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Dopo mezz'ora di una conversazione supportata principalmente da Jack, parcheggiammo davanti a quello che doveva essere il cinema.

Di solito ci andavo con le mie amiche a vedere film drammatici, ma questa volta non sapevo cosa aspettarmi.

Se non mi ricordo bene quando Jack andava a trovare mio fratello a casa mia non guardavano mai film o serie, quindi non aveva veramente idea di cosa aspettarmi. Sperai soltanto non dovessi guardare per la millesima volta un film romantico. Dato che li avevo sempre visti con il mio ex.

E odiavo il romanticismo.

Quindi c'era pure quel fattore...

«Cosa vediamo?», gli domandai non appena mi raggiunse fuori dalla macchina. Mi mise la mano intorno alla vita per avvicinarmi a sé, continuando a camminare.

«Ti piacciono i film romantici?»

Dio santissimo, perché c'è l'hai con me?

Sorrisi debolmente. «Sì, un sacco.» Non volevo lamentarmi al primo appuntamento.

Per circa un'ora cercai di dirmi che il film non era così male come continuavo a pensare, ma ad ogni minuti che passava diventava più difficile non sbadigliare.

Odiavo il filtro rosa che aveva il film. I protagonisti. E le conversazioni sdolcinate.

A un certo punto, durante una scena drammatica, sentii il suo braccio scorrermi dietro la spalle. Fui sorpresa da quanto tutta quella situazione non mi pareva spontanea.

Mi voltai verso Jack e gli sorrisi leggermente, lui face lo stesso. Forse se ci fossimo baciati mi sarei dimenticata dei pensieri scomodi che avevo continuai a farmi. Così mi sporsi lentamente in avanti verso di lui e non appena sfiorai il suo naso, lo baciai.

Senza pensieri e senza dubbi.

Jack era a conoscenza delle luci spente, perché la sua mano si fece strada verso la mia vita. Quando mi avvicinai a lui, la sua mano si posò sul mio sedere. Non ci feci caso. La sua lingua sapeva di salato, ma mi piaceva come mi leccava le labbra prima di affondarci le sue labbra. Era delicato.

Ma non provai nulla. Era così che mi ero immaginata un primo bacio con Jack Franco? No.

Ma d'altronde le cose non andavano mai come me le immaginavo.

Quando uscimmo dalla sala ci sedemmo su una delle panchine davanti al cinema. Jack mi posò la mano sulle ginocchia per sorridermi.

«Ti è piaciuto il film?», domandò. Il suo pollice mi accarezzò.

La luce dei lampioni intensificavano i suoi zigomi pronunciati e mi sentivo sollevata, perché, sì, trovavo Jack ancora attraente.

Accennai un sorriso. «Sì... Non pensavo, ma mi ha preso molto.»

«Io sinceramente non ho seguito per niente», ridacchiò, «Ero troppo fissato a guardarti.»

Arrossii, ma più per il suo sguardo fisso che per le sue parole. Mi domandai quanto ancora ci avrebbe messo a piovere, dato che il cielo era nuvoloso.

Ma Jack mi guardava intensamente e i suoi occhi erano calmi, sereni. E mi piaceva perché Jack era davvero una bella persona. E mi stavo proprio ricordando il perché mi era iniziato a piacere.

«Pensi che a Cole dispiacerebbe se iniziassimo a uscire?», mi chiese incerto.

Inarcai le sopracciglia. «Stiamo già uscendo.»

«Sì, ma- intendevo in modo più serio.»

In modo più serio.

Jack -quel raggio di sole che era Jack, voleva uscire con me.

ThundersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora