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Passammo un tempo indefinito a passeggiare sulla riva

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Passammo un tempo indefinito a passeggiare sulla riva. Ci eravamo tolti le scarpe in modo da poterci bagnare i piedi con le onde. Era strano, parlare con Jason come se si trattasse di un amico. Ma eravamo lui ed io. E questo era abbastanza a rovinare tutto perché rendeva difficile mantenere una conversazione senza saltargli addosso.

E la cosa era reciproca. Perché potevamo parlare di un cancro e lui mi buttava in acqua per poi raggiungermi e tastare il mio corpo sotto l'acqua. E io glielo lasciavo fare.

Raggiungemmo una baia per pranzo e ci fermammo per mangiare della frittura di mare seduti sul ponte. Avevamo tentato di trovare dei costumi tra i mercatini, in modo da poterci fare un bagno, ma alla fine avevamo notato di aver speso tutto per il cibo. Così ci limitammo a guardare la gente farsi il bagno da lontano, ma non mi dispiaceva quanto avrebbe dovuto.

Ormai stavamo tornando verso la moto di Jason. Eravamo talmente vicini da poterla intravedere.

Tremai per il freddo per via del vento sulla mia pelle. Lui si allontanò con dispiacere dalle mie labbra per appoggiarmi sulle spalle la sua giacca della squadra di football.

«Fa paura quando ti comporti da gentiluomo«, dissi scherzando.

Jason aggrottò le sopracciglia, sereno. «D'accordo. Allora da adesso in poi mi comporterò male con te.»

«Provaci e te ne pentirai.»

«Come pensavo», disse soddisfatto, scuotendo il capo come se avesse davvero previsto la mia reazione. Mi lasciò un bacio a stampo. «Stavo scherzando.»

Restai incantata ad osservare i suoi movimenti delicati mentre mi sfiorava con attenzione la pelle nuda delle spalle.

«Andiamo a casa, piccola», mi sussurrò poi, mentre mi appoggiò il braccia sulle spalle per stringermi più a sé. Allungai il braccio per cingerlo in vita.

«Piccola? Ancora», gli domandai divertita, mentre ci avviciniamo alla moto parcheggiata accanto alla spiaggia deserta.

Lo vidi ghignare. «Preferisci che ti chiami Rompiscatole? O Secchiona

Gli diedi un pugno sulla costola, facendolo gemere per il dolore e ridere allo stesso tempo. Feci lo stesso.

«Rompiscatole si addice più a te», gli sussurrai, mentre gli feci rallentare il passo e girare verso di me. Gli appoggiai con un sorriso le braccia sulle spalle, stando attenta a non fare scivolare la sua giacca.

«Allora a te si addice Secchiona», proclamò con un sorriso sulle labbra, prima di avvicinarmi con le mani sui miei fianchi a sé e baciarmi profondamente.

Anche se questo era il millesimo in questa giornata, non era meno importante degli altri. Strofinò il suo naso col mio per lasciarci un lieve bacio.

«D'accordo, Rompiscatole», sbottai.

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