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A scuola avevo sempre imparato in fretta. Qualsiasi cosa facessimo, io ero sempre al passo. E lo sapevo.

Ed era dannatamente rassicurante, ma-

Essere innamorata.

Era così nuovo, così nuovo che dubitavo potessi mai davvero abituarmi. O capirlo. O accettarlo. O ammetterlo, per l'amor del cielo.

Ed ero innamorata di Jason. Jason- occhi verdi - Filston.

Ed io. Io ero dannata, ecco cos'ero.

Quella sera stessa fui costretta a raggiungere Allison insieme ad alcuni nostri amici a casa sua. Tra questi amici c'erano Jeff e Jack.

Avevo cercato di guardare Jack negli occhi il meno possibile per la vergogna che sentivo per il secondo incidente con Jason. O meglio, la vergogna che avrei dovuto sentire.

Perché tra tutte le emozioni che stavo sentendo in quella sera, in piedi a parlare con i miei amici, la vergogna era l'ultima a cui pensavo.

Sentivo un'ansia nella pancia solo a pensare a quei baci con il moro. Un'ansia insopportabile e leggermente dolorosa. A volte mi tornavano in mente alcuni dei suoi movimenti o il suono dei suoi gemiti, e l'ansia aumentava.

«Sì, quest'estate volevamo andare a fare un giro in barca», esclamò soddisfatto Jack, prima di prendermi sotto braccio. Indossava una camicia bianca.

Timothée prese un sorso dal suo bicchiere, evidentemente non gliene importava molto. «Ah, interessante- senti, bello. Non è che avresti ancora un po' di quella roba dell'ultima volta? Non so se mi spiego.»

I due si lanciarono degli sguardi indiscreti, prima di sorridere contenti.

«Di cosa state parlando?», chiesi sconcertata, riconoscendo l'euforia nei loro comportamenti.

Occorre dire che sapevo benissimo di cosa stessero parlando, ma non avrei voluto ammetterlo. Non ero l'unica a scuola ad essersi accorta delle abitudini particolari dei ragazzi nell'ultimo periodo. Del modo in cui si rifugiavano in bagno durante le feste.

Allison comparve di colpo, prendendo Timothée e me sotto braccio. «Allora? Di che stiamo parlando?»

«Di quanto sei bella stasera, Allison», rispose malizioso Timothée, provando a darle un bacio sulla guancia, ma la ragazza si allontanò con un'espressione annoiata.

«Anche no.»

Christian comparve da dietro la sua ragazza, prima di levare con disgusto la mano di Timothée dalla spalla di quest'ultima. Jack si stava guardando con impazienza intorno.

«Giù le mani, Thomson. Inutile che ti illudi di potere mai avere una possibilità con qualcuno come lei», sbottò con sicurezza Christian, ricevendo un bacio dalla mia amica.

Non adoravo Christian, sopratutto per il suo comportamento snob solo perché suo padre era nobile e, dato che investiva nella scuola, aveva una certa importanza nelle decisioni di questa. Soprattutto odiava Bryan e Timothée perché per venire a scuola nostra i genitori dovevano spendere ogni anno quasi tutto ciò che avevano.

Si sentiva a chilometri di distanza che l'aria era tesa. Timothée che avrebbe voluto ammazzare Christian, Jack che voleva solo andare in bagno a farsi chissà cosa e io che non avevo idea di come guardare negli occhi Jack senza fargli capire che ero innamorata di un altro.

Feci una smorfia, pensando a quegli occhi verdi. Perché erano così verdi. Semplicemente verdi. E sarei potuta stare ora a nominare ogni loro sfumatura.

«Ragazzi basta. Se volete picchiarvi and-», mi bloccai non appena riconobbi Jason entrare nel salotto.

Gocce d'acqua cadevano dalle punte dei suoi capelli e dai suoi vestiti, mentre il suo viso era turbato. Si passò una mano tra i capelli bagnati, prima di smuovere l'acqua dalla testa.

ThundersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora