[DA REVISIONARE]
Essere eroi non è sempre facile, soprattutto sopravvivere in un universo che sembra estraneo alla speranza.
Hope, insieme alla sua squadra, gli Avengers, avevano il compito di salvare la loro casa e i loro principi da minacce catast...
Ci sono giorni che definiamo uguali agli altri, vogliamo vivere una vita straordinaria ma non cambia mai niente. E' come se nessuno avesse davvero iniziato a vivere, la monotomia ti strangola e non riesci a capire per quale scopo si esiste se ciò che si vuole non lo si può avere. Ho sempre pensato che amare una persona che non si potrà mai avere sia umano, non lo è, è da masochisti, non perchè non si è ricambiati, magari quella persona neanche sa che esisti ma tu la ami con l'intensità di mille soli, è come se fosse il centro del tuo cuore, ed è l'unica che sei sicuro ti darà una scopo. Ma se quella persona non ci sarà? Che scopo avrà vivere? Bruce si domandava come riuscisse a vivere Thor, aveva perso davvero molto ma la cosa peggiore era che aveva perso tutto solo per colpa propria. New Asgard, a cui non era mai stato era come un villaggio dei pescatori, non c'era niente di straordinario, era triste e Rocket diceva che Valkyria stesse facendo del suo meglio. I due erano li per riportare Thor nella squadra, Hope in realtà non sapeva che sarebbe andati, dava per scontato che Tony ci avesse ripensato, che non le avrebbe fatto rivivere tutto. Ma non era stata un idea di Stark ma di Steve, per quanto fosse geloso e arrabbiato riconosceva che Jr era suo figlio e doveva esserci, doveva avere anche lui il modo di farsi perdonare. Rocket bussò rumorosamente alla casetta in cima alla montagna, la porta si aprì da sola, un odore sgradevole impregnava le mura di legno.
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<<Uh, deve esserci qualcosa di morto qui dentro>>si lamentò Rocket.
<<Ciao!>>esclamò Bruce per farsi sentire.<<Thor!>>
<<Sei qui per la tv via cavo?>>disse una voce.<<Il segnale è sparito due settimane fa! I canali sportivi sono tutti sfocati, anche lo scii>>
Bruce entrò in quello che doveva essere il salotto e vide le spalle di un uomo biondo, con i capelli sporchi da rasta, senza maglia, la carnagione pallida, pantaloni del pigiama a quadri blu e quando si voltò di vide una grande, enorme, grassa pancia. Poi apparve una folta barba tra i due occhi azzurri senza anima. I due Avengers si paralizzarono, sperarono fosse un incubo.
<<Ragazzi!>>urlò il dio abbracciando Hulk, puzzava di birra.<<Oh mio Dio!>>
<<Vieni qui, dolce canaglia!>>gridò a Rocket cercando di stringerlo ma la differenza d'altezza contrastava le posizioni.
<<Rogers non dovrà temere il confronto con Thor brutto scemo, Hope sceglierà sicuramente Cap figo rigido>>sussurrò il procione.
<<Zitto>>gli tirò un calcio l'altro. Si domandò come l'avrebbe presa la mora nel vedere questo nuovo triste Thor, non era il dio di cui si era innamorata.
<<Ciao ragazzi!>>sorrise Korg sul divano con una camicia hawaiana.
<<Ne è passato di tempo>>sorrise il dottore.
<<Se volete c'è il Wifi gratis. Thor, è tornato il bullo di Fortnite>>
<<Ora lo faccio fuori!>>esclamò il biondo prendendo la console<<Qui di nuovo Thor, ricordi il dio del tuono? Se non esci subito da questo gioco volerò fino a casa tua e scenderò nello scantinato di tua madre, ti staccherò le braccia e te le attaccherò alle chiappe!>>