Sbadigliai riposata, non appena il raggio di sole che aveva continuato a bruciarmi sul viso mi fece svegliare definitivamente. Fui sorpresa dalla leggerezza nel mio corpo, dopo così tanto tempo.
Mi stropicciai gli occhi con un sorriso, impaziente di rivolgere la parola a Jason. Ma quando allungai il braccio al mio fianco toccai solo il nulla. Ed ecco un colpo al cuore che distrusse quella leggerezza. Dov'è sparito di nuovo?
Rivolsi lo sguardo sulla parte vuota del letto ancora stropicciata, potendone ricavare solo tristezza. Se ne era andato senza dire nulla, nonostante ci fossimo addormentati insieme, viso contro viso. Non un bacio.
Pensai a come non avevo potuto smettere di sorridere la sera prima, mentre l'avevo osservato cadere nelle braccia di Morfeo. Aveva il viso finalmente sereno, mentre teneva le mani sotto il cuscino e specchiava la mia posizione a mezza l'una sul letto.
Con passo pesante mi alzai dal letto per poi scendere in cucina. Non appena ci misi piede trovai mio padre che, mentre sfogliava le pagine del giornale, mi guardò dispiaciuto. Pensai che probabilmente aveva sentito Jason uscire.
Aprì bocca, sicuramente per dire qualcosa che mi avrebbe dovuto consolare, ma glielo impedii: «Lo so, lo so.»
«Charlotte...»
«Papà. Non voglio una predica.»
Solo quando mi lasciai cadere sulla sedia appostata al tavolo potei notare Cole che si stava versando del latte nei cereali. Dal suo sguardo scomodo capii che pure lui era a conoscenza della "fuga".
Eppure continuò a masticare un biscotto come se lo potesse rendere invisibile ai miei occhi. Stufa di quel silenzio, decisi di domandare: «Quando è uscito?»
I due si scambiarono un'occhiata fulminea per poi osservarmi innocenti. «Di chi stai parlando?», chiese Cole.
«Sai benissimo di chi sto parlando», dissi seccata. Il mio umore era peggiorato drasticamente.
Mio fratello sbuffò sconfitto. «L'ho sentito uscire verso mezza notte-»
«E non hai pensato di dirmelo?»
«Per poi fare cosa?», domandò frustrato, «Lasciare che gli corressi nuovamente dietro per provare a salvargli il culo?»
«Cole!», lo sgridò nostro padre, pure lui teso per la conversazione.
Ero troppo delusa e arrabbiata per pensare con razionalità. Osservai con denti stretti mio fratello. «Sto solo cercando di aiutarlo-»
«Ma non puoi! Non te ne accorgi? Finisce sempre con lui che torna da te e poi ti lascia sola.»
Mi alzai con furia dal mio posto, sbattendo i pugni sul tavolo: «È solo un periodo difficile. Cerca di essere almeno un minimo comprensivo, Cole.»
«Sai bene che non è davvero solo un periodo», enunciò, stavolta con della commiserazione nei suoi occhi, come se gli stessi seriamente facendo pena. E questo mi fece arrabbiare ancora di più, «Continuerà a tornare e scappare da te, Char. Da quando è morto Tom.»
Prima che potessi controbattere venimmo tutti e tre spaventati a morte dall'apparizione di Allison in cucina. Come se fosse a casa sua la mia migliore amica aveva spalancato la porta di casa e aveva marciato con calma verso di noi, urlando un: «Buongiorno. Char, sei pronta?»
«Allison?», le domandai, confusa dalla sua presenza, «Pronta per cosa?»
Allison fece un debole sorriso a mio padre e Cole, avendoli riconosciuti, mentre loro la osservarono sconvolti.
«Char, sbaglio o dovevamo incontrarci con gli altri oggi?», mi domandò insicura.
«Gli altri chi?»
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Thunders
FanfictionCharlotte e Jason si odiano, da sempre. Insomma... nemici per la pelle. Entrambi sono sicuri di conoscere l'altro. Lei ha sempre visto lui come un ragazzo instabile, interessato soltanto a ragazze, droghe e casini. Lui ha sempre visto lei come una...