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Una ragazza seduta sulla poltrona si schiarì la voce per interrompere il disagio e la tensione nell'aria

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Una ragazza seduta sulla poltrona si schiarì la voce per interrompere il disagio e la tensione nell'aria. «Va bene... allora dato che Charlotte non ha risposto dobbiamo chiederle qualcos'altro.»

«Ora che ci penso preferirei un obbligo», la interruppi senza cautela.

I presenti mi guardarono con preoccupazione. Di solito quando si trattava di obblighi bisognava baciare qualcuno o cose del genere. Date le minacce che aveva fatto Jason poco prima però avevano tutti un po' di paura di proseguire.

Seth si poggiò allo schienale del divano, per poi mettermi le braccia sulle spalle. «Certo. Se il tuo presunto ex ragazzo giura di non incazzarsi.»

«Che cazzo hai detto?», ringhiò furioso Jason.

Si alzò dallo schienale, ma si rimise indietro non appena la ragazza accanto a lui gli poggiò le mani sul suo petto per provare a tranquillizzarlo. Giù le mani, arpia.

Il ragazzo della coppia accanto a me si scostò dalle labbra della sua ragazza. Si guardò un po' confuso intorno, ma poi si concentrò su Seth e me.

«Charlotte paccati con Seth», ordinò con leggerezza, prima di riprendere a baciare l'amica.

Mi volsi verso Seth, il quale mi sorrise premuroso. Strano, non me lo sarei aspettato. Baciarlo?

Lanciai uno sguardo su Jason. Volevo che soffrisse, almeno quanto stavo soffrendo io. Lo trovai a bocca aperta e con lo sguardo fisso su di noi.

«Senti, stronzo, falle un altro obbligo», comandò Jason al fidanzato seduto accanto a me, ma lui non rispose.

«No, invece voglio questo», dichiarai, portandomi i capelli dietro alle spalle.

Jason serrò la mascella: «Ti conosco. Non lo faresti mai.»

Posai una mano sul petto di Seth. «Vuoi vedere?»

Jason fulminò il ragazzo tatuato con lo sguardo. «Prova a baciarla e sei morto.»

Ma non fece in tempo a finire che mi tuffai su Seth, premendo le sue labbra sulle mie e tirandolo per la sua maglietta a me. Sentii subito le mani del ragazzo posarsi sul mio corpo. Una persino sul mio fondo schiena. Non era bello però quanto baciare Jason. Non era nulla. Solo un gusto di whiskey...

Lo sentii scivolare dalla mia presa. Quando aprii gli occhi trovai Seth a terra dietro al divano. Jason l'aveva preso per la maglietta e scaraventato a terra.

Ormai il ragazzo stava gemendo a terra, mentre alcuni dei presenti si girarono per guardarlo sconvolti. Era la seconda volta in una serata che picchiava qualcuno.

«Smettila!» Mi voltai verso di Jason, il quale lo guardò con rabbia. Ora basta. Non poteva comportarsi in quel modo. Non ne aveva alcun diritto. Mi alzai di scatto dal divano, lo sguardo fisso in quel del moro: «Sei pazzo, Jason! Fatti curare!»

Mi feci strada tra le persone, diretta verso il terrazzo. Sentii però Jason seguirmi. «Ma che cazzo ho fatto, Charlotte? Non puoi torturarmi in questo modo!»

Non ce la feci più. Mi voltai di scatto per poi avvicinarmi a lui e spingerlo sul petto, anche se non lo scostò affatto. «Io torturare te? Tu! Tu invece sei la mia di tortura! Mi sono stufata di fidarmi di te! E ti ho creduto quando mi dicevi che eri cambiato, pensa che stupida-»

«Sono cambiato, Charlotte», mi contraddisse con serietà. Provò a prendermi il viso tra le mani, ma gliele levai subito . «Di cosa stai parlando?»

«Sto parlando del fatto che sei un bugiardo a cui piace scopare ragazze sulle barche e vantarsene con i suoi amici! Un grandissimo bugiardo sei!», urlai a voce spezzata. «E questo mi fa schifo di te, Jason!»

Scossi la testa, mentre scrutai con lo sguardo velato dalle lacrime il volto esterrefatto di Jason. Non stava capendo nulla e questo lo faceva infuriare. Evidentemente andare a letto con qualcun'altra non era neanche qualcosa di così grave da passargli per la mente.

«Non ti è mai importato di niente, vero? Hai mentito dall'inizio», singhiozzai. Mi stavo odiando per aver ceduto alle mie debolezze, ma ormai arrabbiarsi non aveva più senso.

«Non piangere. Char», sussurrò con tono dispiaciuto il moro. Mi provò a prendere in vita, ma mi scostai. «Guardami. Morirei per te. Non ti ho mentito-»

«No, non è vero-»

«-Sì che è fottutamente vero!», mi interruppe con serietà. Volevo credergli, più di qualsiasi altra cosa. Ma che senso aveva se poi finivo sempre col rimanere ferita? Socchiuse le labbra. «Char, io t-», si bloccò, ma il respiro mi si mozzò comunque.

Sentii le lacrime rigarmi il viso. Jason socchiuse nuovamente le labbra e aggrottò le sopracciglia, segno che stava soffrendo. Soffrendo per il fatto che sei un bugiardo senza cuore.

Mi voltai in preda alle lacrime, ma mi prese per il braccio per farmi votare. «Ok. Ti a-»

Tom apparve improvvisamente, prendendo il migliore amico sotto braccio. «Eccovi. Che c'è? Liti tra scopamici?»

«Cuciti quella cazzo di bocca!», urlò infuriato Jason. Rimasi col fiato in gola, spaventata dalla sua azione aggressiva. Ti a- cosa?

Se avesse solo osato dirmi di amarmi non ci avrei visto più. L'avrei potuto affogare in piscina per quanto ne sapessi.

Tom tolse iI braccio da sopra le sue spalle. Il volto confuso. «Vi devo lasciare soli?»

«No!», lo interruppi stufa. Jason si rivolse nuovamente a me, la sua mano ancora sul mio braccio. Mi liberai dalla sua presa delicata: «Non mi parlare più, Jason. Adesso puoi chiederlo al tuo stupido amico per quale motivo sono arrabbiata con te! Non insistere più o ti giuro che ti do uno schiaffo in faccia!»

Rimase a bocca aperta. Tom mi guardò perplesso. Lanciai un ultimo sguardo nostalgico su Jason, odiandomi per averlo fatto, per poi rivolgermi subito a Allison in cucina.

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