Capitolo Sessantaquattro

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Per essere felici bisogna solo avere qualcuno per cui voler vivere》

Per alcuni di noi la vita non è come vorremmo, pensiamo di essere nati nella famiglia sbagliata, di essere circondati da persone sbagliate, nel paese sbagliato, con aspettative sbagliate e sogni troppo impossibili per essere giusti, in un mondo ingiustamente sbagliato.
Ci diamo la colpa per tutto o cerchiamo di darla agli altri ma continuiamo a sperare, sperare in qualcosa di bello, qualcosa che nasca di tanto buono in noi.
Qualcosa che per una volta venga vista non solo da noi stessi ma anche dagli altri come una cosa buona nonostante una vita di errori.
È facile vedere gli errori di qualcuno e giudicarlo solo per quello, no? Le cose buone non vengono mai notate, mai un bravo, mai un abbraccio. Ma se per una volta, una sola, ci fosse qualcosa di giusto in quello che si sta facendo?
Hope si sentiva proprio così, non poteva credere che qualcosa di tanto bello e puro stesse dentro di lei, le sembrava così strano dopo tutto ciò che le era successo.
Pensava di non meritarlo ma quando posava la mano sul pancione sentiva che era suo, quel bambino sarebbe stata la prima cosa sua.

Beh, Bucky non era mai stato suo del tutto, Thor per quanto lo amasse sentiva che avrebbe potuto perderlo, suo fratello non era realmente suo fratello di sangue

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Beh, Bucky non era mai stato suo del tutto, Thor per quanto lo amasse sentiva che avrebbe potuto perderlo, suo fratello non era realmente suo fratello di sangue.
E Steve? Steve sarebbe sempre stato il suo grande amore platonico. Quell'amore che non le era concesso di avere per sempre.
Troppo lontano per essere suo, ma Dio, ogni secondo sperava che stesse bene in quel mondo senza di lei, si chiedeva come si sentiva, se gli mancava, se stesse con Sharon o se stesse ridendo con Natasha.
Natasha, le venne un tuffo al cuore, le mancava da impazzire. Era la sua migliore amica, si sarebbe sacrificata per lei, era l'unica vera amica che avesse mai avuto; Papper era gentile ma si erano viste poco, Daisy o Simmons erano sempre in state in giro, Valkyria era simpatia ma a volte nel guardarla trovava in lei troppe cose diverse da Nat, la sua Nat.
Si, perché nonostante si fosse fatta odiare da lei sperava in cuor suo che potesse sentirsi meno tormentata da quella che era una volta.
E Tony? Chissà come stava, si chiese.
Tony era l'uomo della sua vita, non aveva dubbi, lo conosceva più di chiunque altro; le mancava la sua ironia, il suo sorriso malizioso, la sua risata, il modo in cui ballava, in cui spendeva soldi senza ritegno, era eccentrico, pazzo, incoerente, sfacciato, ma era di sicuro la sua persona.
Vi chiederete perché stesse pensando così ardentemente a loro, beh, doveva pur scegliere un nome per il bimbo in arrivo.

<<Credi ancora che sarà maschio?>>le domandò Loki guardando la pancia gonfia.

<<Manca poco al parto, se il mio calcolo è corretto.>>mormorò Bruce.

<<I tuoi dottorati non sono stati dati a caso>disse Hope con le mani sul pancione.<<Non lo so, Loki. Credo di sì ma Thor desidera una femmina, la sua principessa>>

<<Dobbiamo continuare la lista dei nomi>>commentò Heimdall entrando nella stanza.

<<Serve anche il padre>>

𝐔𝐍𝐈𝐕𝐄𝐑𝐒𝐄 - 𝐓𝐡𝐞 𝐀𝐯𝐞𝐧𝐠𝐞𝐫𝐬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora