Capitolo Settantacinque

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Ciò che a volte perdi,
lo ritrovi in te stessa》.

Tony era sulla Milano in compagnia di Nebula, era esausto, dimagrito, debole e credeva di non poter sopportare di vivere ancora a lungo lì, l'ossigeno era poco e il cibo anche. Doveva dormire, ma prima di farlo pensò a come i suoi amici fossero svaniti nel vento, azionò il casco della sua armatura registrando se stesso e le sue parole.

 Doveva dormire, ma prima di farlo pensò a come i suoi amici fossero svaniti nel vento, azionò il casco della sua armatura registrando se stesso e le sue parole

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<<Hope>>mormorò<<Se troverai questa registrazione non postarla sui Media, sarà strappalacrime. Non so se guarderai mai questi video, non so nemmeno se sei ancora... Dio, spero di sì. Come la mia Pepper. Oggi è il giorno 21, anzi 22, se non fosse per il terrore esistenziale di fissare il vuoto dello spazio direi che sto leggermente meglio. L'infezione ha fatto il suo corso, grazie alla carogna blu qui dietro, tu la conosci e non ti dispiace, molto concreta, ogni tanto un po' sadica. Non ti spiego per filo e per segno cosa succede alla navicella di tuo fratello, in parole semplici, siamo a secco. Migliaia anni luce da voi. L'ossigeno terminerà domani mattina, sempre se ci sia una mattina e sarà la fine. E, Hope, lo so che ho detto più sorprese ma speravo tanto di poter organizzare l'ultima, però sembra, insomma... lo sai. Ho fatto cose di cui non sono fiero ma le ho fatte solo per te, cose che quando scoprirai non riuscirai a non odiarmi. Non soffrire troppo, odio vederti morire per gli altri. Anzi, disperati un paio di settimane e poi vai avanti, Fata Smemorina, con grandi rimorsi. Devo sdraiarmi e riposare per qualche minuto, come mi avresti urlato di fare se fossi qui. Ti prego sappi, che quando mi addormenterò sarà proprio come ogni sera in cui eravamo noi due contro il mondo. Sto bene, benissimo. Sogno te, perché tu ci sei sempre>>

Tony voleva piangere, aveva fatto delle promesse ad Hope, le aveva fatto cose che nemmeno lei sapeva e non avrebbe mai potuto dirgliele. Si sdraiò ma Nebula lo rialzò facendolo sedere al posto del Capitano Quill. Lo coprì mentre cercava di dormire pensando a quei due occhi pieni di colori, fino a quando una luce non si scatenò davanti a loro.

TERRA, BASE AVENGERS

SERA

Hope aprì gli occhi di scatto alzandosi a sedere tra delle coperte di velluto, si guardò intorno, era nella stanza di Tony. Era confusa e per qualche ragione i suoi occhi erano pieni di lacrime, si alzò a piedi nudi, indossava un top bianco e dei leggins aderenti a vita alta. Aprì la porta e sentì delle urla, scese le scale piano e arrivò in salotto dove c'erano Steve, Thor e Natasha, gli altri erano seduti sul divano.

<<Dobbiamo svegliarla!>>urlava Steve.<<Friday dice che è in coma, con i tuoi fulmini potresti farcela!>>

<<Si può sapere chi sei diventato?! Quella è la madre di tuo figlio!>>gridò Natasha.

<<Non posso farlo, potrei ucciderla. Se si sveglierà..>>

<<Quando, non se>>lo corresse Rogers.

𝐔𝐍𝐈𝐕𝐄𝐑𝐒𝐄 - 𝐓𝐡𝐞 𝐀𝐯𝐞𝐧𝐠𝐞𝐫𝐬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora