capitolo ventisei

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《Finché non ami te stesso,
non ti sentirai mai amato.》
-Arnaud Desjardins

Hope si svegliò di soprassalto, si guardò intorno riconoscendo la propria camera e guardò infine al suo fianco, cercò di mettere a fuoco e infine lo vide.
Stephen Strange era tornato da lei.
Si mosse sentendo un sapore acido sulle sue labbra, si mise a sedere ritrovando più forze di prima e lo fissò intensamente.
Era un bell'uomo, aveva le mani piene di cicatrici, barba curata, sorriso curato, magro, sempre la gemma del tempo al collo, vestito di blu e un mantello rosso. Non era cambiato una virgola, a parte il panico nei suoi occhi che era sparito.

 Non era cambiato una virgola, a parte il panico nei suoi occhi che era sparito

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<<Buongiorno>>le disse con un sorriso.

<<Da quando sono in questo letto, Stephen?>>

<<Tre giorni e dodici ore>>spiegò con precisione con un smorfia.

<<Oh mio Dio. Cosa è successo?>>

<<A te? Non lo so ancora, sono venuto qui più che ho potuto per darti dei composti che ho preparato, ti rendono più forte ma il problema è che quando finisce l'effetto stai molto male. I tuoi parametri sono un po' bassi ma bisogna avere cautela.>>

<<Perché dici a me?>>

<<Giusto, non lo sai. Gli Avengers che erano fuori in missione in Wakanda hanno generato il caos. Wanda Maximoff ha fatto esplodere con i suoi poteri il nemico armato di bomba a pochi centimetri da un palazzo, molti feriti e dei morti>>

<<Dove sono adesso?>>

<<Stanno andando ad incontrare qualcuno di importante, non so dire chi>>rispose lui<<Non so sempre tutto>>

<<Devo andare anch'io>>

<<Cosa?!>>esclamò Strange.<<Non hai abbastanza forze>>

<<Io sono un Avengers e ho il dovere di andare anch'io come loro. Wanda non è cattiva e so cosa si prova a non avere il controllo dei propri poteri.>>

<<Un giorno di questi non potrò aiutarti, dovrai stare male fino alla fine e potresti morirne>>

Hope si alzò di scatto vedendo un immagine passarle davanti agli occhi, Bucky.
Era appena uscito da una macchina di vetro, la chiamava finchè i tedeschi non gli cancellarono la memoria nuovamente.
Una nuova missione, ma cosa doveva fare non lo ricordava, come se non lo avesse mai fatto.
Sbattè le palpebre e fissò Stephen, poi scosse la testa e passò oltre il suo corpo, toccandogli la spalla.

<<Vai via da qui, sono contenta di ciò che hai fatto. Mi sento meglio, ma devo andare a fare il mio lavoro come tu il tuo>>

<<Lo comprendo nonostante tutto, ci rivedremo molto presto>>mormorò aprendo un portale ovale e buttandosi all'interno.

𝐔𝐍𝐈𝐕𝐄𝐑𝐒𝐄 - 𝐓𝐡𝐞 𝐀𝐯𝐞𝐧𝐠𝐞𝐫𝐬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora