《Andare sulla luna, non è poi così lontano. Il viaggio più lontano è quello all’interno di noi stessi.》
-Anaïs NinHope si era divertita come non faceva da tanto tempo quella sera, aveva mangiato fino allo sfinimento, alle quattro di notte la metà di loro era già addormentata e solo lei, Natasha, Steve e Tony erano ancora vigili.
Eppure alla fine del film Hope si imbambolò sullo sguardo del Capitano che le teneva da dietro, in un certo senso abbracciati, e si addormentò vedendo una chioma d'orata, era Thor, sentiva così tanto la sua mancanza.
Sam ancora un po' assonnato propose di portarla a letto in braccio, visto che la ragazza sembrava non dormire da tanto tempo. Steve quindi salutò gli altri e la portò nella sua nuova camera che aveva usato pochissime volte, la mise sul letto e la osservò con quella poca luce, forse non sarebbero mai stati assieme e andava bene così.
Finché non capì che ora di lasciarla andare, le accarezzò i capelli e andò nella sua camera lasciandola nei suoi sogni.
E Hope non stava solo sognando, stava guardando qualcuno, Peter Quill.I Guardiani della Galassia stavano combattendo contro un mostro orribile, aveva tentacoli, mille denti, enorme, appiccicoso e incredibilmente stupido per salvare delle batterie.
Era assurdo ma tutto ciò che usciva dalle loro bocche era ironico, il piccolo Groot saltava da una parte all'altra al suo della musica ballando. Quel piccoletto aveva una fortuna sfacciata e faceva innervosire tutti i componenti della squadra.
Drax si buttò dentro il mostro e se non fosse stato per i compagni sarebbe morto, ma lo salvarono riuscendo a prendere le batterie, 1000 unità per ognuna. Fu la regina del pianeta a fare un patto con loro, Nebula per le batterie.
E chissà per quale stupido motivo uno dei componenti della squadra, basso, peloso, a cui servono cose inutili, intelligente, pazzo, rubò alcune di esse.
Intanto Pete stava parlando con Gamora mentre rinchiudevano Nebula, parlavano di quello che aveva detto la Regina d'Oro sul conto di suo padre.<<Come si è permessa di nominarlo? Io non ho mai conosciuto mio padre.>>disse scuotendo la testa.
<<So che è un tasto dolente per te>>
<<No, è proprio una tastiera dolente. Non bisogna proprio pensare di iniziare una conversazione simile.>>
<<Mi dispiace Peter, so che avresti voluto già trovare tua sorella a quest'ora.>>
<<Avevo diciotto anni quando l'ho vista l'ultima volta. Ne ho trenta. Sono passati così tanti anni, sento che è viva.>>
<<La troveremo.>>commentò per poi andare via.
Quill provava davvero qualcosa di serio per Gamora.
Drax gli aveva detto tempo prima che lei non avrebbe mai potuto innamorarsi di un tipo come lui, non erano perfetti insieme. Gli raccontò di come conobbe sua moglie, l'unica che non ballava e che rimaneva impassibile. Fu quasi confortante finché non arrivò a dire che gli serviva una donna patetica.
Nebula e Gamora ancora stavano litigando finché iniziò una battaglia spaziale con il popolo che si era accorto che Rocket aveva rubato le batterie.
Fu davvero strano ma alla fine vinsero grazie a qualcuno su una navicella bianca che distrusse tutti i nemici. La navicella Milano cadde su un pianeta, era distrutta.
Gamora era furiosa con Peter e Rocket, quindi dovette calmarsi respirando a fondo.
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𝐔𝐍𝐈𝐕𝐄𝐑𝐒𝐄 - 𝐓𝐡𝐞 𝐀𝐯𝐞𝐧𝐠𝐞𝐫𝐬
Fanfiction[DA REVISIONARE] Essere eroi non è sempre facile, soprattutto sopravvivere in un universo che sembra estraneo alla speranza. Hope, insieme alla sua squadra, gli Avengers, avevano il compito di salvare la loro casa e i loro principi da minacce catast...