Capitolo Ottantotto

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Quando si ha un piano bisogna avere due cose per forza, il motivo per cui si fa e il come si fa.
Fino al motivo Hope, Nat, Steve e Scott erano arrivati, far tornare indietro tutti con dei salti nel tempo, così da prendere le gemme.
Ma per il come, no, non erano ancora arrivati a quello.
Scott pensava che Tony Stark si sarebbe occupato dei soldi, dei macchinari e del piano, dopotutto aveva già avuto l'idea.
Bruce fissò i tre per almeno due minuti, ma di sicuro non quando gli altri fissarono lui.
Tasha sulle gambe del padre guardava incredula quello che una volta era suo zio, intanto allungava la manina nella ciotola enorme di uova strapazzate.
Scott era appoggiato al vetro della tavola calda cercando di capire come in 5 anni le cose fossero cambiate così tanto, non solo sua figlia ma chiunque.
Al suo fianco c'era Natasha che cercava di dare un impressione non troppo sconvolta, dopotutto avevano avuto una storia molto breve ma comunque d'amore, i capelli sfumati dal rosso al biondo in un treccia sembravano darle l'aria di una che dopotutto di stranezze ne aveva viste.
Dall'altra parte del tavolo dove stava la bambina stavano anche i genitori, il braccio muscoloso di Rogers circondava la moglie, la sua espressione non tradiva quello che pensava, è possibile che le cose accadono e noi non ce ne rendiamo neanche conto?
Hope che mangiava di nuovo dopo aver mangiato già da Tony la pasta, prendeva con le mano il bacon enorme e senza sbattere ciglio guardava il nuovo Bruce.
Quell'uomo che aveva cresciuto insieme a lei Jr, con cui ballava in laboratorio, che aveva fatto nascere entrambi i suoi figli.

<<Forza, ragazzi non guardatemi cosi>>

<<Come dovremmo guardarti?>> chiese Steve.

<<Non lo so, non come se fossi un ragno schifoso? Hope, tesoro, non guardarmi cosi>>

<<Potevi dirmi che sparivi per mesi per diventare qualcun altro>>sospirò.

<<Sono sempre io!>>

<<Lo zio Bruce avrebbe detto la stessa cosa>>rise Tasha<<L'unica cosa che cambia è che ora è più brutto>>

<<Grazie! Vedi.. aspetta! Sono più brutto se ho il fisico di Hulk?>>

<<Non è impotente, siamo qui per parlare d'altro>>scosse la testa Natasha imbarazzata.

<<Sono molto confuso>>commentò Scott.

 <<Lo so, è assurdo. Ora Hulk porta le magliette>>

<<Perché? Come?!>>

<<Cinque anni fa ci hanno fatto il culo a strisce, solo che a me è andata peggio. Ho perso due volte, prima da Hulk e poi da Banner.>>Hope sospirò rumorosamente, detestava quello che stava dicendo perché non era a lui che era andata peggio<<E poi abbiamo perso tutti>>

<<Nessuno ti ha dato la colpa>>rispose Nat.

<<Io si>>alzò le spalle.<<Per anni ho tratto Hulk come se fosse una malattia, qualcosa di cui liberarmi ma poi ho iniziato a vederlo come se fosse la cura. Sei mesi, ho messo dentro il cervello e i muscoli, ed ora guardatemi! Il meglio dei due mondi>>

<<Sono contenta per te se sei felice con te stesso>>si portò i capelli indietro Hope.

<<Dovresti fare la stessa cosa, tesoro, accettare i tuoi infiniti poteri così da essere una cosa sola>>

<<Bruce, i miei poteri e Hulk sono due cose diverse. Tu sai come sei diventato così, io non ricordo di aver avuto dei genitori, una famiglia o di come ho ricevuto questa capacità>>

<<Ma non è impossibile, potresti venire nel mio laboratorio e potremmo cercare di creare qualcosa di nuovo...>>

Cap sbuffò mandando giù del caffè, non serviva a niente quella conversazione.

𝐔𝐍𝐈𝐕𝐄𝐑𝐒𝐄 - 𝐓𝐡𝐞 𝐀𝐯𝐞𝐧𝐠𝐞𝐫𝐬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora