Capitolo trenta

868 36 9
                                    

《Ognuno di noi è il suo
proprio diavolo, e noi facciamo
di questo mondo il
nostro inferno》
-Oscar Wilde

Ogni ricordo sembrava freddo come un bicchiere di Jack Daniel con ghiaccio, come se i ricordi cercassero di tornare a galla in un oceano fatto di iceberg troppo grandi.
Tutte quelle volte, tutte quelle menzogne che ci si racconta per evitare di soffrire possono togliere il fiato. Ci si sente a pezzi, ma in realtà si muore sempre un poco nella vita.
Hope si sentiva morta, ma i morti non provano emozioni. quindi non lo era in realtà. Le mancava il respiro ad ogni immagine che vedeva, credeva di combattere per tutti quelli che aveva amato ma non era così.
Ricordava il tocco di Bucky, la faceva impazzire all'epoca, come se fosse quello del diavolo e del suo stesso angelo, lo amava molto, lo ha amato per 70 anni e sapeva che lui davvero l'avrebbe amata per sempre.
Ma adesso era confusa, si sentiva avvolta nell'oscurità, in un pozzo ed era così in profondità da non vedere l'uscita.
Non riusciva a chiudere gli occhi senza pensare a Thor, lui non era stato solo un amico come credeva, era stato di più e lei aveva negato di provare qualcosa molti anni prima per proteggerlo. Perché era troppo importante, perché sapeva che se avesse ceduto sarebbe rimasta ad Asgard per sempre. solo per lui, sarebbero stati insieme probabilmente e Loki non avrebbe fatto niente alla Terra.
Ad ogni battito gli veniva in mente il suo Pete, lo avevano rapito per il motivo sbagliato ma tenuto per quello giusto, la vita è strana, tieni ad una persona così tanto da volerla salvare da sè stessa e poi la perdi senza accorgertene.
Il dolore alle gambe aumentava pensando a Steve, avrebbe voluto correre da lui, prendergli il viso e chiedergli una spiegazione. Dargli una sberla, urlargli contro per aver fatto una scelta senza chiederle niente e per quel bacio rubato, avrebbe detto che non era vero niente.
Cos'era realmente? Aveva vissuto, aveva amato, era stata qualcosa per chiunque avesse incontrato.
Una nemica per molti, un amica per altri, una paura, un desiderio, un amante per pochi, una sorella, una di famiglia. In quel letto però si sentiva ogni cosa, come se fosse davvero non qualcuno che controllava dei poteri ma proprio le sue capacità.
Strange e Wong andarono via dopo che li pregò di mettersi in salvo, stava impazzendo, se non ci fosse stata luce fuori sarebbe stata nel buio totale ma le sembrava comunque di starci dentro.
Il corpo era bollente, come se stesse per esplodere, fuori faceva sempre più caldo, era colpa sua.
Cercò di calmarsi ma arrivò un' altra visione.

Hope era dentro un enorme vasca dorata, stava uscendo coprendosi con un telo davanti a quel panorama mozzafiato di Asgard. Erano anni che cercava di abituarsi a quel cielo ma ogni giorno era più bello. I capelli castani erano raccolti in un intreccio che liberò, stava per coprirsi totalmente quando vide un ragazzo dietro di . Lanciò un grido nascondendo il proprio corpo.

 Lanciò un grido nascondendo il proprio corpo

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

<<Oh! Io non volevo! Mi scuso...Non avrei dovuto entrare senza il vostro permesso>>

<<Thor, se fossi stato una guardia ti avrei riempito di calci>>

𝐔𝐍𝐈𝐕𝐄𝐑𝐒𝐄 - 𝐓𝐡𝐞 𝐀𝐯𝐞𝐧𝐠𝐞𝐫𝐬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora