48

27.2K 744 190
                                    

«Hayley!»

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

«Hayley!»

La mia amica riccia si voltò spaventata e incontrò i miei occhi increduli alle scena che mi trovai davanti. Hayley stava parlando nella classe del Professor Michaels con il sottoscritto. Quest'ultimo mi osservò senz'altro esterrefatto.

Strinsi forte i pugni per trattenere il nervosismo e la paura che provavo.

«Hayley!», sentii Allison chiamarla non appena mi raggiunse sullo stipite della porta. «Non ti sei più fatta sentire! Mi hai fatto preoccupare.»

«Scusate. Abbiamo dovuto parlare di un paio di cose», rispose lei, guardando il compagno.

Notai che stava masticando con forza una caramella, segno che era estremamente nervosa. I due di fronte a noi rimasero immobili, pietrificati.

Entrammo nell'aula e ci chiudemmo la porta alle spalle, facendo attenzione a non farci vedere da nessuno nel corridoio. Katherine cercò di entrare, ma le diedi una spinta per impedirglielo. Sbattei la porta con affanno.

«Come hai fatto a rimanere incinta?», mi rivolsi ad Hayley, facendo finta che l'uomo al suo fianco non esistesse. Era evidentemente in imbarazzo dato il suo colorito più roseo del solito.

«Sì- Ma abbiamo sempre preso delle precauzioni! Te lo giuro», mi urlò incontro per poi cadere in un leggero pianto muto. «Sei arrabbiata? Hai l'aria arrabbiata.»

«No- cioè sì. Un po'...» Ero arrabbiata, ma supposi che farglielo vedere non avrebbe migliorato le circostanze.

Per mia sorpresa non feci in tempo a dirle niente che il Professore era già corso sul posto e l'aveva accolta in un forte abbraccio. Portò il viso della mia amica nell'incavo del suo collo, mentre con una mano le accarezzò i capelli rossi.

Mi ero sbagliata sul suo conto. Forse era stato tutto un incidente. Non c'era altra spiegazione.

«Cosa intendete fare?», mi anticipò Allison. La sua voce tremava, mentre il modo in cui masticava a bocca aperta diventava sempre più irritante.

Allison alzò il capo e si asciugò le lacrime con la manica del fular. L'uomo invece restò ad osservarla con le labbra estese in una linea.

«Lo teniamo», disse lei. «Abbiamo deciso subito. Lui potrà mantenerci-»

«Ma sei sicura di volerlo?», le domandò Allison.

«Sì. Ti giuro, Alli, sì...»

Furono queste parole a dare il colpo di grazia ai miei nervi. I due si sorrisero innamorati l'uno dell'altra, mentre Allison accanto a me fece i salti di gioia per il fatto di poter tenere presto in mano un bambino.

Zia Charlotte... No.

Io odiavo i bambini. E loro odiavano me! Mi sentii di colpo sopraffatta. Per un attimo pensai di cadere a terra.

«Scusatemi», mormorai, prima di scaraventarmi fuori dall'aula.

Allison mi seguì per qualche metro. «Char, stai bene?»

«Sìsì, vado un attimo fuori. Ci vediamo dopo», mi scusai il più veloce possibile, iniziando a correre più in fretta verso l'uscita.

Non vomitare, non vomitare, non vomitare.

Arrivata a metà del corridoio affollato, andai a sbattere contro qualcosa di duro.

«Oh scusa... Charlotte?», sentii la voce di Cole chiamarmi, mentre mi aiutò ad alzarmi da terra. «Stai bene?»

Alzando lo sguardo potei riconoscere Jack alla sua spalle guardarmi con imbarazzo. Improvvisamente sentii la paura stringermi lo stomaco. La nausea peggiorò.

Jack non pareva all'apparenza ricordarsi della sera prima, eppure perché si comportava così? Mi massaggiai dolorante le ginocchia che avevo sbattuto.

«Niente Cole... Jack», lo salutai esitando un po'. «Sto bene. Sono solo un po' stanca...»

«Sicura?»

«Sì, tranquillo. Penso di tornare a casa.»

Jack ricambiò con un piccolo cenno del capo il mio saluto timido. Cole pareva non accorgersi di niente di quello che stava succedendo fra di noi e gliene ero grata.

«Eh senti Charlotte. Tu vai alla festa di Tom sabato?», mi domandò lui, prima che potessi superarlo e dirigermi verso l'uscita della scuola per correre via.

«Sì...sì ci vado», borbottai stordita. Le voci dei ragazzi diventavano sempre più forti e l'aria pareva mancarmi, ma nessuno se ne accorse.

«Allora posso accompagnarti io», propose speranzoso. Mi voltai verso di lui incredula e con un sopracciglio alzato. Cole pareva nervoso. «È un po' di tempo che non andiamo a una festa insieme.»

«È vero...» Guardai l'uscita. «Perché mi sa di trappola?», gli chiesi. Diavolo se avevo la testa per aria.

«Char, rilassati. Non è una trappola», rispose divertito Cole. Mi stavo letteralmente sciogliendo sotto lo sguardo di Jack. «Però ho visto che non esci da un po'...»

«Non è vero-»

«-Un po è vero», mi corresse con una smorfia, «e ho visto che sei un po' giu. Quindi andare a una festa di tirerà su di morale-»

Intanto gli studenti continuavano a passare indifferenti per i corridoi, continuando ad urlare e a ridere. Stava diventando insopportabile restare lì dentro.

«Va bene. Va bene, mi faccio portare da te sabato. Ora devo andare, Cole. Scusami...», tagliai corto, ignorando il suo sguardo interrogativo per il mio comportamento brusco.

Lo scostai da davanti, allontanandomi il più possibile dal suo migliore amico. Poi mi avvicinai finalmente all'uscita.

Fui distante un metro quando un rumore mi fece voltare verso gli armadietti, insieme a tutti i presenti. Vidi giusto in tempo come Tom scaraventò con forza Jack contro un armadietto.

«Prova a dirmelo di nuovo, figlio di puttana. Provaci», gli urlò contro, mentre si ricompose a denti stretti.

«Te sei pazzo», rispose Jack, coprendosi con le mani davanti al viso. Tom aveva un'aria furibonda, mentre gli diede un altro spintone.

Mi scaraventai subito tra i due, vedendo che nessun altro aveva intenzione di farlo. «Tom, ma ti calmi?!», stridulai schivando un pugno destinato a Jack.

Tom mi guardò irritato e disgustato allo stesso tempo. «Non la smetto fino a quando questo scarafaggio capisce il suo posto-»

«Devi lasciarmi in pace! Non ti ho fatto un cazzo-»

«Hai dato un cazzotto in faccia a Jason solo perché volevi della roba. Tu gli fai male e io ti ammazzo-»

«Ma che cazzo stai dicendo? Te sei matto», borbottò soltanto Jack, prima di superarlo con passo svelto. Tutti rimasero in silenzio a guardarlo.

Rivolsi il mio sguardo a Tom, tentando di capire cosa fosse appena successo, ma quest'ultimo si allontanò a sua volta. Aveva appena aggredito Jack perché pensava lui l'avesse fatto con Jason per della... droga?

Quindi non sapeva che era venuto da me quella notte. Certo che non lo sapeva, perché avrebbe dovuto? Mi portai col fiato corto in dietro i capelli, per tornare a dirigermi fuori scuola.

Stavano succedendo fin troppe cose in una volta. Erano tutti gli altri ad essere diventati matti o lo ero soltanto io?

ThundersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora