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Dopo venti minuti di un insopportabile silenzio nel taxi, finalmente si fermò davanti alla villa dei Filston. Pagai il tassista e scesi in fretta dalla macchina. Quest'ultimo si allontanò senza aspettare e io rimasi immobile a guardare l'auto allontanarsi. Sperai con tutta me stessa di non aver fatto la cosa sbagliata.

Rimasi qualche minuto immobile ad osservare l'imponente villa, pensando che all'interno doveva trovarsi Jason.

Jason.

Quel miracolo che era Jason.

E se stesse con una? Dovevo smetterla. Sarei andata lì e gli avrei detto tutto quello che provavo per lui, non importava quanto coraggio mi ci sarebbe voluto. Non importava quanta paura avessi.

Feci qualche passo incontro alla struttura e suonai il campanello. Stavo sudando ovunque, nonostante facesse un freddino e stava tirando il vento da tutte le direzioni.

Aspettai per qualche minuto, ma non mi aprì nessuno. Non c'era anima vita dentro alla casa, eppure le luci erano tutte accese. Di colpo mi venne un'idea; e se stesse in spiaggia?

E già. Mi battei il cinque da sola.

Cercai di oltrepassare al lato la villa il più veloce possibile, ma non ci riuscivo visto i tacchi delle mie scarpe, così me le sfilai e le presi in mano insieme alla mia borsetta.
Continuai il mio cammino, pensando a quando Jeff e Sebastian avevano fatto lo stesso per intrufolarsi in casa di Filston qualche mese prima.

Quando arrivai in spiaggia dovetti prendere un profondo respiro; come avevo programmato Jason Filston stava in piedi ad osservare le onde del mare spezzarsi a riva, illuminato solo dalla luna.

Lo vidi solo di spalle, ma sapevo per certo che aveva un'espressione seria. Strinsi forte i pugni e i denti per cercare di mantenere la calma, ma il mio cuore stava minacciando di uscire dal mio petto, come se adesso volesse mettermi pure lui in difficoltà.

Lentamente mi avvicinai a Jason, tremante sia per il freddo che per il nervosismo.

Quando lo affiancai e lo guardai ad occhi spalancati, lui abbassò lo sguardo sul mio viso.

I suoi occhi si spalancarono con sia sorpresa che durezza. Per chi io feci un gesto con la mano pari a un patetico, imbarazzante saluto.

«Porcatroia», manifestò irritato non appena apri bocca. «Se sei qui per un'altra scopata e via puoi subito andare», disse, quando prese a dirigersi verso la villa.

«Jason», lo chiamai indiscreta. Lo afferrai per il bicipite, bloccandolo col mio peso dall'andarsene.

Quando si voltò i suoi occhi erano freddi, eppure i lineamenti del suo viso si inmorbidirono. Abbassò lo sguardo sulla mia mano che gli stringeva il bicipite e inarcò un sopracciglio.

«Lo so che sono una stronza. Lo confesso, ma ti giuro che sono qui per un motivo adesso», proclamai, raddrizzandomi.

Alcune ciocche mi soffiarono in viso, mentre Jason rimase in silenzio a guardarmi. «E che motivo sarebbe?», domandò diffidente.

«Che mi manchi», dissi, ma lui corrugò la fronte insospettito, «Te lo giuro.»

«Non sembra ti sia mancato tanto questi mesi in cui mi hai ignorato.»

«L'ho fatto perché tu ignoravi me!», protestai, riprendendomi la mano dal suo bicipite. Incrociò le braccia per parere più sicuro.

«Cosa volevi che facessi eh? Ti devo ricordare cosa'è successo?»

«So cos'è successo-»

«Allora cosa ti aspettavi?», sbraitò adesso, spalancando la bocca. I suoi occhi chiari erano confusi.

Mi portai le ciocche dietro all'orecchio, abbassando lo sguardo. «Non lo so... Pensavo che avresti insistito come sempre...»

«So che insisto sempre, ma ho dell'amor proprio, Charlotte-»

«Lo so-»

«Allora-»

«Allora ho sperato, ok?» Distesi le braccia lungo i fianchi coi pugni stretti. Jason si morse il labbro, pensando. «Io... io... mi piace- quando facciamo cose, ok? Molto. Ma... mi piace pure quando non lo facciamo.»

Lui però mi guardò con il volto corrugato per la confusione e io mi schiarii la voce.

«E so che sei abituato alla gente che vuole solo il tuo corpo. Che te lo rubi-»

«Che?» Spalancai gli occhi, accorgendomi che effettivamente usavo quei termini solo nella mia testa.

Scossi la testa, ricapitolando. «Cioè- io- volevo- Non sei solo un bel faccino appostato su un bel corpo. Per me. Non lo sei per me. E capisco adesso che quello che è successo con Jack- che potesse sembrare così.» Sbatté forte le palpebre e io aggiunsi un: «Già.»

La sua camicia si muoveva col vento, rivelando il suo addome scuro. Jason addolcì il viso.

E i suoi occhi luccicavano. Cazzo, luccicavano così tanto che le stelle non potevano fare altro che invidiarli.

Sciolse le braccia dal suo petto, abbassando la voce. «Se ti avessi baciata di nuovo mi avresti allontanato?», chiese, serrando la mascella.

Scossi la testa, sentendo un caos nel mio stomaco. Jason rimase immobile degli istanti, poi però mi prese il viso tra le mani, delicatamente.

Socchiusi le labbra, ma tenendo lo sguardo sulle sue iridi verdi.

Potei vedere i suoi occhi brillare, come se avesse aspettato una vita per farlo. Ed era la cosa più bella che avesse mai fatto. Non resistetti più.

Lo afferrai per la sua camicia bianca ed eliminai finalmente completamente la distanza fra noi, poggiando le mie labbra fredde sulle sue, sorprendentemente calde.

E morbide. Così morbide e socchiuse.

Fu come una scossa; non appena lo sfiorai. Mi sembrò di dare il mio primo bacio, era una sensazione che non avevo mai provato prima.

Perché- perché Cristo, nessuno prima di lui poteva venir comparato. Anzi, non c'era nessuno prima di lui. Non ci doveva essere, lo decisi.

Jason si meritava l'intera dannata trama della mia vita.

Jason posò la sua mano sulla mia guancia per poi accarezzarmela con dolcezza. Con l'altra fece lo stesso sull'altra parte, facendomi fremere e avere pelle d'oca ovunque.

Quando lo sentii chiedere il permesso di entrare con la lingua non esitai e gli lasciai toccare la mia con delicatezza; tutti i baci, tutte le carezze andavano ad un ritmo perfetto. Ad ogni bacio assaporai a fondo il suo gusto, perdendomi nel paradiso.

Non avrei mai pensato che sarebbe mai successa una cosa del genere con Jason Filston, MAI!

Normalmente i ragazzi per cui avevo provato qualcosa in passato erano sempre scappati quando gli avevo detto di provare qualcosa per loro, ma Jason... Jason era restato. E Jason era così sbadato! Era bello quando sorrideva e pure quando si arrabbiava. Era intelligente, così dannatamente intelligente. Era... era semplicemente Jason.

ThundersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora