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Passai le lezioni in agonia; pareva i professori si fossero messi d'accordo per dare le lezioni più noiose conosciute al mondo. Sopratutto nell'ora di inglese mi ero addormentata due volte, perché l'unico motivo per cui volevo restare a scuola erano gli allenamenti di cheerleading e corsa.

Il primo iniziava alle tre mentre il secondo alle cinque del pomeriggio.

A pranzo Allison, Hayley ed io ci sedemmo sul tavolo vicino ai campi da football. Accordammo sul fatto che quel giorno il tempo non passava, Hayley ci aggiornò sul Signor Michaels e finimmo di mangiare con un sorriso.

Alle tre meno cinque andai in palestra e lasciai la borsa sugli spalti. Essendo capo cheerleader arrivavo sempre prima delle altre e in più mi piaceva il silenzio che ci stava.

Mi feci una coda e mi accertai che i pantaloncini non mi scoprissero troppo il sedere. Normalmente mi vestivo con l'abbinamento da corsa di martedì proprio perché avevo entrambi gli allenamenti.

Quando per le tre arrivarono le altre il coach arrivò per darci le istruzioni. Per riscaldarci dovemmo fare cinque giri, perciò io aprii la fila.

Dopo il primo giro Allison mi affiancò con il volto cupo. «Ti devo parlare», mi sussurrò col fiato corto per la corsa.

La guardai mantenendo il passo rapido. Inarcai le sopracciglia. «Di cosa?»

«Non posso qui.» Capii adesso che era davvero seria. I suoi occhi erano inscuriti e la sua mascella serrata.

Le dissi di aspettare la pausa acqua e lei annuì. Quando il coach ci lasciò andare a bere, Allison mi afferrò per la manica. Uscimmo dalla palestra, fermandoci nel parcheggio.

«Mi stai davvero facendo preoccupare», ammisi quando mi guardò severa. Sentivo un groppo in gola, aspettandomi il peggio.

Lei si morsicchiò il labbro e incrociò le braccia. «Ho sentito qualcosa. Negli spogliatoi...»

«Sentito cosa?»

«Sophia stava parlando con delle ragazze. Di te.»

«Di me?» Sbuffai, perché non era nuova come cosa. Le piaceva parlarmi alle spalle ed io mi ero abituata. «Cosa ha detto?»

Allison mi guardò incerta. «Ecco. All'inizio pensavo stesse parlando del cibo schifoso della mensa, ma poi ho ascoltato meglio e...»

Si zittì e io le scossi la spalla. «E cosa?»

Prese un respiro profondo. «Ha raccontato alle altre del tuo disturbo alimentare. Ha iniziato a dire che eri malata e che per quello ero dimagrita tanto il primo anno...»

Sbiancai e potei quasi vedere il mio riflesso nelle sue pupille. Mi caddero le braccia pesanti e il mio stomaco si strinse dolorosamente. Nessuno lo era venuto a sapere, oltre alle mie due amiche e Jason.

«Merda», mormorai soltanto. Fissai un punto distante, chiedendomi come fosse potuto succedere.

Allison iniziò ad assicurarmi sul fatto che nessuno ci avrebbe fatto caso, ma non la stavo ascoltando. Stavo passando in testa tutti i modi possibili in cui Sophia fosse potuta venirlo a sapere.

Le mie amiche non potevano esser state. Erano più sensibili di me sul tema. Poi c'era Jason e lui- Spalancai gli occhi.

«Non ci credo», enunciai di colpo irata.

«Cosa?»

«Quel bastardo.»

Partii in quarta; sapevo esattamente cosa avrei fatto. Sarei andata sul campo da football, lo avrei trovato e picchiato a sangue.

ThundersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora