[DA REVISIONARE]
Essere eroi non è sempre facile, soprattutto sopravvivere in un universo che sembra estraneo alla speranza.
Hope, insieme alla sua squadra, gli Avengers, avevano il compito di salvare la loro casa e i loro principi da minacce catast...
《Correre è lo spazio aperto dove vanno a giocare i pensieri.》 -Mark Rowlands
Dopo la battaglia di New York le cose cambiarono radicalmente. Tony invitò la squadra ad abitare alla Stark Tower, ma Hope dovette badare a lui più di quanto fece la sua fidanzata Papper. Aveva degli attacchi di panico notturni a causa dei chituauri, preferiva lavorare che chiudere gli occhi, e si tenevano abbracciati per ore mangiando ciambelle. Era diventata una specie di tradizione sfogarsi con esse, una cosa loro e di nessun altro.
Ma i problemi per lui iniziarono lì, ci furono una serie di attentati e in uno di questi fu ferito Happy, il suo capo della sicurezza a cui teneva. La situazione gli stava scappando dalle mani e dovette abbondare le ricerche senza aiutare Hope per proteggere ancora una volta il mondo da una minaccia. Stessa cosa con Thor, ad Asgard ci furono vari problemi con gli elfi oscuri, un popolo malvagio, visto che Jane, la sua ragazza, aveva assorbito per sbaglio una minima quantità di una delle gemme dell'infinito, era compromessa. Hope passava le sue giornate con gli altri compagni, occuppati solo nell' andare in varie missioni, vedendo al telegiornale la villa di Stark cadere nel vuoto e cercando di non reagire. Stava affrontando una battaglia ma non voleva aiuto, e vedere in seguito una guerra a Greenwich in cui Thor finalmente sconfisse il nemico era stato bello per un momento ma era terrorizzata per lui la maggior parte del tempo, per non dire quanto fosse furiosa con Jane, come poteva essere stata così sconsiderata? Si sentiva così impotente e nessuno sapeva la verità. Nelle settimane precedenti alle due vittorie aveva imparato a creare dei portali abbastanza forti da farla arrivare dappertutto, fu così che chiuse gli occhi e si ritrovò nella cella di Loki ad Asgard, rinchiuso in prigione per colpa dei suoi crimini compiuti sulla Terra. Era stato ricostruito il Bifrǫst, mentre Thor e i suoi compagni Fandral, Volstagg e Lady Sif erano stati impegnati a riportare la pace nei Nove Regni, ma per qualche istante non riuscì più ad odiare il dio, era così diverso da come l'aveva sempre visto.
<<Hai imparato un altro trucco della tua magia vedo, ne sono estasiato>>
<<Cosa ti è successo? Sei...>>
<<A pezzi? Orribile? Devastato? Potrei usare anche altri termini, sai... l'unica persona che mi abbia amato senza giudicarmi è morta visto che te ne sei andata>>
<< Frigga è... no>>
<<Malekith, il re degli Elfi Oscuri si è persino salvato grazie al fedele Kurse che ha ucciso la Regina, sotto ovviamente gli occhi di Thor e della sua preziosa umana che non ha fatto niente. Assolutamente niente. Anzi, mia madre è morta per salvarla>>
<<Mi dispiace tanto, Loki>>
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<<Sei la prima a dirlo. Tutti qui mi odiano, persino il peggiore tra i prigionieri che è qui preferirebbe allearsi con Thor piuttosto che con me>>
