14 Febbraio 2021
«Charlotte?»
La voce di Jack dall'altra parte del telefono mi fece sussultare per lo spavento e caddi con forza dalla sedia sulla quale stavo seduta.
Eh già. Non ero ancora riuscita a lasciarlo o per lo meno non mi ci ero messa di impegno. Jack era poco... perspicace. Ogni volta che cercavo di fargli intendere di volerlo lasciare non capiva. O lo faceva per finta. Ad ogni modo, non ero ancora riuscita a finirla.
«Sì? Scusami, non ho dormito molto stanotte», risposi al ragazzo.
«Allora posso venire a prenderti stasera? Oggi non ci siamo visti e volevo portarti-»
«Sisi. Ci vediamo stasera alle otto. Devo andare. Scusami», tagliai corto prima di attaccargli il telefono in faccia e buttare il telefono sul mio letto accanto alle pile di libri.
Sbuffai non appena notai che erano già le 6:30 di sera e che mi sarei dovuta preparare per la cena.
Per le otto avevo indossato un vestito color rosa antico che mi arrivava alle ginocchia.
Non mi ero data molto da fare, avevo solo messo un filo di trucco come facevo di solito ed ero andata incontro al mio accompagnatore con affetto. Jack mi aspettava in macchina davanti casa.Ed era affascinante con quella camicia azzurra e le scarpe che luccicavano. Mentre sorrideva e sorrideva davvero, ma era- banale. O almeno comparato con lui.
Ma d'altronde tutto era banale comparato con lui.
Tutto.
Mentre scendevo le scale strizzai ogni neurone che possedevo per trovare un modo per lasciarlo. Tutto quello perché non ero brava a lasciare le persone; i miei ultimi ragazzi erano stati tutti tali stronzi che neanche avevamo avuto una conversazione per finirla. Erano stati capaci di rovinare tutto da soli.
Evviva.
Come al solito durante il tragitto Jack ed io parlammo del più e del meno, mentre fissavamo la strada. Poi finalmente dopo un tempo infinito arrivammo ad un ristorante in riva al mare.
Il sole stava per tramontare, quindi immaginai che saremmo stati su una terrazza.
Perché sì- Jack ci pensava a quelle cose. E sì- era dolce. Troppo dolce.
«Ti piace?», mi chiese, mentre mi mise la mano intorno alla vita e mi accompagnò verso l'entrata.
«Si, molto», sorrisi. Mi massaggiai la pancia che brontolava. «Sto morendo di fame.»
«Ora mangiamo, dai. Mi hanno detto che fanno un ottimo tonno-»
«Jack! Lo sai che non si dovrebbe mangiare. Uccidendo i tonni distruggi l'ecosistema-»
«Tanto è già distrutto.»
Lo guardai scioccata. «Che pessimista.»
Non appena entrammo il cameriere ci portò subito al nostro tavolo affacciato sulla spiaggia davanti a noi. Una vista bellissima, eppure nessuna sembrava essere così bella come quella che mi aveva fatto ammirare Jason sulla collina.
Invece di voltarsi verso il mare Jack prese a leggere il menù. Feci una smorfia quando lessi il piatto di tonno.
Mi schiarii la voce per cogliere la sua attenzione e puntai verso il cielo colorato di un arancione rossastro. «Vedi quel colore? È il mio colore preferito.»
Aggrottò la fronte. «L'arancione?»
«No-cioè-sì, ma è un'arancione più vicino al rosso.»
Mi guardò confuso. «Sì. È pure sempre arancione, Char.»
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Thunders
FanfictionCharlotte e Jason si odiano, da sempre. Insomma... nemici per la pelle. Entrambi sono sicuri di conoscere l'altro. Lei ha sempre visto lui come un ragazzo instabile, interessato soltanto a ragazze, droghe e casini. Lui ha sempre visto lei come una...