Capitolo 7

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《Chi vive nella libertà ha un buon motivo
per vivere, combattere e morire》
-Winston Churchill.

Natasha portò Steve e Hope dove lui aveva chiesto, ma decise di non scendere e lasciarli un attimo da soli per poter parlare.
Andarono in un museo dedicato interamente a Captain America, entrarono con dei cappellini neri che gli coprivano il viso.
Il posto era molto affollato da giovani e da famiglie provenienti da tutti i continenti, una voce parlava all'interno di tutte le stanze raccontando dell'eroe, come se lo conoscesse meglio di chiunque altro.
Un bambino sui otto anni li riconobbe, Steve pensò che era identico a lui quando era piccolo, magro con degli occhi grandi e curiosi, gli fecero segno di fare silenzio e lui annuì da bravo.
Poi andarono davanti a una parete su cui erano disegnati i suoi migliori amici, c'erano i loro volti e le storie insieme alle uniformi usate, sembrava tutto così lontano.

Poi però Hope si girò e vide una vetrata con la foto di un giovane uomo e dei video su di lui, bruno, magro, bei lineamenti, e un sorriso che faceva a gara con le stelle

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Poi però Hope si girò e vide una vetrata con la foto di un giovane uomo e dei video su di lui, bruno, magro, bei lineamenti, e un sorriso che faceva a gara con le stelle. Lei si allontanò dal ragazzo e corse a vedere di chi si trattasse, era così dannatamente familiare.

Bucky Barnes.
Nato nel 1917,
migliore amico del Capitano
dall'infanzia.
Era un sergente.
L'unico a perdere la vita per il suo paese.

<<Quest'uomo>>sussurrò.

Steve le si avvicinò<<Hope, lui è...>>

<<Io l'ho già visto.>>

<<È in molti libri>>rispose<<Vieni con me, ti porto a vedere una cosa>>

<<Steve...>>continuò.

Egli la prese per mano e la trascinò in una saletta vuota dove un video iniziava.
Hope era confusa, aveva già visto Bucky.
Tutto di quel soldato le davano i brividi.
Ma era impossibile, e sopratutto non voleva ferire Cap.
Steve non sapeva bene cosa dire, ogni volta che sentiva la voce di Peggy gli veniva una strana malinconia, raccontava dell'Hydra, di come aveva salvato migliaia di persone, e parlava dell'uomo che poi conobbe dopo la morte di Rogers.

<<Andiamo, Peggy ci sta aspettando>>le disse

Appena arrivarono alla macchina di Natasha, dopo aver finito il giro, nessuno dei due parlò.

<<Stai bene, Hope?>>le chiese la russa.

<<Certo>>mentì.

Per tutto il tragitto ebbe una strana sensazione, arrivarono circa venti minuti dopo e percorsero una serie di corridoi fino ad arrivare in una stanza piena di foto.
Peggy Carter era lì, su un letto simile a quelli dell'ospedale ma con delle coperte dall'aria costosa.
Su un mobiletto c'erano tantissime pastiglie e lei era bella anche a quell'età.
Gli occhi erano vivi come una volta, i capelli grigi erano mossi e tagliati nello stesso modo di sempre.

𝐔𝐍𝐈𝐕𝐄𝐑𝐒𝐄 - 𝐓𝐡𝐞 𝐀𝐯𝐞𝐧𝐠𝐞𝐫𝐬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora