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Jason
31 Dicembre 2018

«Caroline mi ha detto che ieri vi siete baciati! Jason!», mi urlò nell'orecchio Kim, notando che la mia attenzione era altrove, «È vero?!»

Sbuffai, prima di buttare il bicchiere vuoto sul prato del giardino e rialzare gli occhi in alto, verso la figura di Josh e Sophia che salivano le scale con entusiasmo, mano nella mano. Era ovvio cosa stava per succedere.

«Che palle! Perché questa roba non fa un minimo di effetto», mi lamentai, poggiandomi alla ringhiera e osservando le ragazze ballare in mezzo al giardino al ritmo della musica.

Kim continuava a parlarmi, pensando che stessimo davvero insieme, quando le avevo detto più di una volta che non era così. Quella festa di capodanno mi stava dando il voltastomaco, non facevano altro che urlare e ridacchiare tutti.

Mancava ancora un quarto d'ora a mezza notte e c'erano già delle stupide coppiette appostate alla ringhiera, pronte per osservare i fuochi d'artificio.

Mi voltai verso Kim, per guardarla bene. Siamo sicuri di volere baciare lei a capodanno? Osservai come si mise il lucida labbra, nonostante mi stesse sgridando allo stesso tempo.

Stanco della sua sgridata mi concessi: «No, Kim, non l'ho baciata. Vado a prenderci da bere, va bene?»

La rossa mi rispose con un semplice: «Va benissimo.» Si avvicinò per lasciarmi un bacio sulla labbra socchiuse e si morse il labbro. «Ti aspetto qui.»

Mi avviai verso il bancone pieno di alcolici, appostato accanto alla folla di ragazza che ballavano scatenate. Ero lucidissimo e questo mi stava iniziando a dare fastidio. Non preparai le bevande, sennò sarei dovuto tornare da Kim subito dopo.

Mi limitai ad appoggiarmi di spalle al bancone ed osservare le ragazza ballare a poco da dove mi trovavo. Alcune mi sorridevano, altre erano così ubriache da non riuscire a riconoscere le loro amiche. La mia attenzione però venne attirata dalla ragazza bionda in fondo a tutte loro.

Ridacchiai, mentre osservai come insieme alle sue amiche continuava a saltellare a ritmo della musica; i capelli agitati in aria e un'espressione che aveva un ché di serio ma allo stesso tempo divertito. Il vestito rosso che aveva addosso le scopriva le cosce ogni volta che saltava, mostrandone quasi fin troppo... Non c'era nulla da dire. Charlotte Moore non sapeva proprio ballare.

Pensai a Josh e Sophia. Mi si contorse lo stomaco solo a pensarci. Sinceramente non capivo come Josh potesse di tanto in tanto mettere le corna a Charlotte con Sophia. Sì, era insopportabile e troppo saccente a volte, ma era di gran lunga più bella lei. E in più odiavo il fatto che dovevo sempre essere io a coprirlo.

Non avendo distolto lo sguardo da lei, vidi Charlotte allontanarsi dalle sue amiche non appena una ragazza le aveva sussurrato qualcosa nell'orecchio.

Era chiaro che trattava di Josh, ma stranamente la bionda non pareva turbata o arrabbiata. Probabilmente la ragazza le aveva semplicemente detto dove l'aveva visto andare su. D'altronde ormai mancavano cinque minuti a mezza notte.

Avanzai verso di lei non appena mise piede sulla scala che portava a dove il mio amico si era diretto poco prima, con l'intento di fermarla.

«Moore!», la chiamai ai piedi della scala, per farla voltare sorpresa, qualche scalino più in alto di me, «Ti ho vista ballare. Dovresti fare un'audizione, sai? Ti ci vedo nel circo!»

La sua espressione stupita venne rimpiazzato da una scocciata. «Filston. Perché non vai a torturare Kim? Sono sicura che sarò elettrizzata dalla tua compagnia.»

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