64. Riappacificazione

19.1K 924 128
                                    

Canzone per il capitolo (una delle mie preferite in assoluto di sempre):

The Blower's Daughter - Damien Rice

**************************

Harry

Mi accomodo meglio alle spalle di Sally e provo a coprirci meglio con la coperta che ho portato dietro per ripararci dal freddo pungente del primo mattino. Siamo usciti di casa per farle prendere un po' di aria e ora siamo qui seduti da più di un'ora sul piccolo molo in legno dalla parte opposta della strada, avvinghiati l'un l'altro e osservando i primi sprazzi di alba che colorano il cielo sopra il lago. Il freddo è pungente e una debole nebbia si sta alzando dalle acque, nascondendoci alla vista di quei pochi avventurosi che alle cinque del mattino sono costretti per lavoro a uscire di casa.

Sally è appoggiata con la schiena al mio petto, incuneata tra le mie gambe divaricate mentre i suoi piedi volteggiano giù dal molo. Il silenzio ci ha colto da parecchi minuti e nessuno sembra essere intenzionato a spezzarlo.

Con l'incubo che la faceva agitare nel letto, piangendo e gridando disperata, mi ha fatto violentemente svegliare e io mi sono spaventato da morire nella confusione di quei momenti; ma ora, dopo che siamo rimasti qui abbracciati per più di un'ora ad ascoltare le sue parole, il racconto di ciò che è successo davvero quel giorno che l'ha cambiata, mi sento profondamente scosso. È stato terribile.

Lo so che non dovrebbe essere una novità per me, sapevo già che qualcosa di brutto era successo e per certi versi avevo immaginato forse anche di peggio, ma sentire tutto, ogni dettaglio, tutto quello che Sally ha provato e che ha avuto bisogno di dire e sfogare con me, è stata davvero dura. Dura non cercare di zittirla per non dover ascoltare oltre, per non farla soffrire ancora ricordando quei momenti e impedire alle sue lacrime di scorrere di nuovo; dura restare fermo ad ascoltarla, mantenere il controllo e il silenzio, cancellare la voglia di prendere il primo aereo disponibile per andare da quel figlio di puttana e terminare quanto ho cominciato in quel bagno, ma non adeguatamente terminato; dura nascondere la profonda rabbia che provo, mimare una tranquillità soltanto recitata per non agitarla ulteriormente.

Ciò che quell'uomo le ha fatto non ha agito solamente a livello fisico su di lei, ma soprattutto a livello mentale ed emotivo: il problema principale di Sally è che continua a darsi la colpa, quando di colpe lei non ne ha in alcun modo. Ho provato a parlarle di nuovo, a farle capire che lei era soltanto una bambina e che lui non avrebbe dovuto agire in quel modo in ogni caso nonostante i suoi comportamenti infantili, ma vedo che le mie parole continuano a scontrarsi contro un muro. Immagino che lo psicologo le abbia ripetuto le stesse cose fino allo sfinimento, ma a nulla sembrano essere servite. E so per certo che questo muro che la blocca, che non le permette di essere libera da tutte le colpe che continua ad affibbiarsi, potrà distruggerlo soltanto lei, con le sue sole forze.

E io, nel mio piccolo, spero soltanto di aiutarla nell'impresa, di poterle stare accanto perché non posso fare altro.

Sally si rilassa contro di me e appoggia la testa alla mia spalla. «Mi dispiace, Harry. Non avrei dovuto raccontarti tutto quanto», mormora dopo qualche lunghissimo minuto di silenzio, entrambi persi a contemplare il filo calmo dell'acqua del lago che si infrange silenziosamente sui pilastri in legno del molo. «Me ne vergogno... tanto.»

Stringo la mascella con rabbia. «Non ti azzardare a dire che ti dispiace. Spero solo che ripensare a quei momenti ti sia almeno servito a qualcosa.»

«Credo di sì... a parte Theodore, non ne ho mai parlato con nessun altro. Ho sempre avuto il terrore del giudizio delle altre persone. Ed è... ed è per questo che non l'ho mai detto a mamma e papà. Posso solo provare a immaginare lo sguardo deluso di mio padre se lo venisse a scoprire e non voglio.»

Harry ti presento SallyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora