Capitolo Novanta

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E' pazzesco come il mondo si paralizzi, come il respiro si fermi prima di morire. Si dice che quando muori il tuo cervello rimane attivo per alcuni istanti, nessuno sa esattamente cosa il soggetto vede ma ci sono tante teorie. Chi dice che si vede il passato, i momenti migliori, le persona amate o gli istanti più dolorosi, i pentimenti, i sacrifici. 
Dopotutto la mente secondo Sigmund Freud la mente è un Iceberg, divisa in tre stadi per forma. Conscio, preconscio e inconscio.
Essi sono tutti fondamentali ma alcuni più visibili, l'inconscio no, è nascosto sotto l'acqua ghiacciata, più grande di quella parte a punta in alto. E' irriconoscibile e impossibile sapere tutto su esso, neanche i nostri sogni ci svelano tutto, però in quegli istanti, quando sei sul punto di morire e il cervello  continua a vivere l'essenza di quell'Iceberg, l'inconscio mostra qualcosa visibilmente.
Hope Rogers si sentiva esattamente come se fosse su quell'Iceberg, come se il mondo si fosse fermato e anche il suo battito con esso, il cervello funzionava e le mostrava tutto ciò che la morta dona per ultima cosa, le sembrava di stare in un sogno. 
I sogni sembrano reali fino a quando ci siamo dentro, non  ci troviamo errori e solo quando ci svegliamo ci rendiamo conto che c'era qualcosa di strano, che non era vero niente e alcune volte fa doppiamente male alzarsi.
Le sue labbra carnose si aprirono come se qualcuno l'avesse pugnalata, i suoi occhi spalancati si riempirono di lacrime e le immagini passarono grigie, tanto lontane e fredde come la lama di un coltello.
Trattenne il fiato e provò inutilmente a combattere il suo inconscio ma non era abbastanza forte, nessuno lo era. Il vestito dorato, tanto bello e scelto da Tasha, cambiò e divenne rosso, gonfio, con una scollatura e il fondo sporco di terra e sangue, lo stesso fottutissimo identico abito che tenne durante la morte di Loki, durante la battaglia in Wakanda, vecchio e logoro, rovinato e sporco, come nei sogni esso aveva un significato. 
Ed eccolo, il momento in cui chi sta morire muore e chi si sveglia si risveglia, i ricordi pungenti finirono e finalmente al posto di quelle immagini apparve di nuovo la base Avengers ma soprattutto Thor era lì, immobile, diverso e ... non era più lui. 
La mora fece un passo in avanti e Steve anche, le stava per prendere il braccio quando lei intercettandolo si spostò bruscamente. Era sconvolta, ferita e tutto il dolore sepolto per cinque anni riapparve in un ondata tremenda e distruttiva.

<<Che cosa ci fa lui qui?>>chiese fissandolo, ma la domanda era rivolta a Bruce.

Hulk abbassò lo sguardo con vergogna, vederla soffrire gli spezzava il cuore. Questa volta era diversa però, il suo sguardo non era disperato e stanco, era come se fosse pieno di orrore. 

<<Neanche ben tornato?>>

La sua voce, Hope chiuse gli occhi, era ancora la sua voce. Una lacrima le solcò il viso. Quando li riaprì essi erano freddi.<<E' questo che sai dire dopo cinque anni?>>

<<E' questo che sai dire dopo cinque anni?>>

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<<Non sapevo cosa dire>>

<<Dì che te ne ritorni da dove sei venuto, dì che te ne stai andando e che non tornerai mai più. Dì che stai andando a morire da solo come meriti da qualche parte!>>

𝐔𝐍𝐈𝐕𝐄𝐑𝐒𝐄 - 𝐓𝐡𝐞 𝐀𝐯𝐞𝐧𝐠𝐞𝐫𝐬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora