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Mi voltai sconcertata, trovandomi Jack davanti

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Mi voltai sconcertata, trovandomi Jack davanti. Notai con piacere (o dispiacere?) che pure lui era diventato più maturo. Si era tagliato i capelli, mentre la barba l'aveva fatta crescere lievemente.

Potei scommettere di aver sentito Jason dietro di noi ringhiare. Conoscendolo aveva allargato le spalle per mostrare la sua figura atletica, con le sue spalle larghe.

Era ovvio che non avrebbe mai perdonato Jack per quello che mi aveva fatto l'anno scorso, ma io al contrario non ci volevo più fare caso.

«Jack!», lo salutai a mia volta, stringendolo successivamente in un abbraccio. Ma non durò un secondo che il mio ragazzo ci allontanò con espressione seria e pericolosa.

I due si guardarono in cagnesco, ma non ne capii il motivo. Non seppi neanche se mi piacque molto il modo iperprotettivo di Jason nei miei confronti, quando avevo semplicemente abbracciato il migliore amico di mio fratello.

«Jason. Non c'è bisogno che tu lo allontana», gli  ribadii sorpresa. Mi lanciò un'occhiata prima di allontanarsi da Jack.

«Grazie, Char», disse Jack. Jason lo fulminò con lo sguardo, ma si calmò poco dopo.

Era ovvio che era geloso, ma non ne trovavo alcun motivo. Non eravamo innamorati l'uno dell'altro, talmente tanto da non guardare nessun altro?

«Voglio una birra», sboffo Jason. Diede le spalle a Jack mentre si passò una mano tra i capelli.

«Anche io.» Mi guardò con un sopracciglio alzato.

«Come no. Non bevi birra.» Vuoi scommettere?

«Bè. Ho cambiato idea. Andiamo a...»

DING!

Venni interrotta dal campanello suonare. Di colpo vidi Cole e Jack ghignare.

Jason ed io invece ci guardammo confusi. «Chi è?», chiesi.

Fecero spallucce. «Chissà», borbottò ghignando Cole. Si avviarono verso l'ingresso della casa.

Il moro mi prese sotto braccio, mentre aspettò pensieroso di rivelare chi stesse suonando il campanello.

«Qualcosa mi sta facendo preoccupare», sghignazzai.

Lui sorrise, ma si fece serio poco dopo. «Scusa se prima mi sono comportato così.»

Gli diedi un bacio sulla guancia. Jason Filston che si scusava? «Non importa. E poi farei lo stesso con Arianna se ci fosse.»

Sorrise, le sue iridi verdi incatenate alle mie. Sospirò. «Che piacere non stare da soli a casa tua...», disse con tono ironico, facendomi ridere, però allo stesso tempo concordare con lui.

«Vero? Non mi viene in mente niente di meglio da fare...»

Eravamo stati sul punto di fare ciò che avevamo voluto fare da tempo e mio fratello ci aveva interrotti. Per quanto amassi mio fratello, in quel momento l'avrei potuto strozzare.

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