Misi piede fuori dalla stanza, ritrovandomi così nel corridoio che portava di nuovo nel salone in cui si trovavano i miei amici. Feci un passo incontro alle voci in lontananza, pronta a guardare in faccia Jack. Era quello il piano: pensare il meno possibile all'incidente con Jason fino a dimenticarmene e poter avere una serena relazione con Jack.
Jack. Jack- vita stabile - Franco.
Non mi voltai non appena sentii i passi di Jason alle mie spalle, mentre mi seguì per il corridoio. Trattenni i pugni stretti per il battito cardiaco accelerato e la ira che provavo nei suoi confronti.
Arrivai in cima alle scale, quando sentii la sua presa prendermi con insistenza per il braccio. Mi voltai pronta a minacciarlo di lasciarmi, ma tacqui non appena premette le sue labbra con forza contro le mie.
E BAM!
Era finita. Lo sapevo. Lui lo sapeva.
Mi cinse il braccio attorno alla vita, mentre con l'altra mano mi premette contro la nuca, per avvicinarmi a lui. Persi lucidità. Me ne sarei pentita e sapevo benissimo che era la cosa più sbagliata e stupida che avessi mai fatto, ma non potei evitare di rispondere a quel bacio desideroso.
Eppure non mi spiegai il perché di quell'azione. Jack quindi aveva importanza? O voleva vivere l'eccitazione di fare qualcosa di... sbagliato?
Ma cosa dicevo? Tutto ciò che Jason faceva era sbagliato. E non era di certo con qualcuno come me, con la mia estrema precauzione e moralità, che Jason lo faceva.
Lo spinsi da me con le mani sul suo petto. Fece qualche passo indietro, scrutandomi con disappunto. Tenne la bocca socchiusa.
«Vuoi sentirtelo dire?», domandò con sicurezza.
Odiavo il modo arrogante in cui si comportava. Si leccò le labbra, prima di avvicinarsi talmente tanto da avere il suo petto contro il mio.
«Non so di cosa tu stia parlando», ribadii, la mia voce spezzata mi tradiva. Abbassai lo sguardo sulle sue labbra ma lo rialzai subito dopo, scorgendo un sorriso soddisfatto.
Rimasi muta non appena il moro si avvicinò talmente tanto da costringermi a indietreggiare e quindi premermi contro il muro. Rimase col volto a pochi millimetri dal mio. Il suo respiro contro la mia pelle mi causò dei brividi, ricordarmi ai miei sogni e al suo letto.
Rimase con lo sguardi fisso nel mio. «Jack è un coglione.»
«Tu sei un coglione se pensi che ti starò a sentire», contradissi con la voce tremante. «Smettila di insistere con questa storia e voltiamo pagina.»
«Devi proprio conoscermi poco se davvero pensi che mi arrenderò adesso.» Ma arrendersi a cosa?! Dio, a volte era in grado di farmi imbestialire. Che si trovasse un'altra con cui scopare, da far ansimare, da far godere...
Perché era così bravo a saltare da una persona all'altra ed io mi ero abituata a quella versione di lui. La mia realtà intera era basata su quello.
E sì, ero innamorata di Jason, ma avrei preferito farlo da lontano. In silenzio e al sicuro.
Da lui.
Jason ghignò. Tenne le mani sui miei fianchi, mentre poggiò le sua fronte alle mia. Aveva ormai capito che non riuscivo a scostarmi dal suo tocco. «E se ti dicessi che non riesco a smettere di pensare al bacio di prima? E a-»
«Ti direi che sei solo un misogino arrogante e che dovresti farti un'esame della coscienza», risposi secca, anche se mi venne difficile non tremare con la voce. Abbassai lo sguardo sulle sue labbra, mentre sentii una sua mano accarezzarmi la vita. Era fradicio e possibilmente fatto.
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Thunders
FanfictionCharlotte e Jason si odiano, da sempre. Insomma... nemici per la pelle. Entrambi sono sicuri di conoscere l'altro. Lei ha sempre visto lui come un ragazzo instabile, interessato soltanto a ragazze, droghe e casini. Lui ha sempre visto lei come una...