19. Numerose doti

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CAPITOLO CENSURATO. TROVATE LA VERSIONE ORIGINALE NELLA MIA OPERA INTITOLATA CONTENUTI MATURI.

TITOLO: 19 HARRY TI PRESENTO SALLY

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È come in quelle giornate nuvolose di fine estate; quando il vento sposta a gran velocità le nuvole, abbagliandoti di tanto in tanto con la vista dell'improvviso sole. Ecco, per me il momento dopo il sesso è qualcosa di molto simile: è quell'istante in cui il sole si nasconde nuovamente, e tu devi ritrovare il tempo per lasciar abituare le pupille alla nuova oscurità.

Sally si sposta delicatamente e mi lascia solo, ancora fermo e seduto nella mia posizione; si mette alla ricerca del suo costume, disperso da qualche parte sotto al letto e, proprio nell'esatto istante in cui io mi alzo in piedi per andare in bagno, lei se ne esce con: «Il bagno è mio!»

E così dicendo si fionda fuori dalla stanza, letteralmente correndo e sinceramente divertita dallo stato in cui mi trovo. Se prima poteva esserci il timore di un possibile imbarazzo tra di noi, ecco che lei lo ha cancellato immediatamente.

«Brutta stronza», le urlo, la testa ancora leggermente annebbiata, ma poi ripenso al fatto che potrebbe essere tornato qualcuno dalla festa e che potrebbe scoprirci. Guardo l'orologio e questo segna a malapena le undici e mezza, quindi è impossibile che uno dei miei amici si sia già ritirato, e non posso fare a meno di sorridere.

«Perché stai ridendo?» gongola lei ritornando in camera.

«Niente», rispondo vagamente scrollando le spalle.

«Dimmelo», insiste.

Esco dalla stanza con un sorriso ancora più grande, giusto per stimolare ancora di più la sua curiosità. Mi chiudo in bagno e, appena finisco di rinfrescarmi, torno in camera mia, ma lei non c'è già più. Resto di sasso in mezzo al corridoio, e per inciso ancora completamente nudo. Provo a dirigermi in camera sua e la ritrovo che sta cercando di mettersi il pigiama per andare a dormire. Cosa crede di fare?!

«Stai scherzando, vero?» esclamo e non le lascio il tempo di parlare. L'acciuffo e me la carico in spalla, le do una pacca molto sonora sul sedere nudo e la riporto in camera mia, senza far caso alle sue proteste mentre chiudo la porta.

«Che fai?» è divertita dalla cosa, ma cerca inspiegabilmente di sembrare infastidita.

«Abbiamo fatto un patto, e tu lo vorresti recidere così?» la butto sul letto e mi fiondo sopra di lei.

«Avevamo detto...», prova a dire, ma io la zittisco esattamente come ha fatto lei poco fa con me. Prima si irrigidisce, ma in un attimo si scioglie sotto le mie mani, mentre a me succede esattamente l'opposto.

«Avevamo detto una notte, non una volta soltanto. Sono soltanto le undici e mezza e ho in progetto di dormire davvero poco per le prossime ore», cantileno con un gran sorriso, che la contagia immediatamente.

«Non esagerare... potresti fare brutte figure.»

Fingo una faccia scioccata. «Donna, ma per chi mi hai preso?»

Scoppia a ridere dal mio tono di voce, ma poi lei si fa improvvisamente seria; distoglie lo sguardo e prende a giocherellare con un ciuffo dei miei capelli. «Harry... io... mi dispiace per prima.»

Le pizzico il fianco. «Ti avevo avvertita di non dire più che ti dispiace, e questa sarà la punizione ogni volta che lo dirai.»

Scoppia a ridere e inizia a guardarmi con un'ostentata espressione di superiorità. «Ma prima non lo hai fatto.»

«Mi hai beccato in un momento di deconcentrazione...»

«Però non... non ti sarà piaciuto», balbetta piano.

Spalanco gli occhi. «Se non mi è piaciuto?» esclamo prendendole il viso nella mano. «È stato fantastico, sul serio. Sono io che dovrei dirlo a te, visto che non tu non hai concluso come si deve.».

Mi allungo accanto a lei, portandola ad appoggiarsi sul mio petto. «Ormai ne sono abituata.»

«Ma ti è... piaciuto?»

La sua guancia si tende sul mio petto per il sorriso. «Certo che mi è piaciuto, Harry; anzi, forse più di altre volte.»

«Non devi fingere con me, Sally.»

Appoggiandosi al gomito, si alza appena per guardarmi meglio negli occhi. «Dico davvero... con te non riuscirei a fingere nemmeno se lo volessi. Ma mi è piaciuto davvero.»

«Come fai a non... impazzire?» provo a chiedere.

Un pizzicotto improvviso mi risveglia dal torpore. «Ehi! Vuoi proprio rigirare il coltello nella piaga?» mi sgrida. «Non è facile, ma ti abitui con il tempo, anche perché non hai molta altra scelta.

Credo che sia un po' come andare a fare un'escursione in un luogo bellissimo, per andare ad ammirare la vista più bella che tu abbia mai potuto sognare. Ti godi il viaggio, e in certi punti ti sembra persino di aver raggiunto la fine, perché non credi che possa esistere niente di più bello; ma poi, all'ultima svolta prima dell'obiettivo finale, ecco che vieni spinto indietro di nuovo. Non saprai mai quello che rimane nascosto, e allora ti accontenti di godere di tutto quello che il viaggio ti dà.»

Le accarezzo il braccio con la punta delle dita. «Mi dispiace... pensavo di...»

«Pensavi che grazie alle tue numerose doti sessuali potessi guarirmi all'improvviso?» domanda divertita appoggiando il mento sulla mia spalla. È serena ora, ne parla in tranquillità... mentre io impazzirei a parti inverse. Per un uomo non raggiungere l'orgasmo equivale a non fare sesso. Ma forse per le donne è diverso. Eppure non riesco a togliermi dalla testa questa sensazione di manchevolezza... il fatto che lei non abbia concluso non mi va per niente giù.

Con uno scatto ripiombo sopra di lei, quasi spaventandola. «Donna...», la avverto, mentre inizio il viaggio con la mia bocca dalle sue labbra a scendere sul collo, al seno, sempre più verso sud, facendola tornare di nuovo su quella via che ha già percorso, e che continuerò a percorrere con lei fino a quando non si avvicinerà alla meta finale più di quanto abbia mai fatto con chiunque altro. «Non hai ancora visto nulla delle mie numerose doti.»

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Harry ti presento SallyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora