la sorella, e forse anche un po' per Harry. Ma, sopra ogni altra cosa, lo faccio per me stesso; perché so che cosa vorrebbe Sally in questo momento, l'ho intuito forse fin da quando mi ha chiesto di voler passare una notte diversa, quando voleva provare a non pensare... e ciò che lei vuole non è Sam, la persona che sono adesso e che lei forse conosce solo in parte, ma vuole Sam il coglione, quello che la scoperebbe una notte senza provare nulla.

Ma per lei quel ragazzo è ormai lontano, fuori da ogni portata, e so bene che stanotte io non potrei scoparla e basta, lasciando perdere i sentimenti, e non sono di certo così ingenuo da credere che lei potrebbe ricambiarli. Domani mattina starei solamente peggio.

«Sam?»

Tengo le spalle voltate al suono della sua voce. «Stai ferma lì... dammi un momento.»

«Ma che ti prende? Io credevo...»

«Cosa credevi, Sally?» mi giro verso di lei e mi ritrovo ad alzare il volume della voce per la rabbia, per la frustrazione che mi attanaglia le viscere. «Che mi puoi usare come cazzo ti pare?»

Harry ti presento SallyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora