Capitolo ventuno

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《Rifiutarsi di amare per paura di soffrire è come rifiutarsi di vivere per paura di morire.》
-JIM MORRISON

Casa. Casa dolce casa.
Hope era appena arrivata alla Stark Tower, era ora di tornare dagli Avengers, doveva parlare con Steve, questa volta per davvero. Non avrebbe detto a Wanda la verità su Pietro, non solo sarebbe stato strano ma in più era difficile da spiegare, aveva appena superato la sua morte di suo fratello e tutto quel dolore l'avrebbe condotta solo al tormento.
Cosa che conosceva molto bene.
La squadra segreta non aveva ancora catturato Hive ma non mancava molto, era triste un po' perché sapeva che gli sarebbero mancati. Phil e Lincoln di più probabilmente perché Skye non era la ragazza che aveva conosciuto molto tempo prima. Pietro le era a fianco, avrebbe voluto tanto che tutti potessero vederlo così da non sentirsi pazza.

<<Ci hai aiutato moltissimo, non so cosa avremmo fatto senza di te>>le disse Fitz.

<<Vuoi dire senza le mie capacità>>

<<No, intendo dire proprio te, Hope>>

<<Ha ragione>>intervenne Mack<<capisco perché gli Avengers abbiano sempre bisogno di te>>

<<Parole sante>>aggiunse Coulson.

<<Non hanno bisogno dei miei poteri, solo della loro mascotte>>

<<Oh, io credevo fosse Hulk la mascotte!>> scherzò Simmons.

Hope appena sentì "Hulk" rimase immobile, gli mancava terribilmente Bruce. Era come uno zio aquisito, quasi un padre. In un certo senso tutti nella squadra erano una figura familiare, a parte Steve...lui non era un fratello e neanche un amico, non sapeva dire cosa fosse. Lei allora alzò lo sguardo su Phil e Lincoln che annuirono capendo i suoi pensieri.

<<Ho detto qualcosa di sbagliato?>>

<<No, tranquilla. Solo fatevi sentire, appena morto Hive facciamo un bevuta tutti insieme>>

<<Aggiudicato! Basta che non bevi come se non ci fosse un domani>>intervenne Lincoln.

<<Disse il ragazzo che con uno spritz è già K.O>>

<<Non ero K.O, solo che non era uno spritz come mi avevi detto. Era alcol asgardiano! Roba che anche a Thor fa male!>>

<<Allora devo stare attenta a non farlo bere>>commentò Skye ridendo.

<<Voi due, ragazze, insieme mi ucciderete>>

<<È possibile>>sussurrò May sorridendo appena.

<< È ora che vada. Non sparite. Fatemi sapere qualcosa>>

Hope prese il suo borsone militare dove c'era i suoi vestiti stropicciati e guardò Pietro per un secondo, poi agitò le mani in avanti e creò un portale.
Sapeva dove doveva andare, il suo amico invisibile ci corse dentro, ma lei si girò, in un mese aveva conosciuto ancora di più quelle persone.
La partita di scacchi con Jemma le aveva fatte parlare di Fitz e di quanto fosse cambiato visto che i due segretamente erano innamorati l'uno dell'altro. I video che aveva fatto con Lincoln, dove ridevano da matti facendo stupidi patti e promettendosi che un giorno li avrebbero visti insieme. Si era allenata con May senza dire una parola per ore. Leo Fitz che cantava mentre cercava di assemblare un arma che poi neanche non funzionò. Vedere Mack aggiustare motori, fare simulazioni per poi andare in missione, e poi c'era Phil sempre impegnato, tutto questo ne era valso la pena.

 Vedere Mack aggiustare motori, fare simulazioni per poi andare in missione, e poi c'era Phil sempre impegnato, tutto questo ne era valso la pena

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𝐔𝐍𝐈𝐕𝐄𝐑𝐒𝐄 - 𝐓𝐡𝐞 𝐀𝐯𝐞𝐧𝐠𝐞𝐫𝐬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora